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“TRUMP È UN PUGNO IN FACCIA A 80 ANNI DI POLITICA AMERICANA” - IL POLITOLOGO ZAKARIA: “IL SUO NARCISISMO IMPERIALE NON SAREBBE UN PROBLEMA SE NON FOSSE AVVENUTO IL COLLASSO DEL PARTITO REPUBBLICANO -TRAMITE IL SUO MANUTENGOLO MUSK, ASSISTIAMO A UN ASSALTO ALLA COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI - E’ PREOCCUPANTE CHE L’ECONOMIA USA, FIN QUI BASATA SU REGOLE E ORGANISMI DI CONTROLLO, SI STIA TRASFORMANDO IN UN’ECONOMIA PERSONALIZZATA, DOV’È CRUCIALE ESSERE NELLE GRAZIE DEL PRESIDENTE” - "MA QUALCOSA POTREBBE ACCADERE GIA' ALLE ELEZIONI DI MID-TERM..."
Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
«Trump è un pugno in faccia a ottant’anni di politica estera americana», dice Fareed Zakaria al telefono da New York. L’analista della Cnn , definito da Esquire «il più influente esperto di politica estera della sua generazione», è appena tornato dal World Economic Forum di Davos, dove fra l’altro ha parlato di «hybris» americana.
Perché, da dove nasce?
«Gli Stati Uniti attraversano una fase di potere straordinario. La vera storia dell’economia mondiale negli ultimi venti anni è che l’America si è lasciata indietro i suoi concorrenti nel mondo industriale avanzato: l’economia europea nel 2008 aveva le stesse dimensioni di quella americana, oggi quella Usa è il doppio di quella dell’Ue. Vale anche per il Giappone.
DAZIFASCISMO - MEME BY EMILIANO CARLI
Allo stesso tempo, i pericoli sono cresciuti: Russia, Cina, Corea del Nord, Iran. E il mondo ha bisogno ancora di più dell’America come garanzia di sicurezza. Questo crea un eccesso di fiducia in sé da parte degli Stati Uniti, una presunzione, appunto una hybris, il senso che l’America possa fare qualsiasi cosa. Qui entra in gioco Donald Trump, un carattere imperiale e lunatico al quale questa situazione offre un grande spazio di manovra. Che non sarebbe così grande e pericoloso, se non fosse per un fatto cruciale».
Qual è?
«Il collasso del partito repubblicano, ormai diventato un culto della personalità. Il vincolo che dovrebbe limitare la presidenza è il Congresso con le sue prerogative costituzionali. Ma non è così. Trump, tramite il suo manutengolo Elon Musk, può impunemente chiudere un’agenzia federale in aperta violazione della legge. Più in generale, assistiamo a un assalto alla struttura costituzionale degli Stati Uniti.
meme di donald trump e i gatti 17
Il Congresso è il primo ramo del governo: quando stanzia dei fondi o approva una legge, non fa una raccomandazione o un suggerimento al presidente, gli sta dando un ordine che il secondo ramo deve eseguire fedelmente.
Trump sta capovolgendo questo senza alcuna reazione dei repubblicani che controllano Camera e Senato. Riassumendo, ci sono meno check esterni a causa del potere americano nel mondo e ancora meno all’interno».
Cosa vuole veramente Trump? Cosa c’è dietro le pretese su Groenlandia, Canale di Panama, Canada, o su Gaza che dice di voler occupare e trasformare nella Riviera dek Medio Oriente?
«Penso sia una combinazione tra ambizione personale e ideologia. Trump è un narcisista patologico, vuole essere al centro dell’attenzione, si vede motore di tutto […] Com’è possibile che dopo aver detto che dovremmo tirarci fuori da ogni impegno militare nel Medio Oriente, ora proponga di occupare Gaza? La pulsione di avere l’America e sé stesso al centro del palcoscenico, batte ogni altra cosa.
DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU
Penso anche che gli piaccia il nudo esercizio unilaterale del potere americano. Gli piace poter dire “io sono il boss”, non ama lavorare con gli alleati, non sopporta consultarli. Non è che non gli piacciano, ma respinge l’idea che gli Usa abbiano costrizioni, tantomeno limiti. Vuole mostrare che lui è il numero uno, l’America è numero uno. Vede gli alleati come i satelliti dell’Unione Sovietica».
E vorrebbe la Nato come un nuovo Patto di Varsavia?
«Più o meno. Ecco perché è attratto da leader come Putin e Xi Jinping, che governano senza restrizioni, esercitando un potere illimitato».
Questo mina le basi delle reazioni transatlantiche?
«Certo. Gli Stati Uniti sono stati per 80 anni il Paese più potente al mondo, ma hanno creato l’Onu e la Nato. L’intera premessa della grande strategia americana è stata che, nonostante avessero la capacità di agire unilateralmente, hanno scelto di farlo in modo multilaterale, con gli alleati […]
Per questo l’economia americana è aperta. La mia più grande paura non è solo […] quello che farà all’interno degli Usa, poiché ci sono checks and balances, c’è la Costituzione, i tribunali, i governi statali, i giornali, la società civile, ma quello che farà sul piano internazionale dove ha ampio spazio di azione».
Trump minaccia di imporre dazi agli alleati: Canada, Messico, Europa. Vuole una guerra commerciale o vuole negoziare?
I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
«Penso che per Trump la trattativa sia un modo di essere: chiedere molto, ottenere qualcosa, poter dire che ha vinto. Detto questo, credo anche sia un convinto protezionista e isolazionista: già nel 1985 comprò una intera pagina del New York Times per denunciare il commercio ingiusto dei giapponesi che si stavano comprando il mondo e gli europei che non pagano per la difesa. Sono le sue due ossessioni».
Lei ha fiducia nella solidità della democrazia americana. Esiste un pericolo reale costituito dai cosiddetti tecno oligarchi?
«Preoccupante è che l’economia americana, fin qui basata su regole e organismi di controllo, si stia trasformando in un’economia altamente personalizzata, dov’è cruciale essere nelle grazie del presidente. […]».
Nel 1935 il Nobel Sinclair Lewis scrisse un romanzo, nel quale immaginava che un tycoon, eletto presidente, instaurava una dittatura in America. «It Can’t Happen Here», non può succedere qui, era il titolo. Oggi può succedere?
«[…] A differenza del primo Trump, quello di oggi non ha più remore, è il guerriero ideologico che vuole rompere tutto e spingere tutti i limiti. Ma […] già alle elezioni di mid-term la sua risicata maggioranza al Congresso potrebbe dissolversi e non ultimo perché l’opinione pubblica si opporrà. E Trump è sensibile a quest’ultimo tema».
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