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Antonella Mascali per il "Fatto quotidiano"
Contrattacco del procuratore di Bari, Antonio Laudati. Ha annunciato una denuncia per calunnia contro Pino Scelsi, il magistrato che lo accusa di aver ostacolato le indagini su Tarantini e di averlo esautorato dall'inchiesta. La denuncia è anche nei confronti del colonnello della Gdf, Salvatore Paglino, che ha suffragato le dichiarazioni di Scelsi. Ieri Laudati è stato ascoltato dalla Prima commissione del Csm. Ha negato di essersi presentato in Puglia come l'emissario del ministro Angelino Alfano.
Ha respinto l'accusa di aver bloccato l'indagine sulle escort per Berlusconi. Ha escluso dimissioni, a meno che, ad accertamenti conclusi, non ci siano "ombre sul mio operato" o provvedimenti del Csm. Ha parlato di "tritacarne mediatico". Su di lui pende un'indagine della Procura di Lecce per favoreggiamento, abuso d'ufficio e tentata violenza privata ai danni di Scelsi, attualmente sostituto procuratore generale a Bari. Laudati non vuole neppure sentir parlare di squadra speciale della Gdf ai suoi ordini per indagare, di fatto, sui pubblici ministeri. Così come ha denunciato Scelsi.
A supporto della sua versione dei fatti, il procuratore si è presentato con documenti che dovranno essere esaminati dai consiglieri. A loro ha spiegato che quel nucleo della Gdf è servito per coordinare le inchieste e i pm ne erano informati. Poi ha motivato l'indagine sull'indagine: nel settembre 2009, all'insediamento alla Procura di Bari - avrebbe raccontato a porte chiuse - erano accadute fughe di notizie gravissime, come la pubblicazione dei verbali secretati di Tarantini. A quel punto era doveroso accertare le falle dell'inchiesta. Nega su tutta la linea, Laudati.
Anche di essersi presentato a Bari, secondo Scelsi, come "Inviato del ministro della Giustizia", Angelino Alfano, a una riunione del giugno 2009. Era stato solo nominato, ma aveva riunito alcuni ufficiali della Gdf e l'allora pm. "Sarei stato un pazzo" se avessi detto questo, avrebbe affermato Laudati, ai consiglieri che hanno secretato il verbale. Se accertate che ho detto ciò - ha proseguito - cacciatemi dalla magistratura. Laudati giustifica quella riunione come un modo per presentarsi alla vigilia del suo insediamento e giura che non si parlò di inchieste.
Ma non è solo Scelsi a denunciare che il procuratore si sarebbe presentato come uomo di Alfano. A scriverlo in una relazione, in tempi non sospetti, proprio a giugno 2009, è il colonnello Paglino. "Il dottor Laudati premetteva che le indagini in corso a Bari avevano creato âpreoccupazione' nelle istituzioni e che la sua presenza era stata voluta dallo stesso ministro della Giustizia Alfano al quale egli stesso aveva garantito una soluzione".
Per Laudati, continua Paglino, "La situazione era arrivata a un punto di gravità tale da produrre potenzialmente effetti negativi sul governo e sulla GdF". Un anno dopo quel rapporto, Laudati fa arrestare Paglino per stalking e peculato (inviava sms ad alcune donne con il cellulare di servizio) nonché rivelazione del segreto d'ufficio. Ma Scelsi perché l'avrebbe accusata? gli è stato chiesto. Laudati al Csm si è trattenuto nella forma. Ha ipotizzato dissapori di carattere personale perché il pm sarebbe stato troppo attaccato alle sue tesi. In un comunicato dopo l'audizione, però, i toni sono forti: "'Finalmente sono riuscito, in una sede istituzionale, a ricostruire la verità dei fatti smentendo una serie di falsità e di calunnie che sono state costruite sul mio conto e diffuse a mezzo stampa".
Poi l'annuncio della querela. Se il procuratore è stato calunniato o se invece ha commesso reati, lo stabilirà la magistratura di Lecce. Ma, indagine penale a parte, può Laudati restare ancora al suo posto dopo le dichiarazioni a verbale di Scelsi, suffragate da quelle di Paglino e, in parte, dalla pm Eugenia Pontassuglia? à questo il punto che deve sviscerare la Prima commissione del Csm. Quella competente, cioè, per il trasferimento d'ufficio dovuto a incompatibilità ambientale. Un provvedimento che non prevede sia stato commesso un reato.
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