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Alberto Flores D'Arcais per "La Repubblica" - Foto da Daily Mail
Cinque anni dopo aver abbandonato (tra le critiche) la Casa Bianca, George W. Bush torna per un giorno da protagonista. Per l'inaugurazione della Library, il museo-biblioteca dedicato al 43esimo presidente degli Stati Uniti, sono volati a Dallas nuovi e vecchi capi di Stato.
Da Obama (con Michelle), a tutti gli ex commander in chief ancora viventi (Carter, Bush padre, Clinton) dai vecchi amici come Blair, Aznar e Berlusconi («quando ci siamo
visti a cena mi ha baciato in fronte, mi ha detto "I missed you", è ancora in gran forma»).
Cinque anni in cui George Bush è stato lontano dai riflettori e in cui la sua immagine - da quella positiva del presidente che parla tra le rovine delle Due Torri ancora fumanti a quella negativa dell'Iraq e dell'uragano Katrina - è stata analizzata in ogni dettaglio.
Con la sorpresa finale di una nuova popolarità (secondo un sondaggio del
Washington Post) al 47 per cento, solo due punti in meno del suo successore Obama.
E lui difende con forza le sue politiche, le sue decisioni. «Abbiamo ridato la libertà ad interi Paesi, abbiamo liberato interi popoli dalla dittatura». Impegnarsi sul «fronte della libertà », rivendica tra gli applausi, - comporta grandi responsabilità e per un presidente «non è sempre facile».
«I venti soffiano a destra o a sinistra, i sondaggi salgono e scendono. Ma io resto sempre convinto che gli Stati Uniti hanno il dovere di diffondere la conquista delle libertÃ
nel mondo».
à un'atmosfera di festa, tra le battute di Bill Clinton («questo è l'ennesimo grandioso esempio dell'eterno tentativo, da parte degli ex presidenti, di riscrivere la storia») e uno sguardo al futuro. Perchè da Dallas sembra partire la nuova sfida (per la Casa Bianca 2016) tra le due recenti "monarchie" degli Stati Uniti, i Bush contro i Clinton.
A Dallas due importanti discorsi li hanno tenuti infatti sia Hillary Clinton, sia Jeb Bush, il fratello di George W. E i media Usa si sono subito buttati sul "primo assaggio" di quella che molti ritengono sarà la corsa per la presidenza da qui a tre anni.
Per il momento i sondaggi vedono l'ex segretario di Stato in vantaggio, visto che gode di una popolarità record del 64 per cento e rispetto a Jeb Bush sarebbe in vantaggio 51 a 40. Vantaggio del tutto ipotetico, visto che al voto manca moltissimo. E che altri sono pronti a farsi avanti.
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