giorgia meloni a maputo col presidente del mozambico filipe nyus

"IL PIANO MATTEI? NON SI È ANCORA MINIMAMENTE CAPITO COSA SIA" - IL FOGLIO: "SULLA STRATEGIA DELLA MELONI PER RENDERE L’ITALIA UN HUB ENERGETICO REGNA IL MISTERO. LA CONFERENZA ITALIA-AFRICA E’ STATA RIMANDATA A GENNAIO 2024. TUTTO DIPENDE, COME HA SPIEGATO LA SORA GIORGIA DURANTE LA VISITA IN MOZAMBICO, DAGLI SVILUPPI DELLA CRISI IN MEDIO ORIENTE - MA I PRINCIPALI ACCORDI PER LA DIVERSIFICAZIONE ENERGETICA, A PARTIRE DA QUELLO CON L’ALGERIA, ERANO STATI AVVIATI DA MARIO DRAGHI. E’ TUTTA, QUINDI, UNA FACCENDA DI RIDENOMINAZIONE DEL PREGRESSO?”

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Estratto da il Foglio

giorgia meloni a maputo col presidente del Mozambico Filipe Nyusi

 

Certo è apprezzabile lo sforzo, il tentativo perfino titanico di convincere – anzitutto se stessi – della consistenza di questo futuribile Piano Mattei. Ed è apprezzabile pure il fatto che proprio in politica estera, campo in cui si promettevano sfracelli fino a poco tempo fa, Giorgia Meloni provi a guardare lontano, a scommettere su progetti di lungo periodo e non su slogan pronto uso. Solo che pure le migliori ambizioni, se non poggiano su solide basi, si rivelano velleità: ed è in questa strettoia che resta incastrato, da mesi, il Piano Mattei.

 

(...) Cosa sia nessun lo sa. Né lo si saprà a breve, come pure Meloni aveva promesso, ché la Conferenza Italia-Africa, quella che a inizio novembre avrebbe dovuto svelare il mistero, è stata rimandata a gennaio. Per ora. Poi si vedrà. Perché tutto dipende, la premier lo ha spiegato ieri durante la visita in Mozambico, dagli sviluppi della crisi in medio oriente. Il che è pure ragionevole, beninteso. Solo che dimostra la fragilità di un piano che se ha davvero qualcosa, oltre accordi più o meno definiti in campo energetico, non si è ancora minimamente capito cosa sia; e se invece è tutto lì, nella stipula di accordi commerciali incentrati sul gas, finirà inevitabilmente per restare soggetto alle convulsioni costanti della politica africana e medio orientale.

giorgia meloni a maputo col presidente del Mozambico Filipe Nyus

 

E dunque, di cosa stiamo parlando? Lo sfruttamento di nuovi giacimenti, come quello a nord delle coste del Mozambico, era già stato programmato da Eni almeno due anni fa. I principali accordi per la diversificazione energetica, a partire da quello con l’Algeria, erano stati avviati da Mario Draghi. E’ tutta, quindi, una faccenda di ridenominazione del pregresso?

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