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PUSSA VIA, MALACHIA! - DOPO LA MORTE DI PAPA FRANCESCO, RICICCIA LA PROFEZIA DI OLTRE MILLE ANNI FA ATTRIBUITA A SAN MALACHIA, SECONDO LA QUALE IL PAPATO SAREBBE DESTINATO A CONCLUDERSI NEL 2027 CON UN ULTIMO PONTEFICE DI NOME PIETRO - DOPODICHÉ, IN BASE ALLA PROFEZIA, DA MOLTI CONSIDERATA UN FALSO, VERREBBERO IL GIORNO DEL GIUDIZIO E LA FINE DEL MONDO - A COLPIRE LE FANTASIE DEI FEDELI E' CHE ALMENO TRE PAPABILI SI CHIAMANO PIETRO: IL CARDINALE PAROLIN, LA PORPORA GHANESE TURKSON E L’UNGHERESE ERDO…
Enrico Franceschini per repubblica.it - Estratti
La scomparsa di papa Francesco e l’imminenza di un conclave per eleggere un nuovo pontefice hanno ridato fiato alla “profezia di Malachia”, una predizione di quasi mille anni or sono, sebbene molti la considerino un falso. Secondo il testo, attribuito a San Malachia, l’arcivescovo di Armagh, vissuto nel dodicesimo secolo in Irlanda, il papato sarebbe destinato a concludersi nel 2027 con “Pietro il Romano”, un particolare su cui si sofferma oggi il quotidiano britannico Daily News facendo notare che tre dei nove cardinali più citati come possibili successori di Bergoglio si chiamano appunto Pietro. Dopodiché, in base alla profezia, verrebbero il Giorno del Giudizio e la fine del mondo.
JD VANCE IN VATICANO CON PIETRO PAROLIN
Pubblicato per la prima volta nel 1595 da un monaco benedettino, il documento, intitolato nell’originale Propethia Sancti Malachiae, contiene 112 brevi motti in latino che descriverebbero tutti i papi a partire da Celestino II, eletto nel 1143, fino a oggi. Alcune interpretazioni sostengono che il testo indica come “punto di mezzo” il 1585, dunque dopo 442 anni di predizioni, il che farebbe del 2027 l’anno finale della profezia. E l’ultimo, criptico motto del testo afferma:
“Nella persecuzione finale di Santa Romana Chiesa ci sarà il regno di Pietro il Romano, che guiderà il suo gregge attraverso molte tribolazioni, al termine delle quali la città dei sette colli sarà distrutta e verrà il temuto Giorno del Giudizio, la Fine”.
Il Daily Mail sottolinea che attualmente tre dei potenziali aspiranti al pontificio hanno Pietro come nome di battesimo: il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede; Peter Turkson, cardinale del Ghana; e il cardinale ungherese Peter Erdo. Chi prende sul serio la profezia, commenta il tabloid londinese, si aspetta dunque che uno dei tre diventerà “Pietro il Romano” e che il mondo finirà venti mesi dopo la morte di papa Francesco, in seguito alle “tribolazioni” che abbiamo già sotto gli occhi, tra guerre, disastri climatici e tracolli economici.
Ma a parte che le profezie di questo genere non hanno alcuna base scientifica, gli storici hanno messo ripetutamente in dubbio l’autenticità del documento. Arnoldo Wion, il benedettino francese che nel 1595 fu il primo a citare la “profezia di Malachia”, non indicò dove si trovasse il manoscritto originale né come lui ne fosse entrato in contatto.
Secondo la ricostruzione fornita dal suo libro Lignum Vitae, il vescovo di Armagh si recò a Roma nel 1139 per farsi ricevere da papa Innocenzo II: durante la visita avrebbe avuto una visione dei futuri pontefici, l’avrebbe trascritta e consegnata al papa, che avrebbe depositato il documento nell’archivio segreto del Vaticano, dove sarebbe rimasto fino alla sua riscoperta, appunto ad opera del benedettino Wion, quattrocento e passa anni più tardi.
Un primo sospetto di falso deriva dal fatto che per quattro secoli nessuno avesse menzionato il documento in questione o ne avesse anche soltanto attestato l’esistenza. Nella biografia di San Malachia scritta da Bernardo di Chiaravalle non se ne fa alcun cenno. Un’altra incongruenza è che l’elenco dei futuri papi contiene una decina di antipapi.
(...)
Chiunque ne fosse l’autore, lo scopo della “profezia di Malachia” sarebbe stato quello di influenzare l’elezione del papa nel conclave del 1585 o del 1590 e di guadagnare benemerenze tra i papabili.
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