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C.D. per Corrierefiorentino.it
È stato il giorno della top thirty, della top three e del riconoscimento annuale di Pitti Immagine, quello di ieri. Sempre al salone dei Cinquecento e a corredo della cerimonia di inaugurazione della 4 giorni della moda Uomo.
Trenta premiati, o meglio selezionati dal guru del sito di moda online Business of fashion , Imran Amed, tra i più grossi retailer al mondo in rappresentanza di 19 Paesi in rappresentanza di 4 continenti. Tre top buyers scelti dal Centro di Firenze per la moda e premiati da Stefano Ricci e da Matteo Renzi e il riconoscimento di Pitti Immagine andato a Cruciani e ritirato dal cavaliere Arnaldo Caprai in nome e per conto del figlio Luca, che ieri era assente perché stava poco bene.
Che Pitti si candidi a diventare il maggior centro d’Italia per il mercato, lasciando a Milano il primato del glam, si capisce già dalla scelta di un tale numero di riconoscimenti andati ai buyer, coccolati, coccolatissimi qui a Firenze, tanto che molti di loro, i più importanti, sono arrivati qui, ospiti di Pitti, in forza del finanziamento straordinario di 2 milioni di euro (lordi, al netto si tratta di un milione e mezzo).
E molti, va detto, sono arrivati un giorno prima, cioé già lunedì sera in tempo per partecipare alla festa sull’Arno per i sessanta anni del Centro di Firenze per la Moda, che ha visto protagonisti Andrea Bocelli, (impegnato in un concerto al teatro dell’Opera e chiamato a illuminare le nuove luci di Ponte Vecchio) e la compagnia francese degli Ilotopie che ha portato uno spettacolo fiabesco lungo il corso del fiume, mentre la città intera si affacciava a guardare.
Ma andiamo ai vincitori. Imran Amed, fondatore e direttore di Business of Fashion , ha selezionato e inserito in un hub ad hoc, nel suo sito (www.businessoffashion.com ), i 30 rivenditori che nel mondo hanno meglio sintetizzato e realizzato la distribuzione tradizionale e/o quella online.
Gente che ha saputo trovare il punto di incontro tra vendita tradizionale e non creando anzi tra i due canali, nuove sinergie e collaborazioni. Sono stati selezionati il belga Degand, il tedesco KaDeWe, lo spagnolo Santa Eulalia, i francesi Colette, L’Eclaireur e Le Bon Marche, gli italiani Luisa Via Roma (presente col patron Andrea Panconesi) e Antonia, gli inglesi Mr Porter, Dover Street Market, Selfridges e Liberty, il russo Tsum,
l’ucraino Sanahunt, il turco Beymen, e il libanese Aishti. E ancora: Ssense, specializzato nella vendita online, anche se di stanza in Canada, il messicano Silver Deer, gli americani Maxfield, Bergdorf Goodman e Barneys, Harrods Australia, il cinese I.T., Lane Crawford di Hong Kong, i giapponesi United Arrows, Isetan Mitsukoshi, Beams, e infine i coreani Shinseagae e Space Mue e Club 21 di Singapore.
Di loro si trovano notizie su vicenda imprenditoriale e privata e storia del successo su www.businessoffashion.com . Con interviste condotte dallo stesso Imran Amed, foto, e naturalmente video.
Altro premio, altra top. Questa volta si tratta dei tre top retailer scelti dal Centro di Firenze per la moda italian. Il top del top, a sentire Stefano Ricci, che in qualità di presidente del Centro ha fortemente voluto questo momento ieri a Palazzo Vecchio e ha personalmente scelto i finalisti e vincitori.
Si tratta del general manager della coreana Hanwha Galleria, Jae Young Lee, che in Asia rappresenta e distribuisce ben 90 marchi italiani, di Jihad Hajjar, che da Dubai gestisce una rete di multibrand e distribuisce moda anche ad Abu Dhabi e in Libano e infine di Julian Diaz Gonzalez che è amministratore delegato di Du Fry, una società che da sola gestisce 220 Duty Free sparsi nel mondo.
Loro oltre al riconoscimento conferito da Ricci e dal premier Matteo Renzi hanno riportato a casa tre cristalli con su scolpito il logo di «Firenze Hometown of Fashion». Infine, sempre ieri mattina, c’è stata la consegna del premio Pitti Immagine che quest’anno, come si accennava prima, è andato alla ditta Cruciani, quella che, nata dalla costola dell’azienda tessile Caprai, ha creato i famosi braccialetti che hanno invaso il mercato e i polsi di tutte le donne.
renzi pittibimbo dice no all'auto blu 3
Nati da un’idea di Luca Caprai, sono realizzati ad ago in pizzo macramè dalla Arnaldo Caprai Gruppo Tessile. Un made in Italy nel made in Italy, insomma che Firenze, a Pitti, ha voluto valorizzare non a caso quasi a incoraggiare i tanti stilisti e le tante aziende che rappresentano il saper fare italiano nel mondo.
2. MIRACOLO PITTI UOMO C’È LO STILE MATTEO
Ilfattoquotidiano
Vestiremo alla Renzi con la benedizione di Pitti”. Non è una battuta, non è un tweet: ma è il titolo di un (ampio) articolo de La Stampa che - con dovizia di particolari - ci spiega che molte linee della kermesse di Pitti a Firenze “sembrano ispirate al premier”. Passi scelti ci rimandano al culto della personalità: “Lo stile ‘Renzi’ contagia gli stand dove prevalgono i suoi colori preferiti, il blu e i toni dell’azzurro, le giacche di lino, le camicie extra slim per fisici allenati, i pantaloni a sigaretta ma non troppo corti, i giubbotti alla Fonzie”.
Affermazioni tanto forti quanto serie (almeno nelle intenzioni). Per quanto, la domanda sorga spontanea: come si fa a parlare di camicie “extra slim per fisici allineati” relative a un presidente del Consiglio che nelle ultime settimane è andato più volte in tv a auto-denunciare una forma fisica non esattamente perfetta?
renzi nardella pittibimbo 5
firenze inaugurazione di pitti 5
firenze inaugurazione di pitti 5 palazzo tornabuoni presentazione del nuovo numero di firenze magazine
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firenze inaugurazione di pitti 7 palazzo tornabuoni presentazione del nuovo numero di firenze magazine
firenze inaugurazione di pitti 6 palazzo tornabuoni presentazione del nuovo numero di firenze magazine
renzi mostra auto dello stilista stefano ricci pittibimbo 8
firenze inaugurazione di pitti 8 palazzo tornabuoni presentazione del nuovo numero di firenze magazine
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renzi con la moglie pittibimbo
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