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LE PENSIONI, UN’ALTRA ROGNA PER GIORGIA MELONI – GIORGETTI E SALVINI HANNO PROMESSO DI BLOCCARE L'AUMENTO DI TRE MESI DELL’ETÀ PENSIONABILE CHE SCATTERÀ DAL PRIMO GENNAIO 2027. MA LA MISURA, CHE COSTEREBBE 3 MILIARDI DI EURO L’ANNO, RISCHIA DI RESTARE FUORI DALLA MANOVRA – COLPA DI UN INGHIPPO BUROCRATICO: PER STERILIZZARE I TRE MESI IN PIÙ, PRIMA BISOGNA UFFICIALIZZARLI. MA IL DECRETO CHE DEVE RECEPIRE L'AUMENTO CERTIFICATO DALL'ISTAT ANCORA NON C'È – LA DUCETTA NON HA FRETTA, ANCHE PERCHÉ LE COPERTURE MANCANO, E VUOLE RIMANDARE LA QUESTIONE A DOPO LE REGIONALI…

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Estrattio dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.

La partita sulle pensioni si complica. A soffrire è la promessa del governo di bloccare l'aumento di tre mesi nei requisiti per uscire dal primo gennaio 2027. Potrebbe non arrivare in manovra, almeno non subito nel testo che entro il 20 ottobre sarà inviato al Senato.

 

Ma solo successivamente, a fine novembre o a dicembre. E questo perché per sterilizzare i tre mesi in più, prima bisogna ufficializzarli. Ma il decreto direttoriale Economia-Lavoro, che deve recepire l'aumento certificato dall'Istat, ancora non c'è.

 

PENSIONI

[...]  Il governo non ha fretta. Punta anzi a scavallare le sette Regioni al voto, tra le Marche di questo fine settimana all'election day del 23-24 novembre, per evitare contraccolpi elettorali. E nel frattempo ragionare sulle coperture.

 

I tecnici stimano un costo del blocco pari a circa 3 miliardi all'anno, comprensivo dei ratei di Tfr. Una spesa ingente per uno stop biennale (dal 2029 ripartirebbe l'allungo). Avanza l'ipotesi di uno stop per un solo anno. O per categorie specifiche di pensionati. Al pari della rottamazione "selettiva", altro capitolo forte in manovra assieme al taglio dell'Irpef, le detrazioni per le famiglie, la spesa per la difesa.

 

matteo salvini claudio durigon (2)

È la stessa premier Meloni a raffreddare il clima. Mercoledì, a margine dell'assemblea Onu di New York, ha dichiarato che «attualmente» l'ipotesi di congelare l'età pensionabile a 67 anni – evitando che si allunghi a 67 anni e 3 mesi (e i contributi a 43 anni e 1 mese, un anno in meno per le donne) – «non è un'ipotesi della quale abbiamo parlato, ma probabilmente è anche una proposta che può arrivare dai partiti della maggioranza, ne parliamo quando arriverà».

 

Un chiaro segnale che nulla è scritto sulla pietra, nonostante le forti e ripetute dichiarazioni del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in questi mesi. Anche un segnale politico: la proposta è spinta dalla Lega, la Lega dovrà trovare il modo di sbrogliare la matassa. Fosse anche per via parlamentare.

 

PENSIONI

L'alternativa sarebbe quella di un decreto legge da accompagnare alla legge di bilancio per rinviare il decreto direttoriale di qualche mese. Un modo per congelare l'aumento dei tre mesi senza neanche dover trovare coperture, comprare tempo e spostare all'inizio dell'anno prossimo il nodo previdenziale.

 

Mancando però un appuntamento cruciale e simbolico, quello dell'imminente manovra. E violando gli impegni politici oramai resi pubblici. Sia come sia, il tema è caldissimo.

 

La stessa Ragioneria dello Stato, nel Rapporto sulle pensioni uscito a cavallo di Ferragosto, si mostra piuttosto scettica all'idea di fermare per sempre il meccanismo automatico di adeguamento delle pensioni alla speranza di vita. Farlo costerebbe un incremento del debito di 15 punti al 2045 e 30 punti di Pil al 2070. [...]

DARIA PERROTTA