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QUALCOSA SI MUOVE IN RAI – LA MAGGIORANZA AVVIA L’ITER PER LA RIFORMA DELLA GOVERNANCE NEL SERVIZIO PUBBLICO: IL COMPITO (INGRATO) DI TROVARE LA QUADRA È STATO AFFIDATO A FORZA ITALIA, CHE CON LA TV PUBBLICA HA MOLTI INTERESSI IN BALLO. IL PRIMO È LEGATO AL CANONE: GLI AZZURRI VOGLIONO MANTENERLO, PER LIMITARE LA RACCOLTA PUBBLICITARIA DEL SERVIZIO PUBBLICO (E PERMETTERE A MEDIASET DI FARE MANBASSA DI INSERZIONI) – POI C’È LA QUESTIONE PRESIDENZA: DA UN ANNO L’ATTIVITÀ DELLA COMMISSIONE VIGILANZA È BLOCCATA SUL NOME DI SIMONA AGNES (IN QUOTA GIANNI LETTA) – LE MOSSE DI LOTITO E IL VOTO DEL M5S CON LA DESTRA…
RIFORMA RAI, LO SCATTO DI FORZA ITALIA. MARTEDÌ IL TESTO BASE
Estratto dell’articolo di Lisa Di Giuseppe per www.editorialedomani.it
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
Dopo mesi di stasi, un passo avanti. Il timore di una nuova procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia da parte della Commissione europea ha portato la maggioranza ad avviare l’iter per la stesura di un testo base per la riforma della governance della Rai.
L’obiettivo è quello di portare il documento in commissione Infrastrutture ancora prima dell’8 agosto (data entro la quale la legislazione nazionale dovrebbe recepire l’European media freedom act, Emfa) e della pausa agostana del parlamento, in modo da poter addirittura azzardare – come fa già qualche esponente di maggioranza – l’approvazione in Senato entro fine settembre.
Le proposte di legge presentate finora in commissione Lavori pubblici sono ben undici. Ora si prova a fare una sintesi. E Forza Italia si segnala per un certo attivismo. Il partito guidato da Antonio Tajani sembra disponibile a un compromesso e ha rinunciato al testo Gasparri, presentato a inizio legislatura.
Il dossier è attualmente in mano al relatore Roberto Rosso, capogruppo di FI in Vigilanza, che lavora in tandem con il presidente della commissione – azzurro anche lui – Claudio Fazzone. Martedì si è riunito per la prima volta il comitato ristretto e in queste ore maggioranza e opposizioni stanno segnalando le proprie priorità da far confluire nel testo base su cui si sta lavorando.
giorgia meloni e antonio tajani conferenza sulla ricostruzione dell ucraina foto lapresse
Il Pd e le altre minoranze, in particolare, si vedranno giovedì pomeriggio per stilare una lista di desiderata. È ancora tutto aperto anche se, filtra dalla maggioranza, la traccia c’è già, quella dell’Emfa. Anche se si vuole mostrare – almeno sulla carta – una certa disponibilità a raccogliere i suggerimenti delle opposizioni. Non appare dunque un caso che sia Forza Italia, percepita come meno implicata nell’occupazione della Rai, a prendere in mano il dossier.
E se i dem restano più defilati, il M5s ha già votato insieme alla maggioranza in commissione Affari europei al Senato, che doveva dare il proprio parere sulla riforma (Pd e Azione si sono astenuti). […]
In ogni caso, un punto di partenza c’è: il passaggio dell’onere della scelta della governance dal governo al parlamento con maggioranze qualificate. Forza Italia vorrebbe mettere anche definitivamente da parte la proposta di una parte delle opposizioni di affidare la scelta della governance a una fondazione, argomentando che sarebbe anch’essa a rischio spartizione politica.
Resta da vedere se le minoranze saranno disponibili a valutare questo aspetto, così come resta il dubbio sull’altra grande questione in sospeso: il finanziamento della Rai.
La Lega punta ormai da anni a eliminarlo, così come Forza Italia ha interesse a mantenerlo in vita senza attingere dalla fiscalità generale ma come tassa di scopo, da destinare possibilmente soltanto all’attività di servizio pubblico. Insomma, è il ragionamento che filtra, non per pagare le multe comminate dall’Agcom per i comportamenti sbagliati nel rapporto con gli sponsor a Sanremo.
[…]
simona agnes maurizio gasparri
Mettere assieme ambizioni così divergenti non sarà facile, ma l’obiettivo è innanzitutto quello di mostrare all’Unione europea di aver avviato i lavori sulla riforma della governance. Per il momento il governo non sembra intenzionato a entrare in campo direttamente, lasciando mano libera al parlamento. Ma il partito di Tajani sembra decisamente più avanti degli altri.
Impegnati a preservare il complicato equilibrio tra Rai e Mediaset, dipendente innanzitutto dalla stabilità del canone, che limita la raccolta pubblicitaria del servizio pubblico consentendo di mantenere in buona salute quella del Biscione, gli azzurri hanno diversi dossier collegati a viale Mazzini ancora aperti.
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
Su tutti, la mancata presidenza di Simona Agnes che ormai da un anno congela l’attività della commissione di Vigilanza. La missione di issare la consigliera di area azzurra sulla poltrona più alta della Rai sarebbe stata originariamente affidata da Gianni Letta a Maurizio Gasparri, ma sono sempre continuati a mancare i due voti in commissione necessari per raggiungere la maggioranza qualificata.
Negli ultimi tempi si segnala però anche l’attivismo del senatore Claudio Lotito, che sembra aver trovato un canale d’interlocuzione privilegiato con i Cinque stelle, anche su temi che non fanno tradizionalmente parte del suo core business come la Rai. I Cinque stelle avrebbero apprezzato la sua disponibilità al dialogo, maggiore rispetto a quella di colleghi come Gasparri. Che ha un rapporto complicato anche con Lotito.
In ambienti azzurri circola poi voce che, dopo il malore che l’ha colpito nei giorni scorsi, Lotito stia ricalibrando le sue priorità: sarebbe meno interessato alla Lazio, che starebbe addirittura valutando di cedere. […]
In effetti sembrerebbe che ora, in cima alla lista di priorità di Lotito sia passata la politica, sia locale – nella giunta della regione Lazio si potrebbe aprire la possibilità di una ridistribuzione delle responsabilità in Forza Italia – sia nazionale. E chissà, magari anche un dossier come la Rai.
Davide Di Pietro Roberto Natale Simona Agnes Giampaolo Rossi Federica Frangi Antonio Marano Alessandro Di Majo - foto lapresse
maurizio gasparri partita del cuore
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