vladimir putin africa

PUTIN “L’AFRICANO” ORA PUÒ RICATTARE L'EUROPA CON I PROFUGHI – LA RUSSIA FIRMA UN ACCORDO MILITARE CON LA GIUNTA AL POTERE IN NIGER (CHE VOLTA LE SPALLE ALL'UE): ORA “MAD VLAD” CONTROLLA L'INTERO SAHEL E LA PRINCIPALE ROTTA DELLA MIGRAZIONE CHE PORTA AL MEDITERRANEO – UN PROBLEMA ANCHE PER GLI USA, CHE IN NIGER HANNO DUE BASI MILITARI STRATEGICHE – E MOSCA TRATTA CON LA REPUBBLICA CENTRAFICANA PER LA CREAZIONE DI UNA BASE MILITARE NEL PAESE...

1 – ISW, MOSCA TRATTA CON CENTRAFRICA PER BASE MILITARE NEL PAESE

vladimir putin summit russia africa 2023 2

(ANSA) - La Russia e la Repubblica Centrafricana (Rca) hanno avviato colloqui per la creazione di una base militare russa nel Paese: lo ha detto l'ambasciatore russo nella Rca, Alexander Bikantov, come riporta l'Istituto per lo studio della guerra. Bikantov ha aggiunto che attualmente i ministeri della Difesa dei due Paesi stanno selezionando il luogo in cui verrà realizzata la base.

 

Secondo quanto aveva riferito martedì scorso l'agenzia Africa Initiative, sostenuta dal Cremlino, il consigliere presidenziale della Rca - Fidel Ngouandika - vuole che Mosca costruisca una base militare nel Paese e il governo ha "già fornito un sito a Beringo, a 80 km da Bangui, dove c'è un aeroporto internazionale". Non sono ancora note, precisa il centro studi statunitense, le dimensioni del potenziale contingente russo nel Paese, né la data del suo arrivo. Secondo quanto riferito, il sito di Beringo può ospitare fino a 10.000 persone.

 

2 – I RUSSI IN NIGER PUTIN SI PRENDE IL SAHEL E POTRÀ CONTROLLARE L’ARMA DEI PROFUGHI

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

vladimir putin summit russia africa 2023

Scacco matto. I militari russi si insediano ufficialmente in Niger ed estendono l’influenza di Mosca nell’intero Sahel, completando un corridoio geopolitico che unisce i porti della Cirenaica al cuore dell’Africa: la principale rotta della migrazione che porta al Mediterraneo adesso è sotto il controllo del Cremlino.

 

Il distacco definitivo dall’Unione europea iniziato con il golpe dello scorso luglio, che ha deposto il governo democraticamente eletto ed arrestato il presidente Mohamed Bazoum, è stato sancito martedì con la firma a Mosca di un accordo tra i viceministri della Difesa, Yunus- Bek Jevkurov e Alexander Fomin, e il ministro nigerino Salifu Modi. I tre «hanno concordato di intensificare le azioni congiunte per stabilizzare la situazione nella regione ».

 

la presenza russa nel sahel - africa

[…] La giunta militare nigerina ha espulso il contingente francese, forte di oltre tremila uomini, che sosteneva la lotta contro l’insurrezione jihadista. Poi ha stracciato gli accordi con l’Unione europea di collaborazione militare ed economica, revocando la legge che puniva il traffico di migranti.

 

Senza più aiuti economici, privi di forniture e istruttori per l’esercito, i generali di Niamey si sono rapidamente avvicinati alla Russia seguendo le mosse dei colonnelli del Mali e del Burkina Faso, del maresciallo Haftar a Bengasi oltre che del comandante Hemeti che in primavera ha scatenato la guerra civile in Sudan.

 

vertice tra russia e niger al ministero della difesa di mosca

Una catena di putsch che ha spiazzato le cancellerie, incapaci di prevederle e di gestire le crisi: a organizzare i putsch sono stati ufficiali quasi sempre formati e sovvenzionati da Stati Uniti, Francia e Ue. La risposta è stata solo affidata alle sanzioni e all’isolamento internazionale.

 

I russi si sono inseriti nel vuoto con disinvolto pragmatismo, affidando la partita a Yunus-Bek Jevkurov, che in pochi mesi ha liquidato l’eredità di Evgenij Prigozhin e preso le redini del risiko africano di Mosca. Il generale caucasico diventato viceministro ha esperienze straordinarie di combattimento e di politica tribale, sa come muoversi sopra e sotto i tavoli dei negoziati.

 

[…] L’irruzione di Mosca apre un serio problema per Washington e Parigi. Il Pentagono mantiene in Niger due basi strategiche per le ricognizioni dei droni e la sorveglianza dei terroristi fondamentalisti: sono le ultime rimaste nel Continente assieme a Gibuti. La Francia invece ricava dalle miniere di uranio del Paese un terzo del combustibile per le sue centrali nucleari.

 

emmanuel macron joe biden

E ieri il ministro degli E steri Sergej Lavrov ha fatto dichiarazioni sibilline, riferendosi proprio a Parigi: «Uno dei grandi Paesi europei che non parlano inglese ha invitato il nostro ambasciatore ad aiutare questa nazione a recuperare l’influenza persa a causa del rafforzamento delle relazioni russe in Africa, in particolare nel Burkina Faso, nella Repubblica Centrafricana, in Chad e in Niger. “Rimanete un nemico, ma in Africa in qualche modo cooperiamo”, ha detto. Il cinismo ha superato ogni limite… Ma non ci saranno mai negoziati del genere».

 

Il patto con la Russia rappresenta pure una grande occasione persa dal governo Meloni per dare concretezza al “Piano Mattei”. La nostra missione militare è l’unica ancora presente a Niamey e i golpisti avevano apprezzato la linea dialogante dei ministri Crosetto e Tajani, trasmettendo la volontà di mantenere e intensificare l’attività di formazione delle reclute portata avanti negli scorsi anni.

 

emmanuel macron joe biden

Per mesi Roma ha avuto l’opportunità di definire un percorso per farsi capofila delle iniziative europee e ottenere garanzie sul cammino del Paese verso la democrazia. Un’impresa carica di incognite che avrebbe richiesto un impegno diplomatico e militare significativo ma sarebbe stata accolta con favore dagli Usa. Non risulta che l’ipotesi sia stata esplorata e ora dobbiamo prepararci al pericolo che il flusso dei migranti possa essere usato come uno strumento di pressione sull’Europa, pesando soprattutto sulle nostre coste. […]

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