DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maria Berlinguer per "La Stampa"
Non è consigliabile per la postura, per l'igiene e anche per la produttività. Si sa che il talamo dovrebbe essere anche per i più pigri il posto ideale per il sonno e (eventualmente) per il sesso. Ma causa pandemia il letto è diventato per molti in questi lunghi mesi di smart working il posto di lavoro.
E come il pigiama è stato l'accessorio di abbigliamento più venduto del 2020, preferito ai tradizionali capi da esibire in una socialità evaporata per il Covid, impazzano sui siti le offerte di mini scrivanie e tavoli d'appoggio per lavorare al computer da sdraiati. E non si tratta solo di indolenza o pigrizia.
Con i bambini che non vanno a scuola e adolescenti rumorosi costretti da mesi alla Dad (Didattica a distanza) in un appartamento magari angusto, il letto potrebbe essere l'unico posto in cui si trovare un po' silenzio e riservatezza.
E così è stato per un quarto dei lavoratori da remoto, secondo quanto scrive The Guardian. Durante il primo blocco, un sondaggio di Uswitch.com ha rilevato che un quarto degli impiegati domestici aveva lavorato dal letto.
a letto meglio andare a dormire e fare altro
Dieci mesi dopo l'esplosione del contagio, la percentuale è cresciuta ancora. «Abbiamo scoperto che fino al 40% delle persone che hanno lavorato da casa durante il blocco ha lavorato dal proprio letto a un certo punto» afferma Catherine Quinn, presidente della British Chiropractic Association.
Un'impresa che ha gioco forza costretto molti di loro a doversi frettolosamente ricomporre per una video riunione a sorpresa, buttandosi fuori dal piumone per frugare nell' armadio alla ricerca di un indumento con il quale presentarsi. Cosa che non sempre è riuscita, come testimoniano le molte gaffe finite in rete che immortalano fior di professionisti in giacca e mutanda. Letteralmente.
mobili creativi per lavorare sdraiati
Eppure si sa che trasformare il letto in ufficio fa male alla salute mentale e fisica. Secondo gli esperti praticare lo smart working dal letto comporta alla lunga problemi alla schiena. Il sonno non è più lo stesso e anche l'igiene è seriamente messa a rischio.
Lavorare appoggiati al cuscino è insomma una cattiva idea. Secondo gli studi, gli esseri umani rilasciano 15 milioni di cellule della pelle ogni notte che moltiplicati per una settimana fanno 5 milioni di batteri sparsi tra le lenzuola.
Immaginate ora la cifra moltiplicata per le ore della giornata e avrete i brividi. Il cibo preferito da acari e simili. Uno studio dimostra che federe e lenzuola dopo una settimana possono contenere più batteri di quanti se ne trovano sulla tavoletta del water. Al netto del conteggio di briciole e avanzi di cibo. E senza considerare i danni alla circonferenza. Se lavorare a casa ci ha regalato dei chili in più per gli agguati al frigorifero, restando a letto non bruciamo calorie. Meglio, quindi, tornare alla scrivania.
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