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Alessandro Giorgiutti per "Libero"
Pronti, via. I ministri del governo hanno giurato solo da poche ore e già la polemica antiCasta investe uno di loro. Per un esecutivo "tecnico", nato per giunta all'insegna della sobrietà, è un bel paradosso. Protagonista della polemica, neanche a dirlo, l'unica forza di opposizione attualmente in Parlamento, la Lega Nord. Il ministro contestato è il nuovo responsabile per i rapporti col Parlamento, Piero Giarda. La cronaca dei fatti, raccontata puntualmente dall'Espresso on line, comincia con una telefonata a sorpresa, ricevuta da Giarda giovedì 17, poco prima dell'ora di pranzo.
Il settantacinquenne responsabile del Laboratorio di analisi monetaria all'Università Cattolica di Milano, già sottosegretario al Tesoro tra 1996 e 2001 (governi Prodi, D'Alema, Amato), si trova in Trentino. Non in gita di piacere, ma per partecipare alla riunione di un comitato tecnico dedicato alla spesa pubblica. All'altro capo del telefono c'è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Professore, la aspetto a Roma, è stato nominato ministro, il giuramento è oggi alle 17».
Sorpresa: Giarda rimane in silenzio per qualche istante: di essere scelto come ministro non se l'aspettava, pensava piuttosto a una poltrona da sottosegretario. Ora però ha il problema di come recarsi a Roma per tempo. La soluzione gliela offre la Provincia autonoma di Trento (della quale il professor Giarda è consulente da circa un ventennio): gli mette a disposizione un elicottero, che di lì a poco decolla dall'aeroporto della città per aggiungere Roma.
Ieri, sul fatto è intervenuto il Carroccio, per bocca del deputato Maurizio Fugatti: «Non sappiamo se la notizia corrisponda al vero, anche se ampiamente documentata dai quotidiani locali, ma qualora corrispondesse alla realtà crediamo che oltre all'inopportunità di una simile scelta ci si debba interrogare sulla sconvenienza nel modo di agire».
Fugatti chiede a Giarda se, «nel suo trafelato viaggio verso Roma», «ha pagato lui o i contribuenti trentini». «Crediamo che una risposta chiarificatrice sia quantomeno opportuna», ha concluso il parlamentare lumbard. Ma c'erano alternative per Giarda, peraltro gran conoscitore dei conti dello Stato e censore implacabile degli sprechi pubblici? Voli diretti da Trento a Roma in realtà non ce ne sono: probabilmente, il professore avrebbe dovuto raggiungere di corsa l'aeroporto di Verona e di lì ripartire per la Capitale. Oppure rinunciare alla cerimonia del giuramento, come hanno fatto il ministro degli Esteri e il ministro della Difesa, impegnati all'estero.
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