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“QUESTO GOVERNO È IL PRODOTTO DI UNA DESTRA RADICALE MAI INTERAMENTE RACCONTATA NELLE SUE RADICI” – MIRELLA SERRI NEL SUO NUOVO LIBRO, "NERO INDELEBILE", RICOSTRUISCE LA FORMAZIONE DI GIORGIA MELONI E DEI CAMERATI D’ITALIA: “COME MUSSOLINI SI FECE COLLETTORE ULTIMO DELLE PEGGIORI ISTANZE DEL NAZIONALISMO, COSÌ LA PREMIER E LA SUA CLASSE POLITICA, SI PONGONO COME IL TERMINALE DI ORIENTAMENTI EUROSCETTICI, ANTI-DIRITTI CIVILI, ANTI IMMIGRATI. NON V’È DUBBIO CHE LA SINISTRA SOTTOVALUTI LA CULTURA DELL’ESTREMA DESTRA. COM’È ACCADUTO NEI PRIMI ANNI VENTI DEL NOVECENTO…”
Zita Dazzi per "la Repubblica" – Estratti
giorgia meloni in versione ducetta
Cosa cova realmente sotto l’ideologia meloniana? Quali sono le vere radici della destra oggi guidata dalla premier? Perché, una volta arrivata a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha dovuto sbarazzarsi in fretta dell’ombra dei suoi padri putativi Giorgio Almirante e Gianfranco Fini? A queste e a molte altre domande risponde l’ultimo saggio di Mirella Serri, docente di Letteratura moderna e contemporanea, una delle più grandi esperte del fascismo e della Resistenza italiana.
In Nero indelebile (Longanesi) Serri riscrive la storia della leader di Fratelli d’Italia.
L’infanzia nel quartiere popolare romano della Garbatella, l’underdog che non era ricca di famiglia, il lavoro di base nelle periferie, lontana anni luce dagli ambienti radical chic, danarosi e di sinistra che – nella narrazione di Meloni – fino al 2022 monopolizzavano tutti i posti di potere in Italia, anche nel mondo dell’informazione e della cultura.
Un racconto «abilmente orchestrato per disegnare il ritratto di una leader di destra popolare e populista» in cui “Giorgia” è «protagonista di un’avventura politica frutto solo del suo impegno, della sua fatica e della fiducia negli ideali», oltre che custode dei valori della famiglia tradizionale. Anche se poi sia lei, sia la matriarca Anna Paratore, sia la sorella Arianna, plenipotenziaria del partito, hanno incontrato quelle difficoltà di coppia che affliggono tanti italiani meno celebri. Un libro denso che si legge come un romanzo.
Moltissime le citazioni, le date, i dettagli storici ignoti ai più, un compendio illuminante di tweet e di post sui social non solo di Meloni, ma anche dei suoi più stretti collaboratori, dall’ex cognato ministro Francesco Lollobrigida al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, episodi che si perdono nella notte dei tempi, dall’adolescenza a Colle Oppio alla militanza nelle organizzazioni giovanili dell’ex Msi, dalla formazione sui testi di Tolkien alla invenzione di eventi fondativi di una coscienza collettiva nutrita da mitologie di ultradestra, come il festival Atreju. Una ricerca storica minuziosa per mettere in guardia anche l’opposizione, perché, scrive Serri, «non v’è dubbio che la sinistra sottovaluti la cultura dell’estrema destra. Com’è accaduto nei primi anni Venti del Novecento, quelli dell’insediamento del fascismo e della nascita dello Stato autoritario, quando la cultura liberale e democratica clamorosamente non volle vedere l’arrivo dei Fasci al potere».
GIORGIA MELONI DUCETTA DELL INFORMAZIONE - MEME BY EDOARDO BARALDI
Il saggio racconta le tappe di una folgorante carriera, dal 1996 quando Meloni è capo nazionale di Azione Studentesca, all’elezione alla Provincia di Roma nel 1998, per poi a 29 anni, essere eletta alla Camera dei deputati, fino alla nomina a ministra della Gioventù nel quarto governo Berlusconi.
(...) Serri spiega che «questo governo è il prodotto di una destra radicale che, lontana anni luce dai grandi padri della democrazia liberale, non è mai stata interamente raccontata nelle sue radici. Mussolini si era fatto collettore ultimo delle peggiori istanze del nazionalismo, del corporativismo, del pansindacalismo e dell’imperialismo. Così oggi la premier e i suoi Fratelli e Sorelle, ovvero la sua classe politica, si pongono come il terminale estremo di orientamenti euroscettici, antiegualitari, anti-diritti civili, anti immigrati e di tendenze e di ideologie che circolavano sottotraccia già da decenni».
GIORGIA MELONI IN VERSIONE DUCETTA - MEME
A fare da contraltare alla costruzione di un pensiero forte basato sull’esclusione e sulla criminalizzazione di quei sei milioni di migranti che vivono in Italia, Serri cita l’intervento a Palazzo Madama della senatrice a vita Liliana Segre, il 13 ottobre 2022, quando Meloni e il suo governo si insediarono: «In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana che, come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma è il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà. Una lotta che non inizia nel settembre del 1943, ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti ».
la ducetta e i quadrumviri crespi, sangiuliano, meloni, la russa, santanche
L ITALIA SI CONFERMA STRONZA - VIGNETTA BY MANNELLI
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