RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”
La prima nomina del “governo del merito” è stata quella di Claudio Anastasio alla presidenza della società informatica di Stato 3-I. Amico della nipote del Duce, Rachele Mussolini che lo presenta alle sorelle Meloni per l’incarico di prestigio. Si dimetterà qualche settimana dopo, travolto dalle polemiche per aver citato in mail aziendali il discorso pronunciato da Benito Mussolini dopo l’assassinio di Matteotti.
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nomine di destra nelle partecipate statali - la repubblica
Tra la prima nomina e le ultime, due anni di retorica sulla «fine dell’amichettismo», frase ripetuta fino a qualche giorno fa da Arianna Meloni. E una novantina tra ex deputati e dirigenti di partito di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia piazzati nei cda di enti, società di Stato e nei ministeri come esperti: seguendo sempre lo slogan caro alla premier sul «merito finalmente al governo».
Nel borsino degli incarichi affidati a politici in testa c’è la Lega con quaranta e più nominati, seguita da FdI con quasi trenta promossi e Forza Italia con una ventina di azzurri piazzati nel folto e ricco sottobosco di Stato. Il partito della Meloni con suoi dirigenti ha occupato le poltrone di maggior peso. In casa FdI basta essere anche solo amministratori locali per ambire a ruoli di tutto rispetto.
Così nella commissione Via del ministero dell’Ambiente sono andati tre consiglieri comunali di Perugia, Pisa e Albano Laziale: Margherita Scoccia, Raffaele Latrofa e Roberto Cuccioleta. Qualche settimana prima, invece, il governo aveva nominato Giovanni Quarzo nel cda del Gestore servizi energetici (Gse). Quarzo è il presidente del gruppo consiliare di FdI a Roma e, nelle grandi aziende di Stato, non è il solo consigliere comunale piazzato da FdI.
I meloniani però si sono concentrati soprattutto sulle grandi spa di Stato. Francesco Macrì, consigliere comunale uscente di Arezzo, è stato indicato nel cda di Leonardo. Alessandro Zehentner, candidato per i meloniani al Senato ma non eletto, è stato ricompensato con una posto di peso nel cda di Enel. Mentre Paolo Perrone, ex sindaco di Lecce, è stato scelto per la guida dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato.
Un pallino della Meloni, e del suo cerchio magico, è quello di prendersi spazio nei settori culturali di governo: ed ecco quindi la nomina del vicesindaco di Frosinone, e amico di Arianna, Fabio Tagliaferri ad Ales, società che gestisce i musei di Stato.
FABIO TAGLIAFERRI GIORGIA MELONI
Senza contare poi parenti e affini promossi a occupare poltrone, come il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, Geronimo, al Piccolo di Milano: nominato dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano, dimessosi dopo il caso Boccia.
A proposito di conferme sulla «fine dell’amichettismo», in casa Lega non si contano i dirigenti riciclati nel sottogoverno: ed ecco così, solo per fare degli esempi, l’ex candidato sindaco a Verona, Roberto Mantonavelli, nominato nel cda di Sogesid; l’ex responsabile organizzazione della Lega nel Lazio, Isabella Cioffi, indicata nel cda di Cinecittà; l’ex senatore Paolo Arrigoni nel cda del Gse; Paolo Marchioni, ex sindaco di Omegna, nel cda di Poste; [...]
E, ancora, per il partito di Salvini, abbiamo l’ex consigliera regionale Francesca Attilia Brianza alla presidenza di Equitalia giustizia e l’ex segretario della Lega a Pavia Jacopo Vignati nel cda di Sogin.
Il Capitano ha poi piazzato, restando nell’ambito delle competenze del suo ministero, il consigliere di Aosta, Roberto Togni, nel cda della Società per il traforo, l’ex deputato Giovanni Battista Tombolato nell’assemblea Aci e il commissario della Lega in Calabria, Francesco Saccomanno, nel cda della società Stretto di Messina che deve realizzare il Ponte, la sua grande ossessione.
Gli azzurri di Forza Italia sono la terza gamba della coalizione e quindi arrancano sulle nomine.
Ma il segretario Antonio Tajani qualche colpo lo ha piazzato: come quello dell’ex deputato Giuseppe Moles nel cda del Gse, insieme all’ex senatrice Roberta Toffanin. E senza fare molto clamore Pichetto Fratin ha poi indicato l’ex deputato Marino Zorzato nella commissione Autorizzazioni integrate del ministero.
Tra gli azzurri non rieletti, e sono tanti, molti hanno ricevuto consulenze: l’ex deputata Maria Spena ha avuto un contratto dal vicepremier Tajani come esperta per «le filiere produttive», l’ex deputato Carmine De Angelis come «consigliere per le politiche degli enti locali», solo per citarne alcuni. Proprio il governo del merito.
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