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SAN PIETRO NEL MIRINO - UNA CONVERSAZIONE TRA DUE ARABI INTERCETTATA DA INTELLIGENCE STRANIERE FA ALZARE IL LIVELLO DI GUARDIA SUL RISCHIO ATTENTATI IN VATICANO - CONTROLLI SERRATI IN PIAZZA SAN PIETRO

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Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

Il dispositivo è stato potenziato tre giorni fa, alla vigilia dell’udienza pubblica di papa Francesco. Perché proprio di un «atto dimostrativo in Vaticano» parlava una segnalazione trasmessa dall’intelligence alle forze dell’ordine.

 

INCONTRO FRA OBAMA E PAPA FRANCESCO INCONTRO FRA OBAMA E PAPA FRANCESCO

L’allerta è basato su una conversazione intercettata tra due arabi, niente di particolarmente allarmante. Ma la tensione è ormai altissima e la minaccia terroristica dell’Isis fa paura, soprattutto dopo la decisione di Stati Uniti e Regno Unito, condivisa dall’Italia e dagli altri alleati europei, di armare i peshmerga e più recentemente di avviare bombardamenti mirati in Iraq.

 

In piazza San Pietro è stato aumentato il numero delle pattuglie di carabinieri e poliziotti in divisa, ma soprattutto è stata intensificata la sorveglianza effettuata da parte degli uomini in borghese. Controlli più accurati vengono svolti anche all’interno, su direttiva della gendarmeria che ha comunque uno scambio di informazioni costante con le autorità italiane.

 

ISIS FESTEGGIA L'UNDICI SETTEMBREISIS FESTEGGIA L'UNDICI SETTEMBRE

Il portavoce della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, tende comunque a minimizzare: «Per parte vaticana la situazione è normale e non risultano minacce o preoccupazioni particolari. Tutto si svolge nella normalità. La sicurezza italiana ha sempre un certo rafforzamento in occasione di angelus domenicali e udienze generali».

 

Da settimane gli specialisti dell’Antiterrorismo del Viminale e dei carabinieri del Ros esaminano le segnalazioni che provengono dalle forze dell’ordine e dagli 007, spesso elaborando ciò che viene evidenziato anche dalle strutture di intelligence straniere. Nei giorni scorsi è stata trasmessa un’informativa proveniente da un servizio segreto estero che evidenziava una conversazione tra due arabi sulla possibilità di «fare qualcosa in Vaticano».

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I due nomi sono stati subito controllati: uno dei due risultava totalmente sconosciuto, l’altro sarebbe transitato dall’Italia circa otto mesi fa. E questo ha convinto gli apparati di prevenzione sulla necessità di far salire ulteriormente il livello di attenzione, sia pur senza prendere alcuna iniziativa straordinaria.

 

Il timore di un attacco dei fondamentalisti islamici, in particolare l’Isis, contro uno Stato occidentale è stato rilanciato dallo stesso presidente statunitense Barack Obama. Gli esperti sono concordi nel ritenere il Vaticano in cima alla lista dei possibili obiettivi soprattutto dopo la posizione espressa nell’agosto scorso dal Papa su quanto sta accadendo in Siria, quando ha sottolineato come sia «lecito fermare l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo: fermare. Non dico bombardare o fare la guerra. Dico: fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare dovranno essere valutati».

 

quattro decapitati in egitto da isis accusati di essere spie mossadquattro decapitati in egitto da isis accusati di essere spie mossad

Il livello della minaccia da parte dell’Isis è stato espresso pubblicamente con i messaggi scanditi dagli ostaggi — due giornalisti americani e un cooperante britannico — che sono stati poi decapitati. E con il proclama del leader Abu Bakr al-Baghdadi agli inizi del luglio scorso, subito dopo la proclamazione del Califfato islamico tra Iraq e Siria: «I mujahedin hanno giurato che l’America la pagherà cara, ancora di più rispetto a quello che è stato fatto da Osama Bin Laden».

 

jihadisti isisjihadisti isis

Secondo le ultime stime della Cia «il numero dei combattenti che militano nello Stato Islamico oscilla tra 20mila e i 31mila». A far paura sono soprattutto i «foreign fighters», militanti che vanno in Siria o in Iraq per addestrarsi e poi tornano nei propri Stati d’origine. Si parla di almeno un migliaio di persone che potrebbero fare proseliti negli Stati occidentali.