DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Anna Zafesova per “la Stampa”
In attesa di decidere se andare domani a Minsk per l’ultimo tentativo di portare la pace in Ucraina, Vladimir Putin è volato in Egitto, in una diplomazia su più fronti. E all’opinione pubblica araba spiega, in un’intervista ad Al Ahram, che la responsabilità delle crisi in corso è dell’Occidente. La guerra all’Isis è «illegittima» e in ogni caso è conseguenza di una «violenta ingerenza» in Siria e Iraq. E lo scontro in Ucraina è colpa degli «Usa e dei loro alleati occidentali che si sono considerati i vincitori della Guerra fredda e hanno voluto imporre dovunque la loro volontà».
obama e putin in vestito tradizionale cinese
Armi super moderne
Da Mosca la guerra per Donetsk viene vista come un episodio del grande scontro, e a Minsk si potrà parlare di tregua, ma non di fine delle ostilità. Le «Repubbliche popolari» dei separatisti hanno lanciato da giorni una mobilitazione per chiamare alle armi 100 mila uomini, più dell’intero esercito ucraino, facendo sospettare che l’armata verrà formata in buona parte dai militari russi «in vacanza».
Frederick Hodges, comandante delle truppe americane in Europa, dice al «Wall Street Journal» che nel Donbass i russi hanno spedito le armi più moderne, sistemi di anti-aerea, jammers, strumenti di guerra elettronica, «un potenziale che supera di gran lunga tutto quello di cui ha mai disposto qualunque guerriglia». Un poligono di collaudo di un arsenale tutto nuovo, un segno che «non si tratta di un’incursione o di una prova di forza, ma di una strategia».
putin regge il mondo e porta la pace in ucraina
«Accordi violati»
Una visione che parte dall’idea di una Russia accerchiata da nemici, e Putin nell’intervista al giornale egiziano ha ripetuto l’accusa all’Occidente di aver violato il patto di non estendere la Nato agli ex satelliti sovietici (per quanto perfino Mikhail Gorbaciov nega l’esistenza di un accordo del genere).
SEBASTOPOLI PRO RUSSIA E KIEV CONTRO
E che si riflette nella diffidenza con la quale procedono le faticose trattative, che infatti - dalle poche indiscrezioni filtrate perlopiù dall’Eliseo riguardano non tanto le condizioni della tregua, che restano quelle degli accordi di Minsk (con i separatisti che però si prendono anche i territori conquistati a gennaio), quanto la loro implementazione.
putin sul carro armato obama e poroshenko come due povere ucraine
L’impegno a parole non basta più, ma i russi non accetterebbero gli occidentali come truppe di pace (e possono bloccare all’Onu l’invio di Caschi blu) mentre per gli ucraini è inaccettabile una forza di pace di russi o bielorussi, che certificherebbe che il Donbass è un protettorato di Mosca. Come la Transnistria o l’Abkhazia, e il presidente dell’Azerbaigian lkham Aliev ricorda che questa tecnica ha trasformato il Nagorno-Karabakh già da 25 anni in un «conflitto congelato», un territorio dallo status sospeso all’infinito.
Sondaggi a a favore
Una soluzione che al Cremlino andrebbe bene in quanto pesante ipoteca sul futuro europeo dell’Ucraina, alla quale i territori ribelli resterebbero, almeno formalmente. La situazione economica di Mosca rende la guerra su larga scala un lusso. La strategia dell’Occidente, tra sanzioni e pressioni, è fondata infatti sull’assunto che un leader razionale accetta la sconfitta quando gli si presenta il prezzo da pagare. Ma per Putin i prezzi sono due. Il primo è appunto il disastro economico. Il secondo è politico: sa bene che i leader russi che si sono fatti sfuggire il potere hanno mostrato debolezza nel maneggiarlo.
PUTIN E LA FAMIGLIA BERLUSCONI
Krusciov, Gorbaciov ed Eltsin hanno in comune l’aver riconosciuto gli errori ed aver aperto all’Occidente, e nessuno di loro ha finito il mandato. I sondaggi del Levada-zentr mostrano che i russi che hanno un’opinione negativa degli Stati Uniti in un anno sono raddoppiati all’81%, e quelli che ritengono gli americani «nemici» sono decuplicati al 42%. Per l’Ue non si mette molto meglio: 71% e 24%, mentre un anno fa solo un russo su cento considerava gli europei nemici.
BLINDATI RUSSI IN PIAZZA A SEBASTOPOLI CITTA DELLA CRIMEA IN UCRAINA
Impossibile il dietrofront
Numeri che riflettono più l’efficacia della propaganda che un sentimento vero, ma che rendono impossibile una marcia indietro, e il portavoce di Putin avverte che «nessuno può porre ultimatum» al suo principale. Qualunque sia il cavillo del compromesso, deve dare a Putin, e ai russi, l’opportunità di dire che gli occidentali sono stati, se non sconfitti, almeno raggirati. Angela Merkel l’ha capito quando dice di non riuscire a immaginarsi una situazione in cui Putin dicesse «Sì, in questo conflitto ho perso».
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