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PER PUTIN MADURO È UNA PEDINA PREZIOSA NELLE TRATTATIVE CON TRUMP – IL VENEZUELA È OGGI PER LA RUSSIA CIÒ CHE CUBA ERA UN TEMPO PER L'URSS: LA PRINCIPALE PEDINA NELLE AMERICHE OSTILE AGLI STATI UNITI – IL CREMLINO È INTENZIONATO A GIOCARSI LA CARTA CARACAS ANCHE IN VISTA DEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA – MADURO TREMA DI FRONTE ALLE MINACCE AMERICANE DI UN INTERVENTO MILITARE E HA CHIESTO AIUTO A MOSCA, CHE PER IL MOMENTO EVITA DI SBILANCIARSI TROPPO. MA LA RUSSIA RICORDA CHE I DUE PAESI SONO LEGATI DA UN ACCORDO DI PARTENARIATO STRATEGICO...

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MADURO, NESSUNO CI TOGLIERÀ LA NOSTRA DEMOCRAZIA

nicolas maduro

(ANSA) – “La nostra Democrazia è la più avanzata del pianeta. Sì, siamo un popolo istruito, colto, patriottico, coraggioso e consapevole dei propri diritti. Niente e nessuno ci toglierà l’opportunità di vivere e di essere parte del ‘Secolo dei Popoli’. Lo afferma il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, in un video pubblicato stamani su Telegram.

 

Dopo le dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, su piani di attacco terrestri, la domenica era trascorsa senza che Maduro o altri alti vertici del governo facessero interventi pubblici.

 

 

PUTIN INVOCATO DALL’AMICO MADURO LA TENTAZIONE DI UNA NUOVA CUBA

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

 

MADURO PUTIN

C'è un'equazione che circola da anni. Il Venezuela è oggi per la Russia ciò che Cuba era un tempo per l'Urss: la principale pedina nelle Americhe ostile agli Stati Uniti. Ora che la tensione tra Caracas e Washington sale, il Cremlino è intenzionato a giocare la sua "nuova Cuba" per riequilibrare i rapporti di forza anche nei negoziati sull'Ucraina.

 

Abbastanza da irritare Donald Trump, ma non troppo da sabotare il dialogo. In una cauta prova di equilibrismo, come dimostrano le dichiarazioni di Dmitrij Peskov. «Monitoriamo attentamente ciò che accade. Vogliamo che tutto resti pacifico e che non sorgano nuovi conflitti nella regione» [...]

 

LO SCHIERAMENTO AMERICANO CONTRO IL VENEZUELA

Chiamato a commentare la presunta richiesta di armi del leader venezuelano Nicolàs Maduro per contrastare le crescenti pressioni statunitensi, non si è voluto sbilanciare. «Siamo effettivamente in contatto con i nostri amici venezuelani», si è limitato a dire ricordando che i due Paesi sono vincolati da «diversi obblighi contrattuali». Da ultimo, l'accordo di partenariato strategico ratificato da Mosca il 21 ottobre, non a caso dopo che Trump aveva ordinato di attaccare le imbarcazioni venezuelane e dato mano libera alla Cia nel Paese.

 

vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse

Maduro teneva a ricordare agli Usa di avere amici potenti e a Vladimir Putin di avere un partner leale a soli 2.500 km dalla Florida. Non è un'intesa isolata. Sono circa 350 gli accordi bilaterali in vigore tra Mosca e Caracas, come la fabbrica di Kalashnikov inaugurata lo scorso luglio nello stato venezuelano di Aragua.

 

[...]

 

La consegna di diversi battaglioni S-300vm ha rafforzato la capacità del Paese di proteggere le strutture critiche dai raid aerei. I sistemi russi Pantsir-S1 e Buk-M2E sono stati recentemente consegnati a Caracas da aerei da trasporto Il-76». E nulla impedirebbe alla Russia di fornire al Venezuela armi più moderne «come l'Oreshnik o i collaudati missili Kalibr. Nessun obbligo internazionale impedisce alla Russia di farlo».

 

DONALD TRUMP - VOLODYMYR ZELENSKY - CASA BIANCA, 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSE

In realtà a trattenere la Russia sono puri calcoli d'opportunità, come ha osservato Sergej Kurginjan, politologo e leader del movimento nazionalista "Essenza del tempo", intervistato da Radio Zvezda di proprietà del ministero della Difesa. Al momento, ha spiegato, «la Russia siede su due sedie… Se decidessimo davvero di armare completamente l'esercito venezuelano - e il Venezuela ha soldi, quindi perché non dovremmo? -, allora in un paio d'anni potremmo equipaggiarlo abbastanza bene che neppure la superiorità aerea statunitense sarebbe garantita. Potremmo testare alcune cose. E sarebbe soltanto l'inizio».

 

Per ora la Russia si astiene. «È amichevole con Caracas, ma moderatamente, perché spera in negoziati con gli Stati Uniti». E così facendo «irrita sia gli Stati Uniti con la sua amicizia, sia il Venezuela con la sua moderazione». Ma se le speranze di rilanciare il dialogo con Trump venissero meno, allora «potrebbe iniziare a cooperare realmente con il Venezuela. E inizierebbe il peggio», ha avvertito.

 

MADURO PUTIN

Più cauto l'analista militare Rostislav Ishchenko. Rispondendo alle domande dei lettori della rivista Voennoe Delo (Affari militari), ha affermato che la Russia non sarebbe in grado di fermare gli Usa se davvero dichiarassero guerra al Venezuela.

 

Quello che potrebbe fare, ha scritto, sarebbe «sostenere Caracas con denaro, armi e sostegno politico ed economico, e contribuire a rompere eventuali blocchi, a condizione che il regime di Maduro si dimostri sufficientemente stabile da offrire una vera resistenza».

 

nicolas maduro bitner villegas

La verità — lasciano trapelare in tanti tra le righe — è che, se anche lo volesse, con le sue forze impegnate in Ucraina, Mosca non sarebbe in grado di intervenire al fianco di Caracas. Ciò non toglie che cercherà di sfruttare a suo vantaggio la tensione tra Usa e Venezuela, come ogni "fronte secondario", concetto chiave nel pensiero strategico sovietico. Innanzitutto, per distogliere l'attenzione dall'Ucraina. [...]

 

NICOLAS MADURO