DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Miska Ruggeri per “Libero quotidiano”
Come ogni anno, nella Notte della Memoria, gli aquilani si sono ritrovati per le strade martoriate del capoluogo abruzzese: un corteo silenzioso - una sorta di via crucis nel gelo ancora invernale - di almeno 10mila persone con le fiaccole in mano, dal tribunale alla famigerata Casa dello studente lungo via XX Settembre fino a raggiungere piazza Duomo, in ricordo delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009; poi la lettura dei nomi dei morti (scolpiti sulla pietra di due lapidi collocate nella Cappella della Memoria), la messa celebrata nella chiesa di San Giuseppe Artigiano dall’arcivescovo metropolita Giuseppe Petrocchi, la veglia di preghiera fino alle 3.32 (l’ora fatale) e ancora i 309 rintocchi della chiesa di Santa Maria del Suffragio.
L AQUILA SEI ANNI DOPO IL TERREMOTO
Il solito doloroso e commovente rituale, sei anni, vale a dire 2.190 giorni, dopo. Con in più stavolta gli striscioni di protesta (quello «Memoria, verità e giustizia» apriva il corteo) per la sentenza di assoluzione (10 novembre 2014) nel processo contro la Commissione Grandi Rischi, accusata di aver tranquillizzato la popolazione, e numerose felpe con la scritta «06-04-2009... il fatto non sussiste».
E in meno la presenza di qualsiasi rappresentante del governo nazionale. Per la prima volta, infatti, da Roma non si è visto nessuno. Né un ministro né un sottosegretario. A rappresentare il Parlamento giusto le senatrici aquilane Stefania Pezzopane (Pd) ed Enza Blundo (Movimento 5 Stelle).
L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il renziano di ferro Graziano Delrio, da poco diventato ministro per le Infrastrutture, e il sottosegretario all’Economia con delega alla Ricostruzione Paola De Micheli, pur invitati per tempo, hanno dato forfait. «Mi hanno telefonato entrambi», ha spiegato il sindaco Massimo Cialente, «per scusarsi della loro assenza per impegni improrogabili, complice anche la concomitante ricorrenza della Pasqua».
Come dire: meglio fare la tradizionale gitarella di Pasquetta al mare o in montagna con la famiglia che venire a prendere il freddo e magari anche i fischi di cittadini esasperati e sfiduciati in Abruzzo. Il premier Matteo Renzi - che comunque dovrebbe arrivare all’Aquila nei prossimi giorni (il 20 aprile?) - ha pensato bene di cavarsela il giorno dopo con un post su Facebook, ricco di frecciate ai suoi predecessori e di autocelebrazioni: «Innanzitutto un pensiero alle 309 vittime, alla loro memoria, ai loro cari. Il compito della politica però non è solo la giusta e dovuta commemorazione ma dare risposte a lungo attese. Dopo troppe promesse», ha scritto, «siamo finalmente passati all’azione.
I soldi adesso ci sono. Spenderli bene è un dovere in memoria di chi è morto, ma anche come segno di rispetto per i sopravvissuti che vogliono ancora credere nella cosa pubblica». Belle parole, more solito, e bei propositi - i primi riguardanti L’Aquila dall’inizio del suo mandato - che comunque non sono piaciuti al capogruppo dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta («@matteorenzi spudorato e falsificatore: mente su tutto, anche su L’Aquila, pur di fare audience. Vergogna!», la risposta su Twitter).
Per il resto, un tweet di solidarietà del presidente della Camera Laura Boldrini e stop. È evidente che tra le priorità del governo non c’è la ricostruzione dell’Aquila. Rimane il fatto che i numeri - che riprendiamo dal sito Abruzzoweb.it - raccontano altro. Le attività commerciali che hanno riattivato la sede nel centro storico sono appena 82, quasi tutti bar e locali della movida universitaria. Le persone senza casa con varie forme di assistenza sono ancora 12.918 (ma il contributo di autonoma sistemazione è stato cancellato il 31 marzo tra polemiche e minacce di ricorrere al Tar).
Il terremoto visto dall\'alto (foto Adnkronos)
In albergo, sembra incredibile, ci sono ancora 28 persone. Nelle zone centrali delle frazioni di Onna, Roio, Paganica, Bazzano, Tempera e San Gregorio è tutto immobile, come se il tempo si fosse fermato a sei anni fa. Le inchieste giudiziarie attualmente in corso per crolli, tangenti, infiltrazioni di camorra e ’ndrangheta ecc. sono oltre 30. I dipendenti al lavoro per svolgere le pratiche nel settore ricostruzione privata sono la miseria di 60: all’edilizia 10, alla contabilità 38, all’ammissione a contributo 12.
Il terremoto visto dall\'alto (foto Adnkronos)
Tra questi figurano i 26 della società della Regione Abruzzo Engineering, prorogati per i mesi di aprile e maggio. Il totale dell’importo dei contributi erogati è di 831 milioni, mentre già analizzati e da erogare ci sono altri 600 milioni. Insomma, si sono persi anni per scelte sbagliate e per la mancanza di una leadership credibile. E ora, a risollevare il morale degli aquilani, che vedono le loro case andare sempre più in rovina, non può certo bastare un messaggino sui social di Renzi, abituato a twittare su qualunque schiocchezza.
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