DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Da giovane esultavo saltando, stavolta ho sentito il cuore che saltava», confessò Giulia Bongiorno il 20 dicembre scorso, uscendo dall’aula bunker di Palermo dopo l’assoluzione del ministro Matteo Salvini al processo Open Arms.
E allora chissà l’emozione che l’aspetta, adesso che — appena 40 giorni dopo — non c’è un ministro solo da difendere, ma addirittura la senatrice e responsabile Giustizia della Lega sarà chiamata a rappresentare, per il caso Almasri, mezzo governo: la premier Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio oltre al sottosegretario Alfredo Mantovano.
matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse
In effetti, lei ha sempre vissuto con grande trasporto il suo lavoro d’avvocata penalista: è passato alla storia il triplice urlo del 2004, «Assolto, assolto, assolto!», accompagnato pure dall’esultanza fuori dalla Cassazione a Roma in una folla di microfoni e telecamere, collegata al cellulare dopo la sentenza con il suo assistito più celebre di sempre, Giulio Andreotti, accusato di mafia.
Era il ‘93 quando Giulia Bongiorno, giovane penalista di Palermo, figlia del professore di procedura civile Girolamo Bongiorno e parente del grande Mike Bongiorno, venne chiamata dal principe del Foro, Franco Coppi, per affiancare lui e Gioacchino Sbacchi (nel cui studio lei aveva iniziato la professione) per la difesa del leader Dc.
matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse
Aveva solo 27 anni. I successi ottenuti poi nei processi di Palermo e di Perugia (delitto Pecorelli) le valsero subito una certa popolarità, finendo perfino in una canzone del rapper J-Ax («Voglio avere l’avvocato di Andreotti e Amanda Knox...»). In effetti anche al processo per la morte della studentessa inglese Meredith Kercher ottenne nel 2019 in Cassazione (con relativo urlo di gioia) l’assoluzione del suo assistito, Raffaele Sollecito, che insieme alla Knox era stato condannato invece per omicidio nell’appello bis.
Insomma, la verità è che Bongiorno ha già alle spalle almeno tre o quattro vite: non è solo l’avvocata dei Vip (tra gli altri Francesco Totti), è stata anche ministra per la Pubblica amministrazione (2018-2019) nel primo governo Conte, il gialloverde. E fondatrice, insieme a Michelle Hunziker, nel 2007, della onlus «Doppia Difesa», con le storiche battaglie per il «Codice rosso».
Oltre all’impegno politico: nel 2006 eletta alla Camera con An, nel 2008 con il Pdl, portavoce con Fini di Fli (2011-2013), nel 2018 infine entra in Senato con la Lega, che l’ha ricandidata nel 2022. L’incrociarsi delle due carriere, anzi, le ha comportato spesso il rilievo di avere un conflitto d’interessi da risolvere.
Bongiorno ha fatto parte anche del cda della Juventus.
E il suo nome risalta ormai con regolarità nella top ten dei redditi dei parlamentari.
Di sicuro, è una donna dinamica: mamma single di Jan che ha allevato da sola
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