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PER SALVARE FACCIA E CONTI, FITTO VUOLE UN NUOVO AIUTINO DA BRUXELLES SUL PNRR – IL MINISTRO ULTRAMELONIANO NON PUÒ PIÙ NEGARE I RITARDI SULL’ATTUAZIONE DEL RECOVERY, CON IL CONSEGUENTE RISCHIO DI PERDERE MILIARDI DI FONDI. MA ESCLUDE LA RICHIESTA ALL'UE DI UNA “PROROGA GENERALE” OLTRE IL 2026 PER LA MESSA A TERRA DEI PROGETTI, COME VORREBBE INVECE GIORGETTI – L’OBIETTIVO DI FITTO È OTTENERE UN RINVIO DI POCHI MESI PER I COMUNI CHE RISPETTERANNO IL TARGET DELL’85-90% DEI CANTIERI – LA NUOVA COMMISSIONE (NON VOTATA DALLA DUCETTA) ACCETTERÀ UNA NUOVA REVISIONE DEL PNRR? 

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

giancarlo giorgetti raffaele fitto

Di una proroga generale del Pnrr non ne vuole sentire neppure parlare. Anche se in pubblico è costretto quantomeno a tollerare l’esistenza del dibattito per non sbattere contro il collega dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che spinge per il rinvio della scadenza. Ma sulle mini-proroghe per i progetti in ritardo, Raffaele Fitto sì che è in ascolto. Di più. È l’ideatore della soluzione emergenziale. Pronto a farsene carico davanti alla Commissione europea, che dovrà validare o meno la richiesta.

 

Ecco il Pnrr fragile: una parte, non ancora quantificata, del Piano nazionale di ripresa e resilienza deve alzare già bandiera bianca di fronte al termine del 30 giugno 2026. I ritardi sono evidenti, il tempo a disposizione per recuperare il terreno perso è insufficiente. [...]

 

PNRR

Eppure appena sei mesi fa, con l’approvazione del decreto recante «ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano», il governo auspicava uno scenario decisamente diverso. La cosiddetta norma sulla responsabilizzazione dei soggetti attuatori, come è stata battezzata da Fitto, intimava ministeri e Comuni ad aggiornare il cronoprogramma procedurale e finanziario di ogni singolo investimento sulla piattaforma di rendicontazione ReGiS. In caso di «incoerenze » o «disallineamenti» rispetto alla tabella di marcia - recita la norma - scattano i poteri sostitutivi di Palazzo Chigi.

 

Il ministro per il Pnrr sperava così di spingere i titolari dei dicasteri e i sindaci ad accelerare, anche prevedendo un ultimo step da brividi. È riportato sempre nel provvedimento approvato dal Cdm il 26 febbraio: se la Commissione accerterà «l’omesso ovvero l’incompleto conseguimento degli obiettivi finali di realizzazione », allora i soggetti inadempienti dovranno restituire gli importi percepiti. Il risultato? Opere incompiute e soldi da ridare indietro.

 

raffaele fitto giancarlo giorgetti

Lo scenario catastrofico si fa più vicino ora che i risultati del check-up scaduto il 23 luglio sono arrivati sulla scrivania del ministro per il Pnrr. [...] I dati definitivi saranno noti tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre perché la Struttura di missione ha avviato nel frattempo una serie di interlocuzioni con le Unità di missione dei singoli ministeri per capire se rispetto al censimento attuale ci sono investimenti che possono rientrare tra quelli virtuosi. Ma per altri il destino è segnato.

 

È proprio per evitare che si avveri lo scenario peggiore che Fitto sta pensando di attivare l’exit strategy dei mini-rinvii. Il veicolo auspicato è una nuova revisione tecnica del Piano, la seconda dopo quella approvata il 14 maggio dal Consiglio Ue.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto

Lì dentro - è l’idea - finiranno tutti quei progetti che già oggi si prevede di riuscire a far avanzare, entro il 30 giugno 2026, solo fino a raggiungere l’85-90% del target. L’impossibilità di arrivare al 100% entro la scadenza dovrà essere certificata dal soggetto attuatore con tanto di documento ufficiale. Sarà la cabina di regia del Pnrr a prendere atto dell’impegno monco. E questo perché Fitto vuole che «ognuno si assuma la propria responsabilità». Vale anche il contrario: chi è sicuro di arrivare alla dead line con l’opera completata dovrà metterlo nero su bianco.

 

raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni

[...] La definizione della flessibilità è ampia e dipende comunque dall’atteggiamento dell’Europa. Un motivo in più, suggeriscono fonti di governo, «per mandare Fitto a fare il commissario». La trattativa sul Pnrr, intanto, è stata già messa in conto.

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