LA RIVINCITA DEI PEONES - PER GIOCARE LA PARTITA DEL COLLE, IL BANANA DEVE FARE I CONTI CON I VOTI DEI PEONES DI “FARSA ITALIA”, CHE DOPO AVER IMPALLINATO I CANDIDATI ALLA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBERO UCCELLARE NOMI “SGRADITI”

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Amedeo La Mattina e Ugo Magri per “la Stampa

 

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA

Dal punto di vista renziano Berlusconi è un non problema. Secondo il premier, il Cavaliere è pronto ad accettare qualunque candidato per il Quirinale purché non rappresenti due dita negli occhi. Non ha intenzione di incontrarlo subito perché dargli la precedenza creerebbe malumori nel Pd, però (è sempre la vulgata renziana) i contatti ci sono, anche diretti, tanto è vero che i due si sarebbero sentiti al telefono per rammentarsi le reciproche promesse.

 

Sul versante berlusconiano invece non sono altrettanto sereni. A cominciare dal leader. Anzi il nervosismo del Cav. aumenta di ora in ora perchè, dicono dalle sue parti, continua a brancolare nel buio sulle intenzioni dell’altro pattista del Nazareno.

 

Gianni Letta e Silvio Berlusconi Gianni Letta e Silvio Berlusconi

Addirittura Verdini e Gianni Letta hanno giudicato «improvvida» la presenza di Berlusconi oggi pomeriggio alla manifestazione forzista dei Club convocata nella periferia romana, in un istituto religioso, proprio lì dove si è celebrato l’estremo addio a Pino Daniele. 


Occhi sul Divino Amore
Il timore è che a Silvio possa scappare la frizione, appalesando i propri dubbi privati (che ci sono) sulla lealtà del premier. Come se non bastasse stasera parlerà pure ai senatori azzurri tra i quali si annidano tanti fittiani (ormai una ventina) e personaggi sul piede di guerra in quanto difficilmente verranno rieletti: una arena infuocata, insomma. Che tale resterà alla luce dei 4 emendamenti presentati ieri sera dall governo sulla legge elettorale. 
 

renzi scia courmayerrenzi scia courmayer

Sull’Italicum tre no e un sì
I no di Forza Italia riguarderanno la soglia del 3%, che Berlusconi avrebbe voluto al 5 per strangolare i piccoli, il premio di maggioranza alla lista (FI lo esige alla coalizione) e la delega al governo per la definizione dei 100 collegi. 
 

denis verdinidenis verdini

Il sì “azzurro” riguarderà invece tutte le altre materie su cui Fi è d’accordo, in particolare la clausola di salvaguardia che fissa l’entrata in vigore dell’Italicum al 1 luglio del 2016. Ciò nonostante stasera basta una battuta berlusconiana fuori posto a mandare all’aria il lavoro di mediatori che non poco hanno dovuto penare per venire a capo delle resistenze opposte dal capigruppo Brunetta e molto dovranno battersi per domare la truppa. La grande incognita sono proprio i peones, gli stessi che sull’elezione dei giudici costituzionali hanno dato vita a una silenziosa rivolta silurando uno dopo l’altro, nel segreto dell’urna, tutti i candidati indicati dall’alto. Con un accanimento speciale nei confronti di coloro che non hanno mai messo piede in Parlamento. 
 

NAPOLITANO  QUIRINALE  NAPOLITANO QUIRINALE

«Uno di noi»
È del tutto escluso che il grande elettore medio berlusconiano possa votare, nonostante gli ordini di scuderia, per qualche giurista o economista che non conosce di persona, non gli risponde al telefono o si mostra altezzoso. Confida uno dei più stretti collaboratori del Cav.: «In quel caso ci troveremmo a votarlo, se va bene, in 15 su 150. Né basterebbe a imporlo un atto di fede o l’amicizia con Gianni Letta...».