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PER UNA MELONI (GIORGIA) CHE PERDE, UN MELONI (MARCO) CHE VINCE – IN SARDEGNA UNO DEGLI ARTEFICI DEL MIRACOLO TODDE E’ STATO IL SENATORE DEM, MARCO MELONI, LETTIANO DI TITANIO – “ABBIAMO VINTO NONOSTANTE SORU CHE HA USATO PAROLE TERRIBILI VERSO UN PARTITO CHE GLI HA DATO TANTO. CALENDA? NON NE HA AZZECCATA UNA. E NON È LA PRIMA VOLTA, BASTI RICORDARE LA SUA SCIAGURATISSIMA SCELTA DI ABBANDONARE LA COALIZIONE, NEL SETTEMBRE 2022 PER REGALARE LA VITTORIA AL CENTRODESTRA…
Alfonso Raimo per huffingtonpost.it - Estratti
Per una Meloni – Giorgia - che perde, un Meloni – Marco - che vince. Se e’ stata la premier a imporre il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu uscito sconfitto dalle regionali sarde, è stato Marco Meloni a sponsorizzare la candidatura di Alessandra Todde. Il senatore 53enne, già coordinatore del Pd con la segreteria di Enrico Letta, è il vero artefice del campo largo modello Sardegna. Il 27 ottobre del 2023 presentò a Cagliari il bilancio del suo primo anno di legislatura. All’evento invitò anche Todde.
“Non ho il potere di fare investiture, ma credo che sarebbe un'ottima candidata alla presidenza della Regione”, disse in quella occasione. Ottenne in cambio i mugugni di molti compagni di partito. “Non vinceremo mai con una candidata grillina”, era la sintesi. “Sì è vero, non è elegante dirlo, ma ho creduto fin dall’inizio che la candidatura di Todde fosse competitiva. Queste elezioni dimostrano che quando abbiamo un buon candidato e realizziamo un’alleanza su cose concrete, con un approccio pragmatico, possiamo aggregare. E lo abbiamo fatto nonostante che Soru potesse crearci difficoltà”.
E’ una vittoria del campo largo. L’alleanza coi M5s è imprescrindibile?
“Io non attribuisco al campo largo una valenza di sistema.
(...)
Lei parla di una coalizione ampia. Ma Calenda è andato con Soru.
“Calenda non ne ha azzeccata una. E non è la prima volta, basti ricordare la sua sciaguratissima scelta di abbandonare la coalizione, nel settembre 2022 per regalare la vittoria al centrodestra”.
All’epoca il leader di Azione abbandonò il Pd al suo destino perché, diceva, si era alleato con Sinistra Italiana.
“E ora noi l’abbiamo visto a braccetto con forze come Rifondazione comunista e Liberu, un movimento la cui leader l’8 ottobre rilanciava le foto dei deltaplani di Hamas. Hanno imbarcato un caravanserraglio, ed hanno fatto una cosa del tutto incomprensibile”.
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Renato Soru ne esce male.
“Ha scelto di non stare più nel centrosinistra e ha usato parole terribili verso un partito che gli ha dato tanto. Il suo risultato parla chiaro. A me interessa che i suoi elettori sappiano che il centrosinistra è la loro casa. Ora guardiamo avanti”.
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