DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Luigi Ferrarella per “il corriere.it”
È l’esistenza di «una relazione affettiva» - indicata ora dalla Procura di Milano nell’imputazione - il contesto del favoritismo che il presidente della Regione Lombardia, a fine maggio 2014 avrebbe chiesto ai vertici di Expo spa affinché la società, nella programmata missione in Giappone del presidente della Regione, si accollasse i costi della partecipazione di Maria Grazia Paturzo, ex sua collaboratrice al Ministero dell’Interno e già inserita in Expo come manager temporanea viste le stringenti regole della Corte dei Conti sugli incarichi regionali: favoritismo che ora la Procura ritiene di poter inquadrare nel reato di «induzione indebita a promettere utilità» contestato a Maroni in un avviso di conclusione delle indagini e deposito degli atti.
L’atto significa che il pm Eugenio Fusco, decorsi i 20 giorni per le controdeduzioni difensive, è orientato a chiedere il rinvio a giudizio di Maroni per avere, in concorso con il suo capo della segreteria Giacomo Ciriello, indotto il direttore generale Expo, Cristian Malangone, a promettergli indebitamente l’utilità del pagamento (6mila euro) delle spese di aereo e hotel della Paturzo da aggregare alla trasferta in Giappone, appunto su richiesta del governatore lombardo.
Roberto Maroni Giancarlo Giorgetti
La missione fu poi annullata da Maroni all’ultimo momento, i biglietti vennero riutilizzati da un’altra delegazione regionale, e il danno concreto per le casse pubbliche fu dunque solo di alcune centinaia di euro (la trattenuta della prima notte prenotata in hotel a Tokyo), ma ai fini della prospettazione del reato questo non muta la contestazione, perché la fattispecie del 319 quater punisce già la «promessa» indebita di utilità.
Per questa vicenda (che in linea teorica, in caso di condanna in primo grado, potrebbe far decadere Maroni da presidente della Regione in forza della legge Severino) è indagata anche la persona giuridica Expo spa, mentre non è indagato come persona fisica il suo amministratore Giuseppe Sala.
Maroni ha anche un secondo capo d’accusa, in concorso sempre con Ciriello e stavolta anche con Andrea Gibelli, segretario generale dela Regione, appena nominato da Maroni alla presidenza di Trenord al posto di Norberto Achille (dopo che questi era stato costretto alle dimissioni dall’inchiesta sulle spese private con le carte di credito e i telefonini della società). Qui l’ipotesi di reato è «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente» che portò a conferire a un’altra ex collaboratrice di Maroni al Viminale, Mara Carluccio, un incarico in «Eupolis» (società controllata dalla Regione) con un compenso annuo di 29.500 euro. Vicenda per la quale il direttore generale di Eupolis, Alberto Brugnoli ha già patteggiato 8 mesi.
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