
DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI…
Francesco Maesano per “la Stampa”
Dopo venti votazioni, condannate dall’aritmetica ad accordarsi, le tre forze politiche che nel 2013 si sono divise più dell’80 per cento del consenso elettorale hanno deciso di intavolare una trattativa per eleggere due dei quindici giudici della Corte Costituzionale. Due mesi a montare e smontare i catafalchi tra i banchi del governo senza raggiungere i tre quinti dei voti del Parlamento riunito in seduta comune necessari all’elezione. Poi, ieri, Matteo Renzi è entrato in partita facendo filtrare la sua disponibilità a trovare una soluzione condivisa non solo con Forza Italia ma anche con i Cinque Stelle, necessari per raggiungere il quorum.
Via Violante e gli altri nomi votati fin qui, dentro due tecnici, anzi, due tecniche, al sentore sfumato di centrodestra e centrosinistra. Cherchez la femme. Berlusconi ha già benedetto la soluzione di genere: «Sarebbe un bel segnale», ha detto ai suoi senatori. In cambio al Movimento verrebbe consentito di indicare il nome del membro del Consiglio superiore della magistratura che deve sostituire Teresa Bene.
«Ora aspettiamo gli altri», spiegava ieri, a giornali freschi, Maria Elena Boschi. «Noi aspettiamo loro», le ha risposto Danilo Toninelli. Anche stavolta, come sul tavolo aperto dal Movimento sulla legge elettorale, le chiavi della trattativa sono finite in mano al deputato lombardo di protesta e di proposta. «Mi hanno detto che qualcuno del Pd mi verrà a parlare a nome di Renzi», spiegava ieri tra i corridoi. «Ma a me non interessa niente, vogliamo i nomi pubblici».
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO
Forza Italia inizierà a ragionare dell’ennesimo nome da proporre solo la prossima settimana ma ha già chiarito di non aver intenzione di inviare i suoi sherpa a trattare con i Cinque Stelle. Lo spiegava ieri Paolo Romani, capogruppo al Senato del partito di Berlusconi: «Sappiamo che Renzi ha fatto una proposta al M5S sul Csm. Abbiamo due problemi che appartengono al Pd e uno che appartiene al centrodestra».
Il pallino è tutto in mano a Renzi e ai capigruppo Zanda e Speranza che ieri mattina si sono visti per un incontro che ha avuto come portata principale la legge elettorale. Avrebbero dovuto concedersi un bis in serata per discutere la strategia per la Consulta, ma l’incontro è stato posticipato. Oltre ai nomi di Massimo Luciani e Stefano Ceccanti nel Pd si fa spazio quello di Tania Groppi, ordinario di diritto pubblico, ex-consigliere d’amministrazione di Banca Monte Paschi e, soprattutto, donna.
I Cinque Stelle aspettano. Per il Csm non si muovono dalla candidatura di Alessio Zaccaria nonostante il Pd abbia fatto capire in ogni modo di preferire il secondo arrivato, Nicola Colaianni, ex-parlamentare del Pds. Per considerano una vittoria l’aver costretto il Pd a ritirare la candidatura di Luciano Violante e l’aver spinto Renzi a porgere lui una soluzione allo stallo.
Come spesso accade nel Movimento, l’assemblea congiunta di ieri notte era convocata su altro: dal Jobs Act all’ennesimo procedimento di espulsione, ma la sensazione di molti nel gruppo è che su giudici costituzionali i Cinque Stelle possano concludere la prima vera trattativa politica da quando hanno messo piede alle camere.
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