
AZZ! LA DUCETTA CI STA PENSANDO DAVVERO DI PORTARE L’ITALIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026 - PERCHÉ…
IL PIANO DI RENZI PER BATTERE MELONI ALLE ELEZIONI: SERVE UNA ALLEANZA CHE VADA DA CALENDA A CONTE – “NEL 2027 SARÀ UN REFERENDUM SULLA PREMIER: NON CI POSSIAMO DIVIDERE NEL CENTROSINISTRA. SE LO FACCIAMO ANCORA, COME NEL 2022, RIVINCONO LORO” – "CALENDA? NON SIAMO DIVISI DA DIFFERENZE CARATTERIALI, MA DAL GIUDIZIO SULLA PREMIER. LUI LA GIUDICA UNA STATISTA INTERNAZIONALE, IO UNA INFLUENCER INCAPACE" – "LA TERZA VIA DEI VOLENTEROSI? MA PENSATE CHE TAJANI LASCI IL GOVERNO PER ANDARE CON CALENDA E PICIERNO?”
Concetto Vecchio per “la Repubblica” - Estratti
Senatore Matteo Renzi, Carlo Calenda l’ha esclusa dal suo progetto dei volenterosi.
«Ha fatto bene. Lui ha giudicato Meloni una statista internazionale, io la ritengo un’influencer non all’altezza di guidare l’Italia. È stata un’operazione di chiarezza: con Calenda non siamo divisi da differenze caratteriali, ma dal giudizio sulla premier».
Cosa pensa dell’invito alla premier?
«Mi ha colpito l’ovazione che le hanno tributato i delegati: quell’applauso ci divide. Loro pensano che in politica estera lei sia bravissima, io penso che sia un’incapace anche in politica interna».
Calenda rivendica il suo sguardo pragmatico.
«Bollette, dazi, sanità: si sta con Meloni o si lavora per l’alternativa?».
I volenterosi sognano una terza via.
«Ma lei pensa davvero che Tajani lasci il governo per andare con Calenda e Picierno? Più facile che la Fiorentina quest’anno vinca lo scudetto».
I riformisti sembrano a disagio.
«Chi lascia il Pd non va in Azione. Mentre chi lascia Azione va con Meloni. Gelmini, Carfagna, Castiglione, Versace sono transitati in maggioranza, che infatti si ritrova con un pugno di voti in più».
Dare alla premier dell’incapace non è eccessivo?
«È la verità. Vogliamo parlare del centro in Albania, un assurdo spreco di soldi e forze di polizia? O del caso Almasri? O del fatto che in politica estera sta con chi le fa comodo?».
In che senso?
«Era per Putin, poi si è schierata con Zelensky. È passata da Biden a Trump. L’altro giorno Vance ha fatto un attacco violentissimo all’Europa e lei lo ha giustificato sul Financial Times ».
A lei questa Europa piace?
«No. Ma mi piace più questa Europa di questi Stati Uniti. Von der Leyen purtroppo non è De Gasperi, ma la verità è che Meloni guarda a Budapest, mentre noi guardiamo a Ventotene. Molti, anche a sinistra dicono a bassa voce: “Però è brava…”».
Non lo è tecnicamente?
«Se il paragone è Salvini sono tutti bravi. Ma i risultati non arrivano. Nel 2027 sarà un referendum su di lei: non ci possiamo dividere nel centrosinistra. Se lo facciamo ancora, come nel 2022, rivincono loro. Io lavoro per l’alternativa».
Può cambiare la legge elettorale?
«Un’altra illusione. Se cambia la legge Meloni dice addio a Chigi. Non lo farà».
Alla fine Meloni non dovrà scegliere l’Europa?
«Non può uscirne. Ma se insiste coi sovranisti saremo messi ai margini. Già adesso non contiamo niente. Doveva fare da pontiera tra Bruxelles e Washington e al momento non è stata nemmeno ricevuta alla Casa Bianca. Non metto in conto la scampagnata fatta per il giuramento».
Lei avrebbe votato il piano per il riarmo?
«Io sì. Anche se non penso affatto che sia un piano ideale. È stato pensato male, scritto peggio. La von der Leyen è una burocrate».
Perché l’avrebbe votato allora?
«Perché in attesa della difesa europea non abbiamo altra scelta. Ma bisogna stabilire che per ogni euro speso nella sicurezza bisogna spenderne un altro nell’istruzione, come stabilimmo, ai tempi del mio governo, al vertice Nato del 2014 in Galles».
Sta girando il Paese col libro su Meloni: gli elettori di centrosinistra sono più indulgenti con lei?
«Non cerco indulgenze, faccio politica. E se siamo primi in classifica saggistica è perché diciamo dico pane al pane e vino al vino. Incontriamo persone, ascoltiamo storie: mi ha sconvolto il caso di Mazara del Vallo dove la sanità siciliana ha dimenticato di avvisare 206 persone che hanno un tumore. Provo orrore per tanta superficialità di Schifani and company ».
SCHLEIN, CONTE, BONELLI, FRATOIANNI
La vera partita non si giocherà sui dazi?
«Sì, ed è per questo che noi vogliamo rappresentare gli imprenditori terrorizzati dalle tariffe. Va dato un tetto al mondo produttivo nel centrosinistra. Il sovranismo uccide il made in Italy».
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IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
calenda renzi
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matteo renzi in albania 3
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