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da www.dailymail.co.uk
Le immagini sono scioccanti e immortalano soldati americani che bruciano i corpi di ribelli iracheni nel 2004 a Fallujah.
In due foto un marine versa qualcosa di simile a benzina sui resti del nemico, in altre il corpo va a fuoco, in altre è carbonizzato. Altre immagini riguardano un marine che si rannicchia in posa accanto a un teschio (e gli punta il fucile, divertito), un altro che fruga nelle tasche di quel che resta del morto.
Gli scatti sono stati ottenuti da TMZ, che la scorsa settimana li ha girati al Pentagono. Secondo il sito, il Comando Centrale Americano, che si occupa delle operazioni militari in Medio Oriente, ha controllato le foto per verificare che non fossero state portate alla sua attenzione già in precedenza. Risultato: non le avevano mai viste.
I 41 scatti non tutti sono pubblicabili. TMZ sostiene di non volerne mostrare gran parte in quanto sono troppo crudeli, tipo quello in cui il corpo di un ribelle viene sbranato da un cane.
Il Dipartimento della Difesa dichiara che, a guardare le foto, i soldati americani hanno commesso violazioni al Codice Uniforme della Giustizia militare (che è il codice penale militare) che non consente di maltrattare e vilipendere i morti. I Marines possono essere condannati anche se non sono più in attività . Se colpevoli di un reato, possono finire in prigione.
L'inchiesta della marina militare è già partita. Stanno investigando sulla veridicità delle foto, sulle circostanze e sulle identità dei soldati coinvolti.
Qualcuno già dice che i Marines avrebbero bruciato i corpi per ragioni di igiene, intanto il portavoce del Pentagono Steven Warren dice che le azioni immortalate dalle foto «non sono quello che ci si aspetta da un soldato».
Il Comandante Bill Speaks, del Pentagono, sostiene «che tali deplorevoli atti non rappresentano i milioni di uomini e donne che servono l'America nel Medio Oriente».
Già nel 2005 i soldati americani erano stati indagati per aver bruciato i nemici a
Gumbad, in Afghanistan e si erano difesi dicendo di averlo fatto per motivi di igiene, visto che dopo 24 ore la gente del posto non aveva ancora recuperato i corpi. Il fascicolo fu chiuso con il rimprovero di avere preso una decisione sbagliata, irrispettosa degli usi e costumi degli afghani, ma non fu considerato crimine di guerra.
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