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Andrea Selva per “la Repubblica”
Sedici anni dopo l’abolizione l’Austria minaccia di riportare la frontiera al passo del Brennero, nel tentativo di fermare le ondate disperate dei profughi in arrivo dall’Italia. Sono 4.759 gli extracomunitari fermati quest’anno al Brennero, che si conferma la porta principale per raggiungere il Nord Europa dal Mediterraneo. Ma il numero è in aumento: 1.400 a luglio e agosto, 700 in questa prima parte di settembre.
nave italiana recupera immigrati
E Vienna dice basta, con il ministro dell’Interno Johanna Mikl-Leitner che, in accordo con alcuni governatori, ipotizza una sospensione degli accordi di Schengen per riportare i controlli. Si pensa anche di utilizzare l’esercito.
Un’ipotesi (la chiusura delle frontiere) che la Lega nord del Trentino indica come esempio da seguire, ma che si scontra con le reazioni delle Caritas italiana e austriaca: «Deve valere il principio dell’accoglienza». Mentre il governatore dell’Alto Adige, Arno Kompatscher, replica: «Il problema è europeo, non dei singoli stati. E non si risolve chiudendo le frontiere».
Intanto il Brennero continua ad essere una delle tappe principali di profughi provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente (per lo più somali, eritrei e tantissimi siriani) che attraverso lunghissimi trasferimenti a tappe cercano di ricongiungersi alle famiglie migrate nel nord Europa.
Ogni giorno vengono fermate alcune decine di clandestini, talvolta centinaia, che vengono riaccompagnati in Italia anche perché gli accordi internazionali non prevedono la possibilità di “respingimenti” per chi migra in direzione nord-sud. Molte famiglie, spesso con bambini, restìe all’identificazione: rientrano in Alto Adige il tempo necessario ad organizzare un altro tentativo di espatrio.
Tra le destinazioni principali ci sono Germania e Svezia. Per l’Austria, quindi, sarebbe solo un problema di transito, ma da mesi la gendarmeria effettua controlli a tappeto su veicoli e treni a pochi chilometri dal valico di confine, istituendo — di fatto — una seconda frontiera, pochi chilometri più in là rispetto al cartello “alt” che venne rimosso nel marzo del 1998.
E anche in Germania si discute della sospensione di Schengen, in questo caso nei confronti dell’Austria: «Lampedusa non deve diventare un sobborgo di Kiefersfelden», aveva detto di recente il segretario del partito bavarese conservatore Csu, Andreas Scheuer, citando un piccolo centro della Baviera. E la polizia italiana al Brennero lancia l’allarme: «Siamo pochi, impossibile far fronte all’emergenza».
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