
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Da "Corriere.it"
Si erano ripromessi di andare a prendere un caffè. E invece è stato un pranzo. à in corso, in un ristorante del centro di Roma, un incontro tra il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Al tavolo sono presenti solo i due che non sono accompagnati dai rispettivi staff.
Erano settimane che, dopo la sconfitta al ballottaggio, Renzi aspettava una chiamata dal segretario. Chiamata arrivata nei giorni scorsi, con il luogo del pranzo fissato in gran segreto. Al temine dell'incontro Bersani comunica che Renzi avrà un ruolo attivo nella campagna elettorale. Il sindaco : «à normale che si possa restare dentro un partito quando finiscono le primarie, anche se si perde - dice - vedo troppa gente abituata a scappare con il pallone, io non sono fatto in questo modo».
Dopo le primarie, che hanno segnato la vittoria del segretario del Pd, il sindaco Matteo Renzi aveva scelto il silenzio. Anche se lo stesso Bersani aveva mandato in avanscoperta alcuni collaboratori per valutare un impegno del sindaco Renzi in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio.
L'idea era quella di una Lista Renzi al Senato, apparentata con il Pd, per contrastare la fuga dei consensi moderati verso Monti. Una strada che poi Renzi ha preferito non percorrere. Al centro del faccia a faccia romano la discussione sul listino: sono 17, per ora, i posti che il sindaco sarebbe riuscito a strappare.
Ci sono poi da concordare le modalità con cui Renzi sosterrà Bersani nel corso della campagna elettorale che porterà alle urne del 24 febbraio. «Dopo le primarie, ho mantenuto la parola data, in lealtà . Sarà bello il giorno in cui la coerenza di un uomo politico non farà più notizia», ha scritto nella mattinata il sindaco su Facebook. «In questi giorni - continua - ho ricevuto critiche anche da amici per aver mantenuto dopo le primarie il comportamento che avevo annunciato: no correnti, lealtà , rispetto. Sarà un gran giorno quello in cui i commentatori italiani smetteranno di stupirsi se un politico mantiene la parola data in campagna elettorale. La credibilità si costruisce anche così».
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