DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
1 - FICO: "IO I PORTI NON LI CHIUDEREI"
"Io i porti non li chiuderei. Dell'immigrazione si deve parlare con intelligenza e cuore". Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, dopo la visita nell'hotspot di Pozzallo, nel ragusano. "Come terza carica dello Stato - ha aggiunto Fico - dico che bisogna essere solidale con chi emigra, che sono storie drammatiche che toccano il cuore".
"Tocca all'Europa farsi carico di questa emergenza, non solo all'Italia - ha concluso Fico - e bisogna tirare fuori gli estremismi perché la solidarietà si fa insieme. Se questo è un approdo, deve essere un approdo europeo".
2 - L'AMAREZZA DI SALVINI "È IL MASSIMO CHE SI POTEVA AVERE"
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
Avrebbe voluto di più. Avrebbe voluto che Giuseppe Conte fosse riuscito a portare a casa impegni più vincolanti e non una scatola semivuota piena di promesse: la sensazione nella Lega è infatti questa. Lo stesso Matteo Salvini l' ha confermata durante il colloquio con Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere, sotto un ombrellone di Arcore, gli ha fatto presente che quando vai in Europa e non ti conoscono, non sei autorevole e non hai dietro un governo forte, con una linea univoca, alla fine non ottieni risultati concreti. «Finisci per dover spacciare per vittoria quella che non è affatto una vittoria», è stata la conclusione del leader di Forza Italia.
Salvini avrebbe allargato le braccia: «Questo è il massimo che siamo riusciti ad ottenere».
Il capo leghista si riferiva a tante cose, al tipo di governo che è riuscito a mettere su, al profilo del presidente del Consiglio e anche ai risultati del vertice europeo. Insomma, questo passa il convento. Anzi, per Salvini almeno è stato tirato un sasso nello stagno.
I due leader del centrodestra hanno comunque concordato che alle prossime elezioni regionali in autunno (Abruzzo e Sardegna) la coalizione si presenterà ancora unita.
Salvini però avrà una buona occasione per far valere la linea dura del governo giallo-verde sull' immigrazione. Per ribadire soprattutto che i risultati raggiunti dal premier Giuseppe Conte («abbiamo portato a casa il 70 per cento di quello richiesto») non bastano perché lui non si fida delle parole. «Vediamo che impegni concreti ci sono perché finora è sempre stato "viva l' Europa viva l' Europa", ma poi paga l' Italia. Vediamo che principi, che soldi e che uomini ci sono», ha detto il vicepremier a Circo Massimo su Radio Capital. Fermo restando che «il principio fondamentale era e continua ad essere la protezione delle frontiere esterne con investimenti veri in Africa e non a parole».
DONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVERO
Ecco, l' occasione arriverà l' 11 luglio a Innsbruck quando si riunirà il vertice dei ministri degli Interni dell' Ue. Sarà iniziato il semestre Ue di presidenza austriaca (Vienna è una capofila dei sovranisti alleati con la Lega). All' incontro parteciperà anche il ministro dell' Interno tedesco Horst Lorenz Seehofer, il bavarese che sta dando filo da torcere alla Cancelliera Angela Merkel con la richiesta dei movimenti secondari: in sostanza l' Italia dovrebbe riprendersi i migranti scappati in Germania e negli altri Paesi europei. Dunque, Salvini avrà un palcoscenico ideale.
Rimane intanto la sua soddisfazione pubblica, addirittura l'«orgoglio» per i risultati ottenuti a Bruxelles. «Eppur si muove... abbiamo cominciato! Finalmente l' Europa è stata costretta ad accettare la discussione su una proposta Italiana. Rispetto al nulla dei governi Letta, Renzi e Gentiloni sono state accettate numerose nostre richieste. Su altre - ha aggiunto - ancora c' è da lavorare».
Si è complimentato con il premier Conte perché finalmente l' Italia sarebbe protagonista, mentre «con la sinistra era ridotta a una comparsa». Salvini si rende conto tuttavia che il bicchiere è mezzo vuoto e che può essere riempito tenendo tesa la corda. Se i centri di accoglienza sono volontari, anche l'Italia rifiuterà di costruirli. «Gli unici centri che stiamo aprendo sono quelli per i rimpatri».
Poi rincara la dose sulle Ong che non entreranno nei porti italiani non solo per lo sbarco ma anche per il rifornimento alle navi Ong. Attacca il presidente dell' Inps Tito Boeri preoccupato che la riduzione dei flussi migratori possa creare problemi alle casse dell' istituto perché sarebbero i migranti a pagare le pensioni. «Ma basta!», lo liquida Salvini.
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