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ROTTAMA L’EUROPA? - TRA UNA CHIACCHIERATA CON L’AMICO-NEMICO DELLA VALLE E UN INCONTRO CON OPRAH WINFREY, RENZI PREGUSTA QUINDICI GIORNI DI GUERRIGLIA CON BRUXELLES, REPLICANDO QUELLO SCHEMA GIÀ COLLAUDATO IN CASA CON I POLITICI DA ROTTAMARE, I SUPERBUROCRATI, I SINDACATI, LA RAI

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Fabio Martini per “la Stampa

 

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Non era una mattinata qualunque. Lo spread tornava su, Piazza Affari andava giù, Bruxelles scrutava minacciosa, ma il presidente del Consiglio - bulimico come è - ha continuato ad occuparsi anche d’altro, non si è lasciato «distrarre». Tanto è vero che - per dirne una - nel giorno forse più importante della sua carriera politica, Renzi non ha voluto rinunciare all’appuntamento con Oprah Winfrey. 
 

Winfrey, la regina dei salotti tv americani, che si è presentata a Palazzo Chigi con un vestito rosa confetto e sandali rosati anche loro. Per non parlare di una chiacchierata di prima mattina con l’amico-nemico Diego Della Valle. 

L’uomo è fatto così, per lui la politica è fatta di tante cose, anche se ovviamente in queste ore quel che conta è la Legge di Stabilità. Quarantotto ore fa le direttive di Renzi erano state tassative, con una raccomandazione per le ultime sorprese: «Dentro ci devono assolutamente essere anche il Tfr, gli sgravi per le partite Iva e la manovra può andare anche oltre i 30 miliardi...».

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Detto e fatto nello sprint delle ultime 24 ore. Il risultato, una manovra monstre, potenzialmente capace di produrre quella scossa sul sistema-Italia attesa da anni, anche se alcune coperture sono ancora da «scoprire». 
 

Ma soprattutto - ed è questa la novità politica e sociale più grande - una manovra «interclassista», come ai tempi della prima Dc: un risultato che l’ex giovane democristiano Renzi dietro le quinte ha fortissimamente voluto e che alla fine è riuscito a disegnare. Sono di nuovi premiati, con gli 80 euro, i ceti medio-bassi.

 

Ma stavolta con gli sgravi Irap e per i nuovi assunti, è festa per le imprese e infatti Renzi, nella conferenza stampa finale, ha voluto enfatizzare questo dato, rivolgendosi ad un immaginario imprenditore: «Mamma mia e di più che vuoi?».

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 E un segnale di attenzione c’è anche per «le partite Iva a basso livello di reddito». E, con un’ulteriore sapienza comunicativa, quella varata ieri è anche una manovra bipartisan: «Abbassare le tasse potremmo dire che è di sinistra, ma lascerei stare che poi ne dobbiamo parlare con Angelino: mentre altrove la riduzione è appannaggio di alcune forze politiche, in Italia non è di sinistra né di destra, ma da persone normali perché si era arrivati a un livello pazzesco».
 

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Certo, una manovra che sembra finanziare il deficit - proprio come si usava nella Prima Repubblica - spese per le quali la copertura è in parte da «scoprire». Una manovra destinata comunque ad accendere gli occhiuti riflettori di Bruxelles. E proprio nella sfida con la capitale d’Europa, Matteo Renzi sta preparando le due nuove scommesse.

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La prima: mettendo nel conto una possibile riserva da parte della Commissione europea, nelle prossime ore il presidente del Consiglio si misurerà la palla e se le reazioni dovessero rivelarsi ostili, a quel punto Renzi potrebbe decidere di ripetere, «contro» Bruxelles, lo schema amici-nemici, sempre efficace per la psicologia collettiva italiana. 
Renzi pregusta quindici giorni di «guerriglia» con Bruxelles, replicando quello schema già collaudato in casa con i politici da rottamare, i superburocrati, i sindacati, la Rai.

 

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Uno spazio polemico che il responsabile economia Pd Filippo Taddei, lascia capire: «Non è scontato che la Commissione Ue dia il suo assenso. Ma difficilmente l’Europa potrà dare un giudizio negativo». Ed esattamente in questo spazio - tra iniziale giudizio negativo e possibile assenso finale - si colloca la seconda scommessa di Renzi, che in queste ore ha confidato: «Barroso è più rigido, con Juncker ci sarà un esame più sereno». E comunque Renzi lo sa: anche una eventuale battaglia anti-Bruxelles, avrebbe un’impronta bipartisan, promettendo di occupare anche spazi dell’area populista e di sinistra.

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