manifestazione a kiev contro zelensky

PER ZELENSKY SI METTE MALE: ABBANDONATO DAGLI USA, ORA DEVE FARE ANCHE I CONTI CON IL DISSENSO IN PATRIA - NEL VILLAGGIO DI BUZKE, NELLA REGIONE DI MYKOLAIV, I CIVILI HANNO PRESO A BASTONATE I RECLUTATORI DELL'ESERCITO, E I MILITARI HANNO RESPINTO I MANIFESTANTI SPARANDO DEI PROIETTILI DI GOMMA - VENERDÌ SCORSO UNA FOLLA INFEROCITA HA ASSALTATO UN CENTRO DI RECLUTAMENTO A LOKOMOTYV, IN VINNYTSIA, DOVE C'ERANO UN CENTINAIO DI GIOVANI ARRUOLATI FORZOSAMENTE - LA GENTE È STANCA DOPO TRE ANNI E MEZZO DI GUERRA, E L'UNITÀ INTORNO ALL'EX COMICO SI STA FRANTUMANDO - TUTTO SI È ROTTO CON LA LEGGE (POI RITIRATA) CHE COMMISSARIAVA LE AGENZIE ANTI-CORRUZIONE. UN TENTATIVO DELL'EX COMICO DI PROTEGGERE I SUOI: NEI GIORNI SCORSI CI SONO STATI NUOVI ARRESTI: ANCHE UN PARLAMENTARE DEL PARTITO DEL PRESIDENTE È FINITO IN MANETTE PER MAZZETTE NELL'ACQUISTO DI DRONI...

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Estratto dell'articolo di Paolo Brera per "la Repubblica"

 

MANIFESTAZIONE A KIEV CONTRO ZELENSKY

Con le mazze e con i tubi, la gente di Buzke ha detto di non essere d'accordo. Alle due di ieri pomeriggio hanno preso d'assalto i reclutatori a caccia di passanti, ed è finita a bastonate contro pistolettate (caricate solo a pallini, per fortuna, dai militari). Un bel po' di bendature da entrambe le parti, un'indigestione di polemiche sui social e nei commenti ai resoconti dei giornali.

 

Una novità? Niente affatto: venerdì notte una folla inferocita richiamata dai video delle mogli su tik-tok aveva assediato lo stadio del Lokomotyv a Vinnytsia: c'erano rinchiusi un centinaio di ragazzi accalappiati tra la folla e convinti con le cattive a rinforzare le lacune al fronte.

volodymyr zelensky giorgia meloni - conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma

 

Ma non è solo la mobilitazione dei renitenti alla leva a far inferocire gli ucraini facendoli scendere in piazza. Per più di tre anni hanno sopportato qualsiasi decisione del potere nel nome di un'indispensabile unità di fronte all'invasore: ora non più. 

 

Venerdì sera, quando il presidente Zelensky è andato a porgere un mazzo di fiori davanti al palazzo popolare di Kiev in cui le ruspe avevano recuperato i 31 cadaveri degli uccisi da un Iskander russo, ad aspettarlo insieme ai giornalisti c'erano i vicini di casa dei morti. «Come possiamo aiutare?», domanda il presidente con lo sguardo dolente.

MANIFESTAZIONE A KIEV CONTRO ZELENSKY

 

«Fai finire questa guerra il più velocemente possibile», lo affronta una donna. «Non abbiamo più la forza di sopportarlo, capisci? Non riusciamo a dormire, i nostri figli sono nascosti da qualche parte nei villaggi, non ce la facciamo più». «La faremo finire», promette Zelensky, ma lei insiste: «Fermala a qualsiasi condizione. Fai qualcosa!». 

 

Un dialogo simile, fino a pochi mesi fa sarebbe stato semplicemente impossibile. Con i russi in casa, il dissenso non è tollerato. Da tre anni esiste un unico canale di informazione televisiva a reti unificate. Oppositori come il deputato Oleksandr Dubinskyi o l'ex consiglierie di Zelensky, Oleksij Arestovych, sono rispettivamente in carcere e in esilio; dissidenti come il blogger cileno-americano Gonzalo Lira sono morti in cella dopo essere stati arrestati dai Servizi.

volodymyr zelensky consiglio d europa

 

Il clima, con la democrazia limitata dalla legge marziale, è tale che quando abbiamo intervistato una deputata di primo piano vicinissima alla presidenza, ci ha dato appuntamento in un pub con una musica assordante: «Così non ci sente nessuno». Precauzione non isolata: un eminente economista ci pregò di non citare i critici: «Mi farebbero sparire, e non troverei nessuno a difendermi». 

MANIFESTAZIONE A KIEV CONTRO ZELENSKY

 

Ma il vento sta cambiando. Da Kiev a Leopoli, da Odessa a Dnipro, migliaia di ucraini sono scesi in piazza per difendere la democrazia e costringere la presidenza a ritirare la legge salva corrotti: la «protesta dei cartoni», che ha costretto Zelensky a fare marcia indietro, è la prima rivolta popolare dopo il tentativo che fecero le donne di riportare a casa i mariti, al fronte senza congedi. [...]

volodymyr zelensky MANIFESTAZIONE A KIEV CONTRO ZELENSKY