DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Annalisa Cuzzocrea per www.repubblica.it
DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA
Un patto tradito. Chi conosce Alessandro Di Battista pensa che le sue parole - ripetute ancora una volta oggi agli Stati generali del Movimento su Zoom - non possano che derivare da questo. L'ex deputato è tornato a invocare come condizione assoluta per i 5 stelle il mantenimento del limite dei due mandati. Tanto da chiedere una votazione su questo "nelle prossime settimane".
E ad attaccare "chi ha cambiato idea sull'organo collegiale". Il riferimento è sempre alla stessa persona: al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, diventato il primo capo politico M5S con il pieno appoggio di Di Battista, nel 2017.
Sul palco di Rimini, durante l'"incoronazione" cui Roberto Fico non volle assistere per protesta, fu proiettato un video dell'allora parlamentare romano che - appena diventato padre - comunicava agli attivisti la sua decisione: saltare un giro, non candidarsi alle elezioni così come non si era candidato alla leadership del Movimento, partire in viaggio con la sua nuova famiglia per dedicarsi ai reportage e a quello che in quel momento lo appassionava più della politica.
Tornato da quei viaggi, tornata la voglia di prima linea, Di Battista ha però trovato un Movimento molto cambiato. Il tentativo di dialogo con chi ora è al governo è saltato sulla sua pretesa di un'ortodossia impossibile, quando si è in maggioranza e non all'opposizione.
Così ieri - mentre Roberta Lombardi spiegava nel suo intervento agli Stati generali (davanti agli attivisti della provincia di Roma) che il principio dei due mandati va salvaguardato, ma che va trovato il modo di coniugarlo con la necessità di esperienza e competenza, l'ex deputato ha alzato la manina gialla su Zoom, si è iscritto a parlare ed è andato all'attacco.
"Parliamoci chiaro - ha chiesto - questo che significa? Significa mantenere la regola dei due mandati, cioè per lei o per altri l'impossibilità di ricandidarsi tra due anni, o significa bypassarla in qualche modo? Se si deciderà di bypassarla fatelo, diventa partito e oltre tutto si fa un danno non solo al Movimento perché quella regola fa parte della costituente del Movimento, di quei punti firmati da 350mila persone al primo VDay, ma si fa un danno al Paese. Questa regola ha costretto le altre forze politiche comunque ad un rinnovamento".
Si scalda, Di Battista, "quando si arriva alla scadenza ci si occupa più del proprio futuro che di quello del Movimento 5 stelle - dice - è umano. Neanche lo giudico. Ma questo è decisivo. A me non me ne frega nulla di fare il capo politico o di far parte della guida collegiale se non si decide questa cosa".
alessandro di battista allo stadio con sciarpa della lazio
L'ex deputato riconosce che sia Lombardi che Paola Taverna o Nicola Morra avevano chiesto da tempo una leadership collegiale, ma "altre persone erano convinte della necessità di un capo politico e oggi lo sono meno perché c'è il rischio che lo possa diventare io". Il riferimento a Di Maio è puramente voluto.
"Io non ho desiderio di candidarmi da nessuna parte finché non si sciolgono dei nodi politici che coinvolgono il futuro del Movimento - continua - e quindi il secondo mandato non si tocca per parlamentari, europarlamentari e consiglieri regionali: pretenderò una votazione di conferma nelle prossime settimane".
E ancora: "Bisogna dare identità al Movimento nei prossimi anni, se ci fosse un sostanziale ritorno al bipolarismo noi saremmo indeboliti, quando diciamo Pd Pd Pd Giorgia Meloni esulta, Zingaretti esulta, l'immagine di far parte di un campo progressista è devastante per noi che parlavamo di superare la logica bipolare".
ALESSANDRO PROFUMO GIUSEPPE CONTE
Terza condizione posta: "Una squadra di attivisti, o anche di non attivisti, che decida sulle nomine nelle partecipate e - altra stoccata agli attuali ministri - rifletta sugli stipendi di alcune persone inserite nei ministeri. Contano le leggi, ma anche gli uomini messi in Enel, Eni, Finmeccanica, che decidono delle nostre bollette e delle nostre vite. Un altro caso Profumo non sarebbe tollerabile".
CARLA RUOCCO ALESSANDRO DI BATTISTSA VIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIOroberta lombardi (4)luigi di maio roberta lombardi virginia raggiRoberta Lombardiroberta lombardi (1)DAVIDE CASALEGGIO E ALESSANDRO DI BATTISTA
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