MOLLA L’AMPOLLA - PER ESTIRPARE IL PASSATO BOSSIANO QUALE MIGLIORE MOSSA CHE CANCELLARE IL MEETING DI PONTIDA DEI MILITANTI DURI E PURI? - LA MOSSA SERVE AI BOBOMARONITI PER USCIRE DAL GHETTO DEL NOSTALGISMO CELTICO E RACCATTARE QUALCHE VOTO DI PROTESTA IN PIÙ - ANCHE LA FANTAPIPPA DELLA “PADANIA” È STATA SOSTITUITA CON UN GENERICO “PRIMA IL NORD” - I FEDELISSIMI DEL SENATÙR NON MOLLANO…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Marco Cremonesi per il "Corriere della Sera"

Addio a Pontida. Le strade della Lega a guida Maroni passano ormai lontanissime dalla città del giuramento e dal «sacro prato». Luoghi troppo bossiani, troppo evocativi entrambi di una certa Lega che deve - a tutti i costi - essere superata. «Discontinuità» resta una delle parole d'ordine più ripetute. E così, il più classico degli appuntamenti della militanza dura e pura, quella delle corna e delle armature, delle barbe verdi e degli spadoni, almeno per quest'anno non si svolgerà. E pazienza se dal 1990 il pratone comprato zolla per zolla dai militanti - infuocato o invaso dal fango -, è stato uno dei luoghi simbolo di una certa identità leghista.

Addio anche al rito dell'ampolla, la raccolta delle acque del Po bambino là dove nascono, nell'anfiteatro del Monviso. O meglio: la vecchia cerimonia, magari, si svolgerà ancora. Con Umberto Bossi a inerpicarsi per l'ennesima volta tra i sassi di Pian del Re per la commozione dei nostalgici.

Ma il piatto forte della manifestazione autunnale del Carroccio sarà ben diverso, e si svolgerà a qualche centinaio di chilometri di distanza, a Mantova. Qui, nella città dei Gonzaga, si svolgerà il primo e più visibile segno del nuovo corso, gli stati generali del Nord. Un maxi appuntamento a cui saranno invitati imprenditori e sindacati, amministratori locali e intellettuali, economisti e studiosi del territorio.

L'idea, spiega un esponente leghista che avrà un ruolo di primo piano nella squadra di Maroni, è quella di «aprire il movimento e metterlo a disposizione di tutti coloro che nel Nord rappresentano qualcosa. Un modo per ricominciare il dialogo, dire che noi siamo in partita».

La svolta è tutta in quel «Nord», che già dal congresso di Assago ha sostituito la parola «Padania» nel claim («Prima il Nord») del movimento. «La Padania resta il nostro orizzonte - spiega il dirigente - ma in questo momento quella parola rischia di dividere anche dalle nostre parti: se parli di Nord, interessa a tutti. Se parli di Padania, interessa solo a qualcuno». E «qualcuno» è troppo poco per la sfida sull'«egemonia al Nord» lanciata dal neosegretario leghista.

Difficile dire come la vecchia guardia bossiana reagirà al nuovo corso. In molti spingono sul fondatore del Carroccio perché sfoderi di nuovo lo spadone per creare dal nulla un nuovo movimento, una «vera Lega» che sfidi quella che Roberto Maroni intende rivoltare come un calzino. Una frase di un bossiano di ferro restituisce bene il sentire di questa vecchia guardia: «In casi come questo, non si devono prendere prigionieri. Loro han fatto l'errore di prendere un prigioniero che si chiama Umberto Bossi».

In ogni caso, il cantiere del nuovo movimento ha però bisogno di capimastri. Questa mattina Maroni presenterà la sua squadra, il nuovo organigramma dello stato maggiore leghista. In particolare, i suoi tre vice. Il vicario del segretario, in quanto veneto, sarà Federico Caner. Classe 1973, trevigiano, già pupillo del sindaco Giancarlo Gentilini e ora assai vicino a Tosi (un po' troppo, secondo la ribollente minoranza interna veneta) dovrà occuparsi di formazione. In sostanza, sarà il responsabile della nascitura scuola di partito padana.

Le «Frattocchie» leghiste, giura l'esponente maroniano, dovranno tra l'altro servire a superare un problema: «Per troppo tempo - spiega l'amico di Roberto Maroni - abbiamo piazzato negli enti persone che avevano meriti di movimento ma, magari, poca preparazione specifica».

In nome della Lombardia, ci sarà Giacomo Stucchi, 43 anni, bergamasco. Sarà lui il responsabile di quell'ufficio politico su cui Maroni rimugina da tempo. Una struttura divisa in dipartimenti tematici che i critici sostengono essere copiata dal vecchio Pci e che nei desiderata dell'ex ministro dell'Interno è invece il naturale supporto all'attività decisionale.

Tra i dipartimenti, grande rilevanza avrà quello economico affidato a Giancarlo Giorgetti. Espressione del Piemonte sarà Elena Maccanti. Torinese, 42 anni, è l'assessore agli Affari istituzionali nella giunta di Roberto Cota. Sarà la coordinatrice degli enti locali, di quei sindaci «primi guerrieri della Lega» di cui Maroni ha parlato domenica scorsa.

Ma anche una sorta di commissario politico: «Sui temi strategici del movimento, è opportuno che la Lega parli con una voce sola». Incarichi di rilievo avranno anche il camuno Davide Caparini, che si occuperà di comunicazione e dei media del partito, il bolognese Manes Bernardini, il triestino Massimiliano Fedriga.

 

ROBERTO MARONI jpegUMBERTO BOSSI E ROBERTO MARONI ELETTO SEGRETARIO DELLA LEGA NORD jpegROBERTO MARONI CON LA SCOPA PADANA UMBERTO BOSSI CON L AMPOLLA DEL PO jpegcamicieverdi bossi ampollaROBERTO COTA Roberto Cota con Giovanni Cadarera detto LupoDavide CapariniBossi Lo Spoglio Lega Nord Vignetta di Carli dal Riformista Leghisti e il tiro alla fune