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VIRGINIA TELEGUIDATA (TAGLIATI ’STA FRONGIA) - AMBRA-RAGGI HA UN PROBLEMA: DANIELE FRONGIA - IL SUO BONCOMPAGNI VUOLE UN RUOLO IMPORTANTE: TRAMONTA L’IPOTESI DI FARLO DIVENTARE CAPO DI GABINETTO E LUI CHIEDE LA POLTRONA DI VICESINDACO E DELEGHE PESANTI

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1.RAGGI, IL VERTICE PER SUPERARE LO STALLO LA BATTAGLIA PER NOMI E DELEGHE

E.Men. per il “Corriere della Sera

 

MARCELLO DEVITO - DANIELE FRONGIA - VIRGINIA RAGGIMARCELLO DEVITO - DANIELE FRONGIA - VIRGINIA RAGGI

L' appuntamento decisivo è fissato per oggi, nel tardo pomeriggio. Da una parte Virginia Raggi, dall' altra i membri del minidirettorio alla romana di M5S. Obiettivo, superare le tensioni di questi giorni, e provare ad arrivare ad una «quadra» definitiva sulla giunta capitolina.

 

La sindaca, come si firma nelle ordinanze, l' ha annunciata per il 7, cioè giovedì prossimo, giorno della convocazione del primo consiglio comunale e, a questo punto, non si può più permettere di scavallare quella data.
 

Allo stato attuale, però, mancano ancora delle caselle da riempire. Raggi, in campagna elettorale, aveva parlato di «nove assessorati più uno temporaneo» e aveva ridisegnato le deleghe con nomi quasi poetici («Crescita cultura» al posto di «Cultura», «Sostenibilità ambientale» al posto di «Ambiente», e così via), ma - sui dieci nomi da indicare - quelli certi ad oggi sono non più di sette.

VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIAVIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA

 

E restano aperti due o tre nodi importanti. Primo, naturalmente, il ruolo di Daniele Frongia, il braccio destro della sindaca che era stato destinato (con tanto di nomina ufficiale) a fare il capo di gabinetto. Ora, però, viste le polemiche che la scelta ha generato (il punto è sempre il codice etico: Raggi, non consultandosi con nessuno, lo avrebbe già violato), Frongia ha capito che dovrà fare un passo indietro. Per lui, il «paracadute» è l' entrata in giunta, nel ruolo (ambitissimo) di vicesindaco.

 

virginia raggi in auto con daniele frongiavirginia raggi in auto con daniele frongia

Frongia, però, vuole anche di più. Non si accontenta di una semplice delega (si è parlato del Patrimonio) ma vorrebbe quella, molto più pesante, sul riordino delle aziende partecipate dal Comune. Era il famoso «assessorato temporaneo», che potrebbe pure diventare definitivo. Altrimenti, dopo qualche tempo, si riproporrebbe il tema del ruolo di Frongia.

 

L' altra nomina che pare ormai saltata è quella di Raffaele Marra, ex alemanniano, a vice capo di gabinetto. Il dirigente verrà destinato ad altro incarico, anche se lui fa le barricate, usando anche una terminologia piuttosto «colorita»: «Se il Movimento - dice all' Huffington post - ha come via maestra la legalità io mi definisco lo spermatozoo che ha fecondato l' ovulo del Movimento. Sono uno di loro».

 

DI MAIO DI BATTISTADI MAIO DI BATTISTA

E poi: «Sfido chiunque a vedere le mie carte, il mio curriculum e tutte le denunce che ho fatto in questi anni. Lo dico anche a Grillo e Di Maio: sono pronto a pagare io il pool di avvocati che il Movimento vorrà scegliere affinché io venga valutato per quello che ho fatto».
 

A questo punto, però, si crea un «buco». Chi andrà a fare il capo di gabinetto? Luigi Di Maio è andato in pressing su Marcello Minenna, il dirigente Consob che già era stato «sondato» per fare l' assessore al Bilancio. Ma Minenna, anche in questo caso, avrebbe detto no: né assessore, né capo di gabinetto, ha fatto sapere. Salvo ripensamenti.

 

Poi ci sono le due caselle libere: l' assessorato ai Trasporti e quello alla Smart city . Sono stati vagliati vari nomi, valutati molti curriculum, fatti parecchi colloqui. Ora tocca riempire tutte le caselle, oggi nel vertice (si spera) decisivo. Che dovrebbe mettere a tacere anche l' avvio turbolento dell' amministrazione Raggi.

di battista e di maio in scooterdi battista e di maio in scooter

 

2.DI MAIO PRENDE IN MANO LA PARTITA

Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera

 

Due giorni di «stacco», col telefonino spento e poca voglia di pensare alle beghe di questi giorni. Virginia Raggi, per una domenica, molla tutto e se ne va in campagna col figlio. Agli strettissimi amici che l' hanno intercettata, ha solo fatto capire di essere piuttosto arrabbiata e anche innervosita per come stanno andando le cose. Anche oggi, fa sapere, non avrà appuntamenti pubblici.

 

Sembra quasi una preparazione alla «battaglia», al vertice tra lei e il minidirettorio romano. Un gruppo nel quale, adesso, si ritrova tutti contro: alla nemica giurata Roberta Lombardi e al capogruppo regionale Gianluca Perilli che fa riferimento alla deputata, si aggiungono infatti Paola Taverna e il capogruppo all' europarlamento Fabio Massimo Castaldo che proprio della Taverna era assistente parlamentare.
 

ROBERTA LOMBARDI - FABIO MASSIMO CASTALDO - VIRGINIA RAGGI - PAOLA TAVERNA - GIANLUCA PERILLIROBERTA LOMBARDI - FABIO MASSIMO CASTALDO - VIRGINIA RAGGI - PAOLA TAVERNA - GIANLUCA PERILLI

Così, per proteggersi le spalle, «Virginia» si è affidata a Luigi Di Maio, vicepresidente a Montecitorio, responsabile degli enti locali, secondo molti futuro candidato premier dei Cinque Stelle. Asse contro asse, blocco contro blocco.
 

Con la consapevolezza, da parte della Raggi, che comunque la giunta che varerà non potrà essere del tutto quella che lei aveva in mente. Intanto perché mancano ancora almeno due caselle da riempire e poi perché, ora dopo ora, il ruolo di Di Maio nella partita romana è cresciuto. Un po' per il progressivo sfilarsi di Alessandro Di Battista, «Dibba» per gli amici, che dalla notte della vittoria - quando rilasciava dichiarazioni, si faceva i selfie coi militanti pentastellati, lanciava baci e proclami tanto da sembrare lui il vero vincitore di Roma - si è un po' defilato.
 

paola tavernapaola taverna

Qualche dichiarazione qua e là («Torino non è Roma», per far capire la diversità e le difficoltà di guidare la Capitale) ma poca voglia di mischiarsi nelle liti tra correnti. Lui, del resto, un tentativo di composizione «salomonica» l' aveva già fatto, subito dopo l' esito delle «comunarie» che incoronarono la Raggi come candidata-sindaco: «Lei prima cittadina e De Vito come vice».

 

Era, si è capito dopo, un tentativo di mettere pace tra le anime del Movimento che si fronteggiano, visto che Marcello De Vito è l' uomo di punta del gruppo «lombardiano». Fallito quel tentativo di mediazione, anche «Dibba» si è messo un po' alla finestra, lasciando il «cerino» nelle mani di Di Maio. È stato lui a portare a cena la Raggi dopo la telefonata di Beppe Grillo, colloquio nel quale la sindaca aveva persino minacciato le dimissioni, se non le veniva garantita autonomia. Cena a due, visto che la Raggi ha chiesto che non fossero presenti né Lombardi né Taverna.

ROBERTA LOMBARDI   ROBERTA LOMBARDI

 

Ed è sempre Di Maio che sta cercando di «puntellare» la giunta con alcune figure: la prima è stata quella di Laura Baldassarre, già collaboratrice di Vincenzo Spadafora (capo delle relazioni istituzionali di Di Maio) quando era Garante per l' Infanzia. Sempre lui sta pressando Marcello Minenna, per fargli accettare un ruolo «tecnico»: se non assessore, almeno capo di gabinetto o Ragioniere del Comune.
 

DAVIDE CASALEGGIO ABBRACCIA LUIGI DI MAIODAVIDE CASALEGGIO ABBRACCIA LUIGI DI MAIO

Mosse che denotano un aspetto: Di Maio sa che, su Roma, M5S si gioca tutto, anche a livello nazionale. E, se fallisce, ne andrebbe anche delle sue speranze di diventare premier. Tanto che gira una voce: se non si appianano le liti, Raggi potrebbe essere chiamata a Milano per un vertice con Davide Casaleggio.