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QUIRINALE DELLE MIE TRAME – AL MOMENTO LO SCENARIO PIÙ PROBABILE È UNA RICONFERMA DI SERGIO MATTARELLA. MA IL CAPO DELLO STATO SI DIMETTE PRIMA O DOPO LE ELEZIONI POLITICHE? LASCIANDO PRIMA DEL 2023, FAREBBE ELEGGERE IL SUCCESSORE DALLE CAMERE ATTUALI. IL CHE POTREBBE AGEVOLARE L’ELEZIONE DI DRAGHI. ALTRIMENTI POTREBBE ESSERE IN AGGUATO IL TRAPPOLONE – DI CONTRO, L’OPZIONE DRAGHI SUBITO È INSIDIOSA: SIA PERCHÉ DEVE FINIRE LA MISSIONE RECOVERY, SIA PERCHÉ SE VENISSE IMPALLINATO DAI FRANCHI TIRATORI TERRORIZZATI DALLE URNE SAREBBE UN DISASTRO TOTALE (PER L’ITALIA)

 

Carlo Bertini per “La Stampa”

 

mattarella draghi

Nello scacchiere del Quirinale avranno un ruolo decisivo quei pedoni senza galloni altrimenti detti "peones". Visto che i due schieramenti partono quasi appaiati, con una sottile maggioranza di grandi elettori di centrodestra, mai come nella nomina del capo dello stato in febbraio, il Parlamento sarà sovrano. E questo Parlamento punta le sue fiches sulla conferma di Sergio Mattarella.

 

sergio mattarella e mario draghi

A dare l'idea di quanto sia complicata la partita, basta scorrere le opzioni sul tavolo dei leader, che riguardano i due protagonisti principali, Mattarella e Draghi. Ai blocchi di partenza sono loro a dare le carte. Ma con una serie di variabili: in primis, la paura di andare a votare dei tanti che perderebbero il seggio. Per non dire del famoso vitalizio, che come ricorda Salvini, «scatta dopo 4 anni e sei mesi di legislatura, ora siamo a 3 anni e sei mesi!».

 

Ergo, «si voterà tra un anno e mezzo». Draghi premier oltre il 2023 Se Mattarella, come tutti credono, accetterà un bis, Draghi potrebbe restare a Palazzo Chigi, «almeno» fino al 2023, come ha detto non a caso Enrico Letta.

 

draghi mattarella renzi partita di poker

Sì perché se non dovesse cambiare la legge elettorale tra due anni, chiuse le urne, potrebbe riprodursi una condizione analoga a quella del 2018: nessun vincitore certo, anche se con i pesi tra i partiti distribuiti in altro modo. In quel caso, chi meglio di Draghi potrebbe continuare l'esperienza di un governo extra large, benvoluto in Europa?

 

Nello stesso tempo, se Mattarella restasse al suo posto, darebbe a Draghi l'unica chance per poter salire tra un anno al soglio del Quirinale; un altro inquilino eletto a febbraio con mandato settennale lo metterebbe fuori gioco, con grande disappunto dei suoi (tanti) sostenitori oltre confine.

Mattarella Salvini

 

Draghi al Colle tra due anni

Una conferma a tempo di Mattarella consente dunque di tentare un'elezione di Draghi al Colle nel 2023. Con due subordinate: Mattarella si potrebbe dimettere dopo le elezioni politiche, per consentire al nuovo parlamento (sforbiciato di un terzo dopo il taglio dei parlamentari) di eleggere il suo successore.

 

Ma chi potrebbe assicurare che un centrodestra uscito vincitore scelga Draghi come presidente di garanzia per tutti e non un suo esponente come Casellati o altri? Nessuno. Anche se Salvini promette, «noi lavoriamo perché il prossimo presidente sia in rappresentanza di tutti».

SERGIO MATTARELLA MEJO DI BERNIE SANDERS

 

Temendo la trappola futura, il Pd potrebbe avere interesse a puntare in febbraio sul detto «meglio un uovo oggi che una gallina domani»: provando a far eleggere subito Draghi per avere una garanzia settennale.

 

Tra i dem c'è chi caldeggia questa tesi. Ma Letta no. Le resistenze nei gruppi di chi non vuole andare a votare, molto forti anche nei gruppi 5 Stelle (che sarebbero i più penalizzati dalle urne) indeboliscono questa ipotesi.

meme sull'incontro tra sergio mattarella e matteo salvini

 

Salvini la mette giù così: «Il Pd ha 35 aspiranti presidenti e vuole togliersi dalle scatole Draghi». Giuseppe Conte invece pare scommettere su un bis: «Mattarella ha grande spessore e saggezza, ma per un bis ci vuole la sua volontà. Dire che oggi vedrei bene Draghi al Colle significa toglierselo davanti, non mi sembra responsabile in questa situazione».

sergio mattarella e mario draghi

 

Mattarella dunque è favorito. Se poi si dimettesse prima del 2023, farebbe eleggere il successore dalle Camere attuali: il che potrebbe agevolare l'elezione di Draghi dalla attuale maggioranza. Ma conoscendo il rigore e lo scrupolo che governa ogni scelta del Capo dello Stato, questo finale di partita appare im probabile. Draghi e il veto dei "peones"

mario draghi e sergio mattarella all altare della patria

 

L'opzione in teoria più facile da mettere in pratica, quella di far salire Draghi al Quirinale subito, è in realtà insidiosa: se il premier fosse disponibile all'upgrade al Colle e venisse poi impallinato dai franchi tiratori terrorizzati dalle urne, sarebbe un disastro epocale. L'Italia nel mirino degli speculatori, lo spread alle stelle, Draghi costretto a dimettersi da Palazzo Chigi. Il caos. La sua elezione dovrebbe avvenire in un batter d'ali, al primo colpo come fu per Ciampi.

 

Ma per ottenere questo risultato, bisognerebbe superare le resistenze a votare la prossima primavera: forse non basterebbe ventilare ai peones un altro governo di larghe intese fino al 2023: con un altro premier nominato da un Draghi presidente della Repubblica. Ipotesi del terzo tipo. Perciò i parlamentari tifano Mattarella. -

sergio mattarella mario draghi