DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Marco Gasperetti per il ''Corriere della Sera''
Il numero di firme per chiedere e ottenere il referendum, 1.794 per l’esattezza, è già stato raggiunto, anche se i promotori di quello che diventerebbe la prima consultazione in Italia contro la costruzione di una moschea frenano più per scaramanzia che per convinzione: «La raccolta continua, è bene superare quota duemila per essere sicuri, ci potrebbero essere errori, ripetizioni...».
Il progetto del luogo di culto musulmano, con la variante urbanistica approvata dal Comune di Pisa a guida Pd, è quasi una realtà e nel quartiere di Porta a Lucca, la comunità islamica pisana è pronta all’evento. Salvo che il referendum, che potrebbe essere deciso a novembre, non dia un responso «politico» così forte da far decidere Palazzo Gambacorti (l’antica sede del Comune) a riconsiderarlo.
I referendari, guidati da tre esponenti di Forza Italia, sono certi di avere la maggioranza. «Secondo un sondaggio commissionato a Renato Mannheimer il 57 per cento dei pisani è contrario alla moschea — spiega Gianluca Gambini, membro del Comitato #Nomoschea e consigliere provinciale Fi —. Non solo perché nascerebbe in un luogo sbagliato ad appena 400 metri in linea d’aria dalla Torre Pendente, ma perché sanno che le moschee sono luoghi a rischio radicalizzazione e non assorbono i piccoli centri islamici che sono nati in città».
Dubbi anche sul finanziamento, 4,5 milioni, giudicato poco trasparente. Ad appoggiare il comitato è arrivato giorni fa anche Magdi Cristiano Allam. «Il Comune di Pisa ha venduto il terreno all’Ucoii (l’Unione delle comunità islamiche italiane ndr), che ideologicamente rappresenta i Fratelli Musulmani, un movimento radicale islamico – spiega Allam –. I finanziamenti arrivano da una fondazione del Qatar, la stessa che ha versato all’Ucoii 25 milioni di euro per costruire 33 moschee».
Il referendum è consultivo, dunque non ha nessun potere di cancellare decisioni già prese, ma ha un valenza politica rilevante. Il quesito, per non rischiare d’essere bocciato per incostituzionalità, non rammenta mai il nome moschea ma un progetto urbanistico. Dunque, se si arriverà al voto, si voterà una sorta di quesito mascherato. «Essendo improponibile perché discriminatorio quello sulla moschea si è puntato al quesito urbanistico — spiega il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi —.
Un pasticcio, insomma, con il quale s’intenderebbe aggirare i tre articoli della Costituzione, 3, 8 e 19, che tutelano le libertà religiosa e di culto. E si andrebbe contro al diritto internazionale contro ogni discriminazione». Dal Comune fanno sapere poi che da oltre venti anni i musulmani pisani si riuniscono già in una piccola moschea in centro e nessun cittadino ha mai protestato. E che neppure un centesimo sarà speso dall’amministrazione per edificare la moschea.
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