alessandro zan papa francesco bergoglio

LA PRESUNZIONE NON HA “AVVENIRE” – IL GIORNALE DEI VESCOVI: “IL DDL ZAN ERA E RESTA SBAGLIATO. QUELLA PROPOSTA 'IDOLATRATA' DA PERSUASORI E INFLUENCER DECISI A DARLA GIÀ PER APPROVATA IN FORZA DI UN PLEBISCITARISMO DIGITALE E MEDIATICO DA FAR ACCAPPONARE LA PELLE, ERA FUORI CENTRO IN PIÙ PUNTI SUL PIANO CONCETTUALE, DELL'ARCHITETTURA GIURIDICA E DELLE SUE CONSEGUENZE. NON LO SI È VOLUTO AMMETTERE E ORA SI RACCOLGONO I FRUTTI DELLA PRESUNZIONE…”

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Marco Tarquinio per “Avvenire”

 

Marco Tarquinio

Il cosiddetto ddl Zan va in archivio. E non è un bel giorno per la società italiana. Un ambizioso ma brutto disegno di legge nato per contrastare in modo specifico omofobia e transfobia (e che ostinatamente non si è voluto ben calibrare se non per renderlo ancora meno centrato sull'obiettivo dichiarato) è stato fermato.

 

E «il modo ancor m' offende». Non certo per il libero voto dei senatori della Repubblica, bensì per l'insensata prova di forza che ha prodotto quest' esito deludente e per il solito coro zeppo di luoghi comuni che, con qualche felice eccezione, dalle opposte sponde si è subito levato.

ALESSANDRO ZAN

 

«Genderofili» (perdenti) contro «omofobi» (vincenti), in una sorta di bipartitismo caricaturale e insopportabile. Ma l'Italia, grazie a Dio e alla civiltà di tantissimi suoi cittadini e cittadine, non è una terra di odiatori e menatori seriali e neanche di ideologi dell'indifferenza (umana, morale e sessuale).

 

È perciò politicamente e civilmente assurdo e autolesionista forzare per incasellarci tutti in questa scatola di ferro spaccata a metà. Così si semina vento e si raccoglie tempesta, aggravando fenomeni reali ed esaltando gli esaltati. Che pure ci sono. Sì, ci sono quelli che insultano e vessano le persone omosessuali e transessuali, così come ci sono quelli che pretendono, nel nome dell'«infinita possibilità», di negare la realtà della differenza sessuale, di maternità e paternità e persino la libertà di affermarle.

 

MANIFESTAZIONE A FAVORE DEL DDL ZAN

Ecco perché argini espliciti a tutto ciò - alla violenza verbale e fisica sulle persone e a ogni illiberale rimozione e intimidazione antropologica - vanno posti o mantenuti. E bisogna farlo in modo semplice e chiaro. Come anche la Chiesa italiana ha raccomandato, per voce dei suoi vescovi, con buona pace dei, variamente distribuiti, seminatori di slogan a buon mercato e di pessimo contenuto.

 

Il ddl Zan era e resta sbagliato, e su queste pagine l'abbiamo scritto e documentato a fondo, dando spazio a tante voci, trasversali agli schieramenti eppure silenziate o stravolte dalle pretese caricaturali di cui sopra. Quella proposta 'idolatrata' da persuasori e influencer decisi a darla già per approvata in forza di un plebiscitarismo digitale e mediatico da far accapponare la pelle, era fuori centro in più punti sul piano concettuale, dell'architettura giuridica e delle sue conseguenze.

i senatori del pd intorno a letta dopo il voto sulla tagliola ddl zan

 

Non lo si è voluto ammettere e ora si raccolgono i frutti della presunzione. Ma meglio nessuna legge di una cattiva legge, perché di leggi vigenti e cattive o incattivite (come quelle sulle migrazioni e sulla cittadinanza) ne abbiamo già troppe, e perché quando si tratta di reati e di libertà, cioè 'dei delitti e delle pene', non si può essere approssimativi e avventurosamente 'filosofici'. Lo strepito che si sente non è incoraggiante, ma speriamo che di questo fallimento si sappia far tesoro

tommaso cerno alessandro zan foto di baccovoto sul ddl zan al senato