DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Estratto dell’articolo di Antonio Polito per il “Corriere della Sera”
clemente mimun gianni letta silvio berlusconi
Che cosa c’è dietro il nuovo «dottor Letta»? Che cosa l’ha spinto a dire in pubblico […] che la riforma costituzionale del governo avrebbe l’evidente effetto di limitare i poteri del presidente della Repubblica […]? Da giorni noi giornalisti ci interroghiamo, al solito, su che cosa ci sia dietro. […] Secondo me la risposta era già contenuta nell’ultimo libro di Bruno Vespa: «Conosco Gianni dal 1963 — scrive l’autore —. Per trent’anni gli ho chiesto un colloquio per i miei libri, invano. Questa volta, finalmente...». E che cosa racconta Letta nell’intervista a Vespa?
Che quando Berlusconi sperava di essere candidato al Quirinale, e lui gli diceva in privato che non aveva alcuna chance, molti intorno al Cavaliere bisbigliavano che lo facesse perché sul Colle voleva andarci lui. Allora, in una riunione dello stato maggiore berlusconiano, Letta prese la parola per chiedere al leader di non fare mai più il suo nome, perché non avrebbe mai accettato una candidatura «nemmeno se me la proponessi tu: non vorrei che un giorno, anche lontano, tu potessi pensare, anche solo per un istante, che avesse ragione chi ti diceva che lavoravo per me e non per te».
gianni letta - commemorazione di silvio berlusconi alla camera
Ecco che cosa è cambiato: la scomparsa di Berlusconi ha liberato il «dottor Letta» da questo obbligo di lealtà personale. Che non gli ha impedito di dire in privato che cosa pensava, ma mai in pubblico, per non danneggiarlo. Gianni Letta ora può dire ciò che pensa. Non è la famiglia Berlusconi che parla per bocca sua, come qualcuno sospetta, e nemmeno una corrente di Forza Italia che manovra contro la premier. È […] la sua ambizione trentennale: trasformarsi in uomo delle istituzioni, non più di parte.
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