POMPETTE PRIMARIE - BERLUSCONI NON ANDRA’ A VOTARE (PAROLA DELLA SANTADECHE’) MA DOMANI TORNA DA MALINDI E PARTECIPERA’ ALL’UFFICIO DI PRESIDENZA - SULLE PRIMARIE PDL INCOMBE IL RISCHIO-FLOP - IL PATONZA NON VUOL PIU’ SAPERNE DEL PDL ED HA GIA’ COMMISSIONATO (E SECRETATO) LE BOZZE DEL SIMBOLO DI “FORZA ITALIA 2.0” - ALFANO AGGRAPPATO AGLI EX AN - SARA’ TREMONTI AD AFFOSSARE DEFINITIVAMENTE ANGELINO?....

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Adalberto Signore per "il Giornale"

Che gli orologi non siano affatto sincronizzati e gli orari non tornino di qualche ora conta poco. La sostanza è che domani Silvio Berlusconi sarà all'ufficio di presidenza del Pdl che dovrà dare il via libera alle tanto sofferte primarie. E il fatto che via dell'Umiltà lo annunci per mezzogiorno e il Cavaliere ce l'abbia in agenda per le due del pomeriggio è solo un dettaglio.

Quel che conta, infatti, è che - a meno di sorprese- l'ex premier darà fisicamente la sua benedizione, come più volte gli ha chiesto in questi giorni Angelino Alfano. Una circostanza non di poco conto se si considera quanto sull'operazione Berlusconi sia scettico.

Non solo perché considera le primarie un inutile dispendio di denaro, ma pure perché teme che alle fine serviranno solo a far emergere distinguo e divergenze politiche senza portare a quel riavvicinamento con la propria base elettorale di cui sono convinti Alfano e i big di via dell'Umiltà. Senza considerare un dettaglio: Berlusconi continua a pensare ad una o più liste da affiancare a un Pdl che non lo appassiona più.

E qui sta il punto. Perché il Cavaliere ha sì dato il via libera alle primarie e rassicurato l'ex Guardasigilli sul fatto che domani ci sarà, ma le sue perplessità restano tutte.
Tanto che pur essendo rientrato dal Kenya ieri sera in tempo per andare a San Siro a vedere Milan-Malaga e pur essendo atteso per oggi a pranzo a Roma quando incontrerà Alfano, più d'uno nel partito teme che l'ex premier possa decidere di disertare l'ufficio di presidenza di domani (circostanza che a Palazzo Grazioli viene categoricamente
smentita).

In verità, al di là della vicinanza fisica il vero problema resta la distanza di vedute. Il fatto che Berlusconi continui a pensare ad altro. Intanto a una riedizione di Forza Italia eppoi a quella lista «L'Italia che lavora» composta solo da esponenti della società civile che non abbiano mai messo piede in Parlamento e siano in grado di autofinanziarsi. Liste da affiancare al Pdl e magari a quella della Lega o di Giulio Tremonti (il faccia a faccia con Umberto Bossi, Roberto Calderoli, l'ex ministro dell'Economia e Aldo Brancher sarà presto rimesso presto in agenda).

Il problema è che se Berlusconi dovesse accelerare in questo senso ci sarebbe il rischio di svuotare le primarie. Nell'eventualità in cui il Cavaliere lanciasse una sua lista, per dirne una, Giancarlo Galan non ha dubbi: «Starei con lui». Il che potrebbe avere come conseguenza anche che possa ritirarsi da candidato alle primarie.

E ieri, chi in chiaro e chi off the record , più d'uno criticava le regole abbozzate durante la riunione a via dell'Umiltà.«Non vorrei che fosse una versione americana all'amatriciana. Le primarie ci sono se c'è partecipazione», dice Daniela Santanchè. Ecco, in una situazione del genere e con Giorgia Meloni che ancora non ha sciolto la riserva perché gli ex An vorrebbero non scendesse in campo in modo da poter appoggiare Alfano, l'ex Guardasigilli potrebbe trovarsi a dover correre primarie depotenziate. Primarie alle quali - dice la Santanchè - Berlusconi non andrà comunque a votare perché «non lo appassionano».

 

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