DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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— Micòl Flammini (@Micol_Fla) October 15, 2023
POLONIA: FINALI, AL PIS 35% MA COALIZIONE-TUSK HA UN 54%
donald tusk alla sede di piattaforma civica a varsavia dopo le elezioni
(ANSA) - Anche al termine (100%) dello spoglio dei voti delle elezioni parlamentari in Polonia di domenica scorsa, si conferma che il partito nazionalista "Diritto e Giustizia" (Pis) guidato da Jaroslaw Kaczynski è arrivato primo, con il 35,38% dei voti, seguito dall'alleanza elettorale europeista "Coalizione Civica" (Ko) di Donald Tusk, che ha ottenuto il 30,70%. Ko è però la reale vincitrice dato che ha intenzione di coalizzarsi con due formazioni minori aggregando il 53,71% dei voti mentre il Pis è isolato. I dati sono riportati sul sito internet della Commissione elettorale nazionale polacca.
notte elettorale al pis a varsavia
L'alleanza di centro-destra "Terza Via", che ha dichiarato di volersi coalizzare con la Ko, ha ottenuto il 14,40% e quella social-democratica "La Sinistra", altro partner di Tusk, l'8,61%. Il partito di estrema destra "Confederazione", che non intende allearsi con il Pis, con il 7,16% è l'ultima delle cinque formazioni che hanno superato le soglie di sbarramento ed entrano nel Sejm, la decisiva Camera bassa del parlamento polacco. I risultati finali hanno uno scostamento massimo di meno di due punti rispetto all'exit poll di domenica sera.
LE ELEZIONI POLACCHE DIMOSTRANO CHE LA POLONIA È UNA DEMOCRAZIA MATURA
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
mateusz morawiecki jaroslaw kaczynski
Spesso i grandi cambiamenti in Europa iniziano dalla Polonia. Lech Walesa, il leader di Solidarnosc e della rivoluzione che investì tutto il paese più di trent’anni fa, lo ripete ogni volta che può: la prima spallata al Muro di Berlino l’ha data Danzica, quindi lui, quindi i suoi concittadini.
Domenica è successo che i polacchi, quelli che trent’anni fa erano già adulti, ma soprattutto i figli e i nipoti, si sono messi pazientemente in fila davanti ai seggi, hanno atteso con le borse termiche e le tazze di té in mano in un giorno di freddo il loro turno per votare. Ed è successo che quel voto è una conferma di quanto la democrazia polacca sia matura e di quanto loro, i polacchi, cittadini e opinione pubblica, ci tengano a preservarla […].
[…] E’ successo che Donald Tusk ha vinto pur arrivando secondo, posizione che per lui, da maratoneta esperto che corre a ogni latitudine e temperatura, non era mai stata così tanto gradita. Lo spoglio più lento del previsto ha confermato gli exit poll che indicavano un vincitore troppo solitario per poter governare e sprovvisto di alleati: il PiS ha vinto ma non ha abbastanza numeri né alleati collaborativi a cui appoggiarsi perché Konfederacja, il partito di estrema destra che qualche mese fa sembrava pronto a diventare il terzo più votato del paese, si è fermato al 7 per cento e a una manciata di deputati da portare in Parlamento, insufficienti ad aiutare il PiS a formare il terzo governo consecutivo in otto anni.
Un’alleanza con Jaroslaw Kaczynski è difficile da accettare, è bravo a convincere e comprare, ma chiunque abbia accettato si è ritrovato politicamente distrutto. Dopo averne visti tanti masticati e neutralizzati, i partiti di oggi non accettano neppure di trattare con il PiS.
Donald Tusk invece ha lavorato sulle alleanze ed esiste già un […] blocco unico che è pronto a governare insieme ed è costituito dalla Coalizione civica guidata dall’ex premier ed ex presidente del Consiglio europeo, da Sinistra e da Terza via.
[…] Adesso si tratta di attendere, perché […] sarà probabile che il presidente Andrzej Duda dia prima al PiS, il suo partito, il mandato di formare un governo, attenderà il suo fallimento fino a dicembre e poi chiamerà Donald Tusk, la sua Coalizione civica, i suoi alleati, il suo simbolo: il cuore rosso e bianco.
Adam Bodnar è un avvocato, un attivista per i diritti umani, fa parte del partito di Tusk ed è entrato in Senato. […] Dice al Foglio che “l’opposizione è riuscita a vincere le elezioni anche grazie ai cittadini che da otto anni hanno protestato e sono riusciti a preservare i valori democratici” […].
“Abbiamo invertito la rotta che ci stava portando verso l’autoritarismo e abbiamo dimostrato al mondo e all’Europa che con grande energia, determinazione, costanza si possono battere anche i governi che cercano di erodere diritti e valori democratici. E’ sempre stata questa la forza travolgente della Polonia, la grande differenza con la vicina Ungheria: i polacchi hanno vigilato, protestato e nel momento in cui il rischio di perdere la democrazia si faceva concreto, per il governo sono stati un tormento.
[…] C’è chi inizia a parlare di chi sarà il prossimo premier. I più cauti dicono di non sapere, i più emozionati fanno senza esitazione il nome di Tusk e dicono: “Tutto questo l’ha fatto lui”, indicando un qualcosa davanti a loro come se stessero contemplando il disegno di una nuova Polonia. Chi è in vena di pettegolezzi racconta che Tusk sarà il premier sparigliatore, quello che troverà il compromesso con gli alleati, che affronterà tutti problemi a muso duro contro un’opposizione che non sarà semplice da gestire, in quanto numerosa, e poi, quando le cose saranno più tranquille lascerà il posto a qualcuno più giovane.
In pochi temono colpi di mano da parte di Kaczynski, rispondono che la forza della Polonia è democratica, e i polacchi hanno dimostrato cosa sono disposti a fare, cosa pensano del leader del PiS, al quale l’ex ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski, frequente bersaglio della propaganda della televisione pubblica, augura una serena pensione politica.
Domenica Tusk, come sempre, era andato a correre, aveva percorso quasi nove chilometri lungo un tragitto fra i boschi che casualmente aveva proprio la forma di un cuore. Poi era tornato a casa e aveva messo di fronte al suo gatto Rudy due ciotole, una con la scritta Ko (Coalizione civica), l’altra con la scritta PiS. Rudy aveva scelto la prima. Alla serata elettorale era arrivato con una consapevolezza: il cambiamento era già iniziato, i segnali c’erano tutti.
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