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Francesco Grignetti per “la Stampa”
Le parole di un presidente della Corte costituzionale sono necessariamente caute. Ma quando, nella sua Relazione sull’attività 2014, il presidente Alessandro Criscuolo ha toccato il tema delle sanzioni amministrative, si sono drizzate molte orecchie interessate. Quelle di Silvio Berlusconi su tutti.
Già, perché la legge Severino, con la sua «incandidabilità», è l’ultimo macigno sulla sua strada. Criscuolo sapeva dunque di camminare sulle uova quando ha scandito: «Tutte le misure di carattere punitivo-afflittivo devono essere soggette alla medesima disciplina della sanzione penale in senso stretto, e quindi anche al cosiddetto “favor rei”. Rilevante è il tema della retroattività della legge penale più favorevole».
Immediato si è aperto il dibattito. Che cosa vogliono dire le parole del presidente Criscuolo? Naturalmente non può essere un’anticipazione del giudizio sulla Severino che verrà tra qualche mese. Paolo Francesco Sisto, uno dei penalisti di Forza Italia, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, le accoglie con gioia: «L’incandidabilità che altro è se non una misura punitivo-afflittiva? La Corte ci dice che queste sanzioni possono essere chiamate come vogliono, amministrative o penali, ma non possono mai essere retroattive». In pratica, Sisto è convinto che la Consulta boccerà la legge Severino e che dal prossimo anno Berlusconi sarà nuovamente libero di candidarsi alle elezioni.
Alessandro Criscuolo Napolitano
All’opposto, Donatella Ferranti, una magistrata prestata alla politica, presidente della commissione Giustizia della Camera, Pd, è convinta che non succederà niente. «Abbiamo discusso per mesi in Parlamento sull’incandidabilità. È assodato che non si tratta di una sanzione, quanto di un effetto amministrativo».
I principi enunciati dalla Corte costituzionale, secondo la Ferranti potranno toccare le confische o i sequestri, non i requisiti di candidabilità o incandidabilità. E perciò a sinistra ci si attende che l’ex Cavaliere continuerà a non essere candidabile per molti anni.
Claudio Scajola e Paola Severino
Nel frattempo la legge elettorale sarà cambiata. E anche di questo il presidente Criscuolo ha parlato. «Il controllo preventivo sulle leggi elettorali tradisce un po’ il ruolo della Corte costituzionale: affidarle questo tipo di controllo preventivo richiederebbe un’ulteriore riflessione che non è stata fatta. Una sorta di consulenza preventiva che può essere forse non opportuna». È una sonora legnata a un caposaldo dell’Italicum. Peccato che ormai le Camere l’abbiano votato così com’è e ormai è immodificabile anche se lo volessero.
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