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matteo renzi alla direzione pd
«La disponibilità alla discussione non è un optional: siamo pronti a discutere con tutti per l’elezione del nuovo capo dello Stato. Ma se qualcuno si chiama fuori faremo senza di lui. Non accettiamo veti da nessuno». Lo ha detto Matteo Renzi alla Direzione del Pd, aprendo al confronto con tutti i partiti. «La direzione deve essere convocata in modo permanente» nel periodo dell'elezione del presidente della Repubblica, ha poi annunciato Renzi. Quanto ai tempi: «Nelle 24 ore precedenti al primo voto (previsto il 29 gennaio alle 15) si deve arrivare a formalizzare la proposta del Pd riunendo i gruppi e i grandi elettori». E «l'appuntamento» interno al Pd sarà «preceduto da un giro con altri partiti», con una delegazione composta dai due capigruppo, i due vicesegretari e il presidente del partito.
Sul metodo, il segretario ha auspicato una discussione sui nomi a partire dagli alleati («I nostri alleati di governo saranno le prime persone con cui riflettere»). Renzi non ha nascosto poi la «responsabilità» del Pd nell'elezione del nuovo presidente della Repubblica, per cui «o siamo in condizioni di fare quel che necessario» oppure se si fallirà come nel 2013 «noi saremo additati come colpevoli».
«Coinvolgeremo tutti, ma se qualcuno si chiama fuori faremo senza di lui. Non accettiamo veti da nessuno», ha assicurato Renzi, indicando il metodo per la scelta del presidente della Repubblica. Lo ha fatto chiamando al confronto anche M5s. «I Cinque stelle se vogliono stare al tavolo» della scelta del presidente della Repubblica «ci stiano - ha incalzato il premier -. Devono scegliere se essere nelle mani di quelli che vogliono impiccare gli altri o nel gioco istituzionale. Spero colgano l'occasione, faremo anche senza di loro ma sarebbe bello insieme a loro». Mentre a chi punta il dito contro il patto del Nazareno, la risposta di Renzi è: «Berlusconi ha votato gli ultimi due presidenti».
ARBITRO PER 7 ANNI ARBITRO, NON BANDIERINA
Quanto a un primo identikit del prossimo presidente della Repubblica, Renzi ha assicurato: «Saremo in condizione di assicurare al paese altri 7 anni di un presidente della Repubblica arbitro rigoroso del bene nostro e del paese. Non deve essere una bandierina ma un punto di riferimento per tutto il paese». E ha aggiunto: «La solidità istituzionale sarà un elemento di assoluto rilievo nella scelta» del presidente della Repubblica.
PROPOSTA PD FORMALIZZATA NELLE 24 ORE PRECEDENTI VOTO
«Nelle 24 ore precedenti al primo voto (previsto il 29 gennaio alle 15) si deve arrivare a formalizzare la proposta del Pd, riunendo i gruppi, l'assemblea e i grandi elettori». Così il presidente del consiglio ha scandito il cronoprogramma per arrivare a eleggere il successore di Giorgio Napolitano. Prima però, ha avvertito Renzi, «ci sarà un giro con gli altri partiti», spiegando che «i nostri alleati di governo saranno le prime persone con cui riflettere». Il premier ha ricordato che si voterà giovedì 29 alle ore 15 e perciò ha chiesto che la «si ritenga convocata in modo permanente».
A UN PASSO DA RISULTATO FINALE SULLE RIFORME
Renzi ha confermato la deadline di gennaio per l’approvazione dell’Italicum 2.0 al Senato e del ddl sulle riforme costtituzionali alla Camera. «Siamo in un momento molto forte della discussione sulla legge elettorale e le riforme costituzionali, questa non è la sede per riaprire la discussione, siamo a un passo dal risultato finale», ha detto il premier alla direzione Pd. E ha aggiunto: «Trovo che sul tema della legge elettorale siamo in condizioni di adoperare una svolta storica, perché la legge elettorale, con il premio di lista, consegna al partito che vince la responsabilità di governare».
PARLAMENTO LAVORI, NO A CHI VUOLE LA PALUDE
Poi il segretario ha rispedito al mittente la richiesta dell’opposizione di fermare i lavori delle Camere fino all’elezione del prossimo capo dello Stato. «Il Parlamento deve lavorare - ha chiuso il premier - sarebbe provocatorio aver applaudito Napolitano quando chiedeva le riforme» e poi fermarle dopo le sue dimissioni. E ancora: «Siano tutti seri. Se c'è qualcuno nell'altra parte che prova nostalgia del tempo in cui si perdeva tempo, faccia pure: la loro casa».
TROPPI BANCHIERI E POCO CREDITO, PRESTO MISURE
Il premier ha iniziato il suo intervento annunciando che nelle prossime settimane sarà varato un provvedimento sul credito. «Non abbiamo avuto paura di intervenire sul numero dei parlamentari, non dobbiamo averla di intervenire sul numero dei banchieri: ci sono troppi banchieri e poco credito per le piccole e medie imprese», ha incalzato Renzi. Con riferimento alle nuove linee guida approvate dalla Commissione Ue sul Patto di stabilità e crescita, poi ha commentato: «Non abbiamo valorizzato l'accordo sulla flessibilità nell'Unione europea, non l'abbiamo pompato, perché è solo un primo passo». E ha assicurato: «Il 20 febbraio presenteremo i decreti fiscali in tutta la loro interezza».
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