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ITALIA E FRANCIA: SIMUL STABUNT, SIMUL CADENT! PERCHE’ LA CRISI DI PARIGI NON È UNA BUONA NOTIZIA PER L’ECONOMIA ITALIANA - SE LA FRANCIA AVESSE UNA CRISI DEL DEBITO L’ITALIA SAREBBE IL PRIMO PAESE ESPOSTO AL CONTAGIO. INOLTRE, L’ITALIA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE O VEDER DEPERIRE IL MERCATO TRANSALPINO SOPRATTUTTO DOPO I DAZI DI DONALD TRUMP E LE PRESSIONI COMMERCIALI DELLA CINA…

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Federico Fubini per corriere.it - Estratti

 

macron meloni

(…) ci sono almeno due ragioni per le quali una crisi politica, di bilancio e di mercato delle Francia dovrebbe preoccupare classi dirigenti in Italia.

 

In primo luogo, perché è praticamente impossibile separare il destino finanziario dei due Paesi. Se Parigi dovesse realmente diventare l’epicentro di una nuova crisi del debito sovrano in Europa, l’Italia sarebbe la prima a trovarsi esposta al contagio.

 

Se i titoli pubblici francesi dovessero crollare di prezzo, molti investitori si chiederebbero dove si nascondono rischi simili oggi in Europa. Vedrebbero allora che a Sud-Est della Francia c’è un Paese con un tasso di crescita persino inferiore allo 0,7% atteso per la Francia quest’anno; con un debito pubblico ancora più alto, con molto meno «venture capital», meno start up, meno competenze e tecnologie e con ancora più sforzi da compiere per soddisfare i nuovi vincoli della Nato sugli investimenti nella difesa.

 

Quel Paese, ovviamente, è l’Italia. A quel punto potremmo veder crescere il premio di rischio di Roma. Per questo ha un interesse immediato a far sì che l’impasse politica a Parigi di sblocchi in modo costruttivo.

 

 

emmanuel macron donald trump giorgia meloni foto lapresse

C’è poi un’altra ragione concreta, quali che siano le preferenze politiche dei singoli, per cui l’Italia deve tifare Francia. Perché oggi quello è (anche) un mercato che l’Italia non può permettersi di perdere o veder deperire. Soprattutto dopo i dazi di Donald Trump e le pressioni commerciali della Cina, la Francia permette all’Italia un surplus negli scambi che contribuisce in modo sostanziale alla crescita.

 

Dopo gli Stati Uniti è il mercato rispetto al quale l’economia italiana ha il più vasto avanzo commerciale; ma, a differenza degli Stati Uniti, senza dazi in arrivo. Così nel 2024 le imprese italiane hanno esportato dall’altra parte delle Alpi beni per 61,5 miliardi di euro (secondo l’Istituto per il commercio estero) e ne hanno importati per 48,2 miliardi (secondo l’agenzia statistica transalpina Insee).

 

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La differenza a favore dell’Italia di oltre 12 miliardi di euro va direttamente ad alimentare la crescita del Paese. Il surplus con gli Stati Uniti è più ampio ma soggetto a un calo per colpa dei dazi, mentre con la Germania l’Italia ha addirittura un deficit commerciale. Dunque il mercato transalpino è fondamentale e una crisi finanziaria lo aggredirebbe come un virus dannosissimo. Insomma, l’Italia non ha niente di cui congratularsi per una crisi francese. Nella lingua all’origine degli idiomi di entrambi i Paesi, il latino, esiste persino un detto per esprimerlo: simul stabunt, simul cadent. 

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