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DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…
1. DAGONEWS
Perché Berlusconi, puntando su Bertolesso al Campidoglio, vuole perdere Roma? Tutti i sondaggi, tutti i politologi, hanno scritto e ribadito che un centrodestra unito sotto la lista civica di Alfio Marchini avrebbe ottime chance di conquista del primo comune italico.
Come mai il Banana di Arcore che, in primo momento aveva lottato pro-Arfio contro una “Borgia” Meloni contrarissima al “comunista palazzinaro”, poi di colpo ha cassato Marchini e ha tirato fuori dalla tasca il nome di un perdente come Bertolaso, gravato com’è da ben due processi in corso?
Semplice: secondo fonti autorevoli, la scelta “tafazza” sarebbe nient’altro che un regalino di Berlusconi a Renzi in cambio del mantenimento della pax televisiva. Il famigerato Patto del Nazareno, del resto, aveva “rinnovato” a suo tempo il patto di non belligeranza tra i due colossi tv. Ecco che viale Mazzini da anni sforna un palinsesto che faceva felice Piersilvio: mai più scontri fratricidi, una serata a te, una a me, e contenimento dei costi nei programmi e negli artisti. Smack, smack tra il Biscione di Cologno Monzese e il Cavallo di viale Mazzini.
Ora, con la prossima decisione di mettere il canone nella bolletta della luce, facendo arrivare nelle casse della Rai la cuccagna di 300 milioni, ha messo in allarme la famiglia di Arcore. Ma a gridare allo scandalo però sui giornali troviamo solo la voce di Urbanetto Cairo. Con l’operazione Bertolaso, infatti, Berlusconi si è garantito che da Saxa Rubra e da viale Mazzini tutto continuerà come prima.
Del resto, perdere il Campidoglio, per il ducetto di Rignano sarebbe una tragedia per la sua immagine “vincente”. Aggiungere che gli altri comuni in ballo sono una miccia vagante per Matteuccio – Fassino a Torino con la spina nel fianco di un possibile ballottaggio con la grillina Chiara Appendino, De Magistris che a Napoli farà un sol boccone della renziana Valente. A Milano, poi, Sala è minacciato da vari antagonisti sinistrati, oltre che da uno Stefano Parisi che non dispiace alla maggioranza silenziosa meneghina (Mediaset però tifa Mister Expo).
Ecco: malgrado il casino di Marino, prima difeso da Renzi e poi gettato nel cassonetto, Roma non deve cadere nelle mani del centrodestra. E con il perdente Bertolaso non ci cadrà: il povero Giachetti se la vedrà al ballottaggio con la grillina Virginia Raggi.
2. LA MOSSA DI VERDINI “SÌ A SALA E GIACHETTI ANCHE ALLE PRIMARIE”
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
matteo renzi e berlusconi 0aa87941
«Facciamola semplice, che manca poco alle amministrative: alle comunali di Milano aiutiamo Sala, senza dubbio il migliore in campo. E a Roma abbiamo il dovere di andare a votare alle primarie per Giachetti. È importante che vinca lui». Denis Verdini spinge ancora sull’acceleratore, in direzione Matteo Renzi. Una strategia in tre mosse anticipata riservatamente in queste ore ai suoi parlamentari: «Ai gazebo dobbiamo dare una mano ai candidati renziani. Se vincono, faremo campagna elettorale per loro. E, dov’è possibile, presenteremo liste civiche alleate con il Partito democratico». Un nuovo miglio è percorso.
BERLUSCONI VS RENZI BY GIANNELLI
Il vero test si gioca nelle grandi città. Si parte dalla Capitale, dove il renziano Roberto Giachetti è impegnato in un duello all’ultimo sangue con Roberto Morassut. Fiutata l’aria, scendono in campo i verdiniani capitanati da Ignazio Abrignani, che del ras toscano è amico e braccio destro: «Io - confida alla Camera - ho già chiesto ai miei amici di andare ai gazebo per votare Giachetti. Ci andrò anche io, perché è ormai chiaro che Roberto gioca una partita ad alto rischio. Se vince lui, presenteremo una lista civica che lo sostenga. Siamo coerenti, mica come Alfano che decide di volta in volta con chi stare». E se invece Giachetti perde? «In quel caso non sosterremo certo Morassut. Noi aiutiamo candidati di centrosinistra, non di sinistra».
Lo sforzo degli ex berlusconiani approdati con l’ultima fiducia in maggioranza non si esaurisce con il caso romano. Verdini stravede per Sala, lo ha ammesso di recente in tv («fossi milanese lo voterei») e lo considera un ottimo manager. Per questo, adesso, rompe gli indugi e chiede ai suoi di sostenerlo. Se possibile dando vita anche a listoni civici nelle coalizioni di centrosinistra. E a Napoli? Si è deciso di non scegliere, lasciando “libertà di coscienza” nella sfida ai gazebo tra Antonio Bassolino e Valeria Valente.
Il renzismo attrae la pattuglia dei verdiniani, inesorabilmente. E Massimo D’Alema rigira il coltello: «Tra Renzi, Lotti, il gruppo fiorentino e Verdini - affonda -c’è un rapporto di amicizia e di solidarietà che viene da molto lontano. Si dice che Verdini lo abbia anche aiutato durante le primarie per fare il sindaco di Firenze». Sempre ai gazebo insomma si torna.
A quelli che hanno incoronato Enzo De Luca in Campania, con il soccorso del senatore di Ala Vincenzo D’Anna. Fino ai casi più recenti: l’ultimo a Cosenza, dove è già nata un’alleanza tra i dem e gli ex berlusconiani di Denis. I quali hanno prima costretto alle dimissioni il sindaco di centrodestra, poi si sono battuti come leoni per far passare la candidatura del renziano Lucio Presta. E ci sono riusciti, visto che il manager dei vip è già in campagna elettorale, alleato con Ala.
VERDINI RENZI BERLUSCONI CECCHI
I conti si faranno dopo le comunali. Nel frattempo, l’attivismo di Verdini giunge all’orecchio di Pierluigi Bersani. Passeggiando in Transatlantico, non trattiene il sorriso. Poi scandisce lapidario: «Votano alle primarie? Non avevo il minimo dubbio».
renzi con la bandana in testa come berlusconi
RENZI VERDINI
renzi berlusconi by vincino
verdini 2
renzi berlusconi ventriloquo
VERDINI E RENZI due
MATTEO RENZI E DENIS VERDINI
MATTEO RENZI E DENIS VERDINI
RENZI VERDINI
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