
FLASH! - SIETE CURIOSI DI SAPERE CHI E' IL PREMIER CHE HA PUNTATO I PIEDINI A BRUXELLES PER…
IL PIÙ GRANDE OSTACOLO ALLA DIFESA COMUNE EUROPEA SONO LE RIVALITÀ TRA GLI STATI DELL’UE – OGNI PAESE HA I SUOI STANDARD, LE SUE PRIORITÀ, LE SUE AZIENDE. UN ESEMPIO? I CARRI ARMATI: I TEDESCHI DI KNDS CERCANO DI AFFERMARE COME STANDARD EUROPEO IL LEOPARD 2A8, MA L’ITALIANA LEONARDO LO RITIENE VECCHIO E PERSEGUE CON LA TEDESCA RHEINMETALL UN NUOVO PANTHER PIÙ DIGITALE. SIMILE LA RIVALITÀ SUI CACCIA – L’IDEA DI INTEGRARE UCRAINA NELLA FILIERA DI PRODUZIONE DEGLI ARMAMENTI: IN TRE ANNI DI GUERRA, KIEV HA SVILUPPATO CAPACITÀ SU VASTA SCALA, A COSTI BASSISSIMI…
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
VOLODYMYR ZELENSKY - DRONI DA GUERRA
Se e quando si arrivasse ad un armistizio stabile, l’Ucraina potrebbe essere integrata nelle filiere di produzione di armamenti per i governi europei: non solo per sé, ma per altri Paesi del continente.
Secondo tre persone coinvolte, il tema è stato sollevato in vari colloqui fra le autorità di Kiev e alcune capitali del continente. Per adesso si tratta solo di scenari per il futuro, perché oggi l’intera capacità industriale ucraina è assorbita nello sforzo di guerra.
Ma vari governi europei restano aperti a discutere l’ipotesi di delocalizzare la manifattura di mezzi sui quali l’Ucraina in questi anni ha sviluppato capacità produttive su vasta scala, a bassi costi, su ritmi rapidi e a un buon livello tecnologico: droni e artiglieria su tutti.
ursula von der leyen - 100 giorni della nuova commissione ue
[…] L’ingresso nelle filiere della difesa del continente interessa a Kiev […] perché ne accelererebbe l’integrazione nell’Unione europea prima ancora di aderire. Ai governi del continente invece può servire, perché cercano di controllare i budget mentre riempiono i magazzini di mezzi militari.
Paradossalmente però ciò che rischia di frenarli di più è un problema che si sono auto-inflitti: le rivalità, le ambizioni e le antipatie politiche fra capitali europee stanno rallentando i piani di riarmo, generano doppioni nei progetti e, a cascata, spese evitabili con risultati inferiori. Malgrado i proclami, nell’industria della difesa l’Europa e i suoi contribuenti continuano a pagare un prezzo alla disunione politica dei leader.
[…] Succede almeno su quattro fronti vitali e dai budget pesanti: lo spazio, i mezzi terrestri, la difesa antimissile e i caccia. Anche perché in partenza lo svantaggio economico dell’Europa è notevole.
Secondo Juan Mejino-Lopez e Guntram Wolff del centro studi Bruegel, un tank tedesco Leopard 2A8 costa 29 milioni di euro, un russo T-90 costa 4,1 milioni, mentre un cinese Type 99A appena 2,3 milioni. Quanto all’artiglieria, un obice russo (2S19 Msta-S) costa 1,4 milioni, un anglo-americano M109 viene 1,6 milioni, ma il Caesar francese è a 5,8 e gli equivalenti tedeschi fra gli 11 e i 17 milioni.
[…] Nei satelliti l’esigenza di alleanze è anche maggiore. Starlink di Elon Musk oggi ha almeno 6.750 satelliti nell’orbita bassa per la copertura internet, un piano per arrivare a oltre 30 mila, con un costo per lancio di mille dollari per ogni chilo di materiale spedito nello spazio dalla casa madre Space X. In Europa il quadro è diverso.
La risposta dovrebbe essere il progetto Iris 2 (aziende di Francia, Spagna e Lussemburgo, con l’italiana Telespazio fra i fornitori) che promette 290 satelliti fra qualche anno; per ora ne ha zero. Ma mentre Space X effettua un centinaio di lanci all’anno, l’intera Europa ne conta quattro o cinque in tutto a costi molto più alti: 8.000 euro al chilo per il grande gruppo francese Ariane Espace o 20 mila al chilo per il lanciatore Vega della più piccola italiana Avio.
[…]
Quadro simile a parti invertite nella difesa antimissile, che richiede almeno 30 o 40 miliardi di euro di investimenti per avere un sistema che protegga le città europee senza dipendere dagli umori della Casa Bianca.
Ma la Germania punta sull’acquisto di sistemi americani (Patriot) o israelo-americani (Arrows3), per poi rivenderli o affittarli a una ventina di altri Paesi europei; il consorzio italo-francese Mbda invece, per quanto indietro sull’America, sviluppa capacità proprie: difficile diventare autonomi, se non si cerca di farlo.
Quanto ai tank, il gruppo tedesco Knds cerca di affermare come standard europeo il Leopard 2A8, ma l’italiana Leonardo lo ritiene vecchio e persegue con la tedesca Rheinmetall un nuovo Panther più digitale e tecnologicamente adatto alla guerra con droni: per ora ha ordini solo da Italia e Ungheria, ma il tempo dirà quale delle due strategie è più forte. Simile poi la rivalità sui caccia dove il progetto italo-anglo-giapponese del Gcap (40 miliardi solo per i primi dieci prototipi) è sfidato da un piano di Airbus per ora molto vago. […]
knds
starlink o la terra o la linea vignetta by andrea bozzo il giornalone la stampa
esplosione della capsula di starship 2
FLASH! - SIETE CURIOSI DI SAPERE CHI E' IL PREMIER CHE HA PUNTATO I PIEDINI A BRUXELLES PER…
DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA'…
DAGOREPORT – SANPAOLO FOLGORATO SULLA VIA DI ELKANN! LA FONDAZIONE TORINESE, AZIONISTA DI PESO DI…
DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL…
DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI –…
FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA…