IL PRESIDENTE CONTADINO - ZELIG-BERLUSCONI PARLA A UNA CONVENTION DI COLDIRETTI E SI TRASFORMA IN FATTORE! “DURANTE LA GUERRA MIO PADRE FUGGÌ IN SVIZZERA PERCHÉ ERA ANTIFASCISTA E IO A 7 ANNI MUNGEVO LE VACCHE” - ADESSO SONO LORO CHE MUNGONO LUI - UNO, NESSUNO, CENTOMILA: È STATO CHANSONNIER, IMBIANCHINO, ANIMATORE-AMATORE, FOTOGRAFO DI NOZZE E FUNERALI. PER NON PARLARE DEI LAVORI FINTI: OPERAIO, POMPIERE FERROVIERE…

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1- PAESI E BUOI
Mattia Feltri per "La Stampa"

Silvio Berlusconi, come si sa, è un uomo che si è fatto da sé e ha sgobbato tutta la vita, sin da bambino. Siccome il babbo era in Svizzera in fuga dal fascismo (ha raccontato Silvio), lui dovette rimboccarsi le maniche per aiutare la mamma a mettere insieme il pranzo con la cena. Ieri ha ricordato che gli toccò anche di fare il contadino: a sette anni mungeva le vacche. Però, la vita: adesso sono loro che mungono lui.


2- L'ULTIMO MESTIERE DI BERLUSCONI - "DA GIOVANE FACEVO IL CONTADINO"
Raffaello Masci per "La Stampa"

Se siete rimasti al «presidente operaio» siete indietro di brutto. La cosa risale al 2001. Oggi, a dodici anni di distanza, la novità sul passato di Silvio Berlusconi è che è stato «anche contadino». Sissignore, durante la guerra per mantenere la famiglia «ho munto le vacche - ha detto - e raccoglievo le patate», visto che il padre antifascista era scappato in Svizzera e i tempi erano quelli che erano. La rivelazione è avvenuta - beninteso - nel contesto giusto, e cioè ad una convention elettorale di Coldiretti, a palazzo Rospigliosi. A seguire, barzelletta pecoreccia di ambiente agreste. E giù risate.

E così i cultori del genere possono aggiungere questa perla al curriculum professionale del «presidente» che, nei citati slogan elettorali del 2001, era - per l'appunto - «operaio» per «cambiare l'Italia», ma anche «presidente imprenditore per realizzare le grandi opere» e «imprenditore innovatore per ammodernare lo Stato».

Ma già vent'anni prima, nel 1981, in una intervista a Capital Berlusconi amava vantare la sua ricca carriera da self made man. Ed è allora che si seppe una cosa poi più volte ribadita, e cioè che cantava, aveva cominciato a farlo nelle balere Anni Cinquanta ed era passato poi - con il musicista Fedele Confalonieri - sulle navi da crociera. Come cantante non era affatto male al punto che tentò addirittura la ribalta dei locali parigini, dove - è lui stesso a raccontarlo ai lettori del Giornale in crociera, nel settembre scorso - si esibiva con lo pseudonimo di Dani Daniel e Le Figaro gli dedicò una recensione entusiasta.

Ma in crociera non si penserà mica che il giovanotto aspettasse la sera per cantare restando a mani lunghe tutto il giorno! Ci mancherebbe. «Facevo i giochi sul ponte al mattino» racconta agli adoranti ammiratori, e al pomeriggio, si improvvisava «guida turistica anche di città che non avevo mai visto» e sulle quale acquisiva «un po' di informazioni dai libri».

Poi la sera, beninteso, si cantava, si ballava e si amoreggiava «perché facevo la mia figura anche a torso nudo» (se qualcuno non lo avesse capito). In questa agitata giovinezza dai mille mestieri - «sempre mentre inanellavo 110 e lode all'università» - il Presidente lavoratore ha tentato anche la strada di fotografo di matrimoni (e questo si sapeva) ma anche di funerali. Quanto alla carriera di immobiliarista, cominciò con quella più ruvida di imbianchino. Ma nessuno può dimenticarlo negli abiti di pompiere, ferroviere, panettiere.

Ah, scusate, dimenticavamo: il piccolo Berlusconi, in anni grami della sua infanzia, si era trasformato in un moderno Oliver Twist. Andava per mercati a raccogliere i fogli sparsi della carta gialla che si usava allora, li recuperava, li bagnava, li faceva asciugare e li vendeva come carta per accendere il fuoco.

 

 

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