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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
IL PD TORNA A FARSI UMILIARE DA CONTE E RENZI - VI RICORDATE LA PROMESSA SULLA LEGGE ELETTORALE, CONDIZIONE IMPRESCINDIBILE PER ZINGARETTI AL FINE DI VOTARE ''SÌ'' ALLA CIOFECA DI REFERENDUM VOLUTO DAI GRILLINI? OVVIAMENTE È SALTATA! DOVEVA ANDARE ALLA CAMERA LA PROSSIMA SETTIMANA E INVECE FINISCE NEL LIMBO DOVE VIVE DA OLTRE UN ANNO, CON RENZI CHE VUOLE IL MAGGIORITARIO, IL PD IL PROPORZIONALE, LEU CHIEDE UNA SOGLIA MINORE E IL M5S NON SA CHE PENSARE VISTO CHE GRILLO CHIEDE IL SORTEGGIO DEGLI ELETTI…
Estratto dall'articolo di Liana Milella per ''la Repubblica''
NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE
Maggioranza spaccata sulla nuova legge elettorale proporzionale. Opposizione nei fatti più compatta sul maggioritario, tranne un'ala di Forza Italia. La legge sarebbe dovuta andare in aula alla Camera la prossima settimana, invece slitta e finisce in un limbo politico da cui emerge lo scontro netto nella coalizione. Dove ormai ognuno parla per sé, Renzi vuole il maggioritario, il Pd esige il proporzionale, Leu pretende una soglia minore rispetto al 5%, M5S sprofonda nella confusione.
Tant'è che al presidente grillino della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia - giusto l'inventore ed estensore della legge, il Brescellum - non resta che invocare disperatamente, "e al più presto", un vertice di maggioranza. Il premier Giuseppe Conte subisce, inevitabilmente, i contraccolpi del terremoto perché la maggioranza torna a sfaldarsi. Mentre Beppe Grillo dà pure il colpo di grazia: il fondatore di M5S, con una battuta, fa saltare l'essenza stessa di un tavolo istituzionale sulla legge elettorale quando dice: "Non credo più nella rappresentanza parlamentare, ma nella democrazia diretta fatta dai cittadini attraverso i referendum". E rilancia il sorteggio degli eletti.
beppe grillo giuseppe conte luigi di maio
Il via libera alla nuova legge elettorale era la condizione, posta proprio da Zingaretti, per votare Sì al referendum senza turarsi troppo il naso. M5S aveva acconsentito, impegnandosi a garantirne un percorso rapido prima nella commissione Affari costituzionali, e poi in aula. Accordo sancito il 10 settembre, quando il testo base ottiene l'assenso di Pd e M5S. Leu chiede solo di abbassare dal 5 al 4% la soglia di sbarramento. Ma è quello stesso giorno che Matteo Renzi comincia a mettersi di traverso. Italia viva lancia il primo segnale, e non vota. Ma Pd e M5S vanno avanti e contano di assorbire il dissenso, l'impegno comune è quello di andare in aula già per fine settembre.
goffredo bettini gianni letta. giuseppe conte
Si chiudono le urne del referendum, ma subito la scadenza salta. Diventa addirittura "irrealistica, e quindi impossibile". (…)
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