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Enrico Fierro e Antonio Massari per il "Fatto quotidiano"
Settembre 2008 e maggio 2009: nell'agenda di Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, sono segnati due appuntamenti con Enrico Intini, l'imprenditore vicino a Massimo D'Alema che, attraverso Gianpi Tarantini e il suo ascendente sul premier, tentava la scalata al colosso dell'industria italiana. Fonti qualificate raccontano che Guarguaglini non ha mai conosciuto personalmente Tarantini.
E si oppose all'operazione: disse un secco "no" all'ingresso in Sel Proc, società costituita a ridosso del G8, che non poteva essere partecipata da società "estranee" a Finmeccanica. Il fatto interessante, però, è che quel "no" fu pronunciato direttamente a Silvio Berlusconi che, in quei mesi, l'aveva contattato per sponsorizzare Intini.
Il premier non gli fece il nome di Tarantini, quindi, bensì quello dell'imprenditore vicino a Massimo D'Alema. Il paradosso di questa vicenda, quindi, è che il premier - accecato da Gianpi e dal suo stuolo di donne accondiscendenti - abbia "raccomandato" a Finmeccanica un imprenditore legato al centrosinistra.
Per dimostrare che l'incontro ci sia stato, basta sfogliare le agende del numero uno di Finmeccanica, dove gli appuntamenti sono segnati. E non si tratta degli unici incontri - due risalgono al 2005 - considerato che, sebbene Guarguaglini non fosse presente, Intini ottenne degli appuntamenti anche con Marina Grossi, ad di Selex sistemi integrati, grossa azienda di Finmeccanica. Due appuntamenti che - considerato il tenore e la cronologia delle intercettazioni - possono risultare utili al secondo filone d'indagine condotto dalla Procura di Bari.
I pm Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis, chiuso il fascicolo sulle prostitute portate da Gianpi a Silvio Berlusconi, si stanno concentrando su un altro reato: l'associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta. Parliamo del tentativo - a quanto pare totalmente naufragato - di ottenere appalti da Protezione civile e Finmeccanica, oltre che della spartizione della Sanità pugliese, che vedeva in prima linea una "cricca" legata al centrosinistra: l'imprenditore Enrico Intini - che proprio da Finmeccanica aveva rilevato la Sma -, Roberto De Santis, soprannominato il "banchiere di D'Alema", e l'avvocato pugliese Salvatore Castellaneta.
Tra i nomi emersi nelle intercettazioni di questo fascicolo, anche Piero Guarguaglini e sua moglie, Marina Grossi, ad di Selex sistemi integrati. E altri dirigenti di Finmeccanica, come l'ingegnere (Domenico) Lunanuova, o (...) Salvatore Metrangolo.
Se gli incontri con Guarguaglini, stando alla sua agenda, sono del settembre 2008, è interessante ricordare che nel novembre 2008 Gianpi e Berlusconi parlano così:
B: "Ecco, lui ha in mano i tuoi depliant che ... i tuoi, che mi hai dato, no?".
T: "bè, ma io vado col presidente della società , quindi ...". B: "Sì, ho capito".
T: "Gli spieghiamo tutto bene". B: "Ho capito, benissimo".
Sempre a novembre Gianpi dice a Intini che devono presentarsi alla sede della Protezione civile, che deve organizzare il G8 e quindi rientra nel business da 280 milioni legato alla Sel Proc. Un incontro ben riuscito, in apparenza, se Gianpi il 14 novembre commenta che In-tini "un altro po' si metteva a piangere ... tu immagina che (Bertolaso, ndr) non l'ha mai voluto ricevere!"
Parlano di un progetto che arriverà tra un paio di mesi, quindi nel 2009, e i discorsi con i dirigenti di Finmeccanica, da parte di Intini, si fanno sempre più stringenti, come quando dice a Domenico Lunanuova: "Lo dico a te Domenico, la sensazione che ha avuta il mio... è che a noi ci volete far fare le cose meno nobili, ricordati che non siamo in questa partita come quelli che montano i pali (...). Sento cose strane su questi affidamenti, cioè o la carne ce la mangiamo tutti (...) però se so che tu ti fai la parte che è la polpa e io mi devo fare l'osso sappi che un pezzo di polpa me lo devi dare".
Poi però arrivano le perquisizioni della procura e tutto crolla: nessun appalto diventerà possibile, quando la "cricca" scopre di essere nel mirino della procura. Eppure Gianpi e Roberto De Santis, dopo gli incontri di Intini con i vertici di Protezione civile e Finmeccanica, soprattutto quelli con Marina Grossi, progettavano di costituire "società al 10%" che avrebbe fornito persino "un sostegno per la campagna elettorale, del giro di "36 miliardi dalla Comunità europea solo per la prevenzione e per la protezione civile per l'Italia". Dice Gianpi: "Ho poi fatto una domanda banalissima: ci sono gare?".
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