DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGONOTA
Perché in Senato Renzi non ha provato a seppellire Conte, votando no? In primis perché non ha voluto rischiare la spaccatura all’interno di Italia Viva: se Bonifazi era pronto a votare no alla fiducia, altri erano a favore dell’astensione. E poi perché Renzi ha capito che se avesse fatto cadere il governo Conte-Casalino-Travaglio, mediaticamente sarebbe stato un disastro per lui.
Nei giorni scorsi, giornali e talk hanno ripetuto a loop che la mossa di uscire dal governo di Renzi, durante una pandemia da 600 morti al giorno, è una follia, evitando ovviamente di sottolineare i fallimenti degli ultimi mesi di Conte, a partire dall’estate del liberi-tutti,: dalla sanità alla mobilità, dai bonus a pioggia (quello che Draghi definirebbe "debito cattivo") all’immobilismo totale per l’apertura di nuovi progetti industriali ("debito buono").
post contro renzi di pierre cantagallo
Quasi nessuno degli opinionisti ed editorialisti ha poi fatto cenno all’impermeabilità del premier quando dal PD, Mattarella compreso, gli si chiedeva “collegialità” nelle decisioni, dal Recovery Plan al Mes. Renzi, nel suo ruolo di "demolition man", è riuscito a picconare l’avvocato solo al comando.
Nel suo discorso alla Camera, Conte ha accettato di mollare la delega ai servizi (vi ricordate? “L’autorità delegata spetta al premier”), ha accettato di portare in aula la nuova legge elettorale proporzionale (che aveva sempre bloccato), ha accettato le modifiche al Recovery Plan e di fare entro due/tre settimane l’indigesto rimpasto.
Ecco: tutte le istanze e contestazioni renziane le hanno ottenute Zingaretti e compagni, senza avere più tra i piedi quel toscano rompicoglioni.
Renzi è stato uccellato e poi gettato nel cassonetto dal PD, da una parte. Dall’altra, il disastro del Bullo è avvenuto, come già all’epoca del referendum che l’ha sepolto, proprio nel campo della comunicazione. Non è stato capace di far capire alla gente i motivi della sua battaglia per contro terzi (gran parte del PD) contro il ''contismo senza limitismo''.
Per quanto riguarda l'astio manifestato da giornali e talk, Renzi - da perfetto egomaniaco - non ha mai capito che in politica, ma anche nella vita, il carattere è più importante del talento. E l’arroganza non sostituisce una buona personalità. Sparare querele a pioggia (ne sa qualcosa Dagospia), non vuol dire "fare politica" ma solo continuare a fare il bullo del baretto di Rignano sull’Arno. Dove ad attenderlo c’è sempre un flipper.
PERCHE' RENZI SI E' ASTENUTO
Vittorio Feltri per "Libero quotidiano"
Tutti sanno che Giuseppe Conte, avendo ottenuto in Senato la "minoranza assoluta", avrà notevoli difficoltà a mandare avanti la baracca del governo, e molti sostengono che prima o poi crollerà.
È una ipotesi non peregrina, ma personalmente, conoscendo le debolezze dei signori del Palazzo, mi sento di scommettere che il premier riuscirà a resistere ad ogni attacco. Non perché egli sia bravo nel gestire la cosa pubblica, questo no. E lo abbiamo sperimentato.
GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY
Il problema è che nessun deputato (e nessun senatore) ha interesse a chiudere in anticipo la partita per un motivo terra terra: il desiderio, o meglio l' imperativo, di non lasciare la poltrona che ora c' è e va difesa fino alla morte, mentre in caso di elezioni anticipate sarebbe una impresa riuscire a riconquistarla. Per quale ragione? Il numero dei parlamentari, per effetto di una legge sconsiderata, è stato ridotto e le poltrone disponibili diminuite.
La politica la fanno gli uomini, i quali, benché forse abbiano degli ideali, sono pronti a tradirli allo scopo di tutelare i propri interessi di tasca: primum vivere, deinde philosophari. Quindi l' opposizione non si faccia molte illusioni di poter ribaltare la frittata. Certamente, avessimo un Capo dello Stato muscolare la faccenda avrebbe un esito diverso, infatti è arduo accettare un esecutivo allo sbando quale il nostro attuale, tuttavia Mattarella non ha il nerbo necessario a rimescolare le carte sciogliendo le Camere e indicendo nuove elezioni.
Da lui è lecito attendersi una spalmata di vaselina, di sicuro non un virile strappo. E affermiamo ciò con rispetto, avendolo visto all' opera negli ultimi anni. È una persona perbene, non un condottiero alla Cossiga, il presidente picconatore.
Qualcuno confidava in Matteo Renzi, era persuaso che costui fosse in grado di rompere il giocattolo del premier e invece, al momento di dargli il colpo finale, si è limitato ad astenersi. Come si spiega ciò è semplice dire. Se egli avesse votato no, come sarebbe stato apparentemente logico, il suo gruppo di affezionati allo scranno gli avrebbe voltato le spalle. E addio Italia Viva e condoglianze per la sua morte. Il resto è soltanto chiacchiera.
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