POSTA ELETTRONICA, PORTA DELL’ANIMA: SPALANCALA ENTRANDO IN ISRAELE

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Fabio Scuto per "La Repubblica"

Nelle procedure di sicurezza lo Shin Bet, o lo Shabak come lo chiama l'uomo della strada, non è certamente secondo a nessuno. Il servizio segreto interno di Israele può praticamente tutto, grazie a una legislazione che in nome della sicurezza consente ogni possibile intrusione nella vita privata dei cittadini e i turisti, i dieci milioni di vacanzieri che arrivano ogni anno in Terrasanta, non ne sono esenti. Gli agenti della security potranno continuare a leggere le e-mail memorizzate sul loro portatile prima di consentire l'ingresso sul territorio israeliano.

In Israele la guardia per l'anti- terrorismo è sempre molto alta. Il "welcome" all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv spesso sono le "interviste" di sicurezza a cui sono sottoposti i passeggeri in arrivo e in partenza, colloqui stringati ma decisi, che restano ben impressi nel ricordo di ogni turista. Un'ombra sul viso, una risposta poco chiara, un visto di un Paese islamico sul passaporto, possono far scattare un supplemento di "intervista": una minuziosa ispezione personale, ai bagagli e al computer.

E non è inconsueto che la Sicurezza chieda poi al passeggero di accendere il laptop e
mostrargli le sue e-mail. I casi si ripetono, numerosi passeggeri sospettati di essere attivisti filopalestinesi sono stati invitati dagli agenti di sicurezza ad aprire i loro account Gmail. «La posta in arrivo è la porta dell'anima», insorgono le Associazioni dei diritti civili israeliane che hanno fatto ricorso contro lo Shin Bet: la procedura è una violazione della privacy e della dignità umana.

Ieri il Procuratore Generale Yehuda Weinstein ha risposto stabilendo di non bloccare questa procedura, che è «eseguita solo in casi eccezionali, dopo che altre indicazioni rilevanti sono state trovate». Ne consegue che lo Shin Bet potrà continuare
ad accedere alle email dei turisti considerati "sospetti" all'arrivo all'aeroporto Ben-Gurion, se autorizzati dal proprietario naturalmente, altrimenti l'ingresso in Terrasanta sarà vietato.

Secondo Weinstein «l'interrogatorio condotto ai posti di frontiera dallo Shin Bet - con le sue procedure - ha un peso determinante nel rafforzare o confutare i sospetti nei confronti di cittadini stranieri che vogliono entrare in Israele». Secondo l'avvocatessa Lila Margalit che guida l'Acri «la posta elettronica in arrivo è come una finestra sull'anima, uno sguardo nella sua vita intima».

Per la legale, la legge di Sicurezza non dà allo Shin Bet - anche in nome della lotta al terrorismo - l'autorità per cercare nelle email: per farlo ci vuole l'autorità di un giudice. Il caso non è chiuso, finirà davanti alla Corte Suprema.

E ieri pomeriggio in Israele è stato decretato lo stato di massima allerta di tutta la Regione Militare Nord. Un drone che aveva violato lo spazio aereo israeliano da nord e diretto verso sud, è stato abbattuto da un caccia F-16 quando si trovava a 8 chilometri dalla costa di Haifa. L'aereo senza pilota è stato probabilmente lanciato dagli Hezbollah libanesi, che negano però di avere inviato il drone.

 

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