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Alberto D'Argenio per "La Repubblica"
Sulla Rai Matteo Renzi accelera. Tra due settimane partirà il primo step della riforma annunciata, anche l’altro ieri, dal premier. Un lavoro che si perfezionerà entro fine anno. Si tratta di un cambio di passo che in pochi mesi toccherà tutti i pilastri del sistema televisivo di Stato: la governance, il canone e la legge Gasparri.
La rotta ormai è tracciata e alla svolta lavorano il sottosegretario Antonello Giacomelli e, a Palazzo Chigi, Luca Lotti. La riforma allo studio del governo sarà poi implementata nel 2015 dall’azienda, che ad aprile avrà nuovi vertici - presidente, direttore generale e Cda - nominati con i nuovi criteri in gestazione che nelle intenzioni dell’esecutivo Renzi dovranno svincolare i timonieri di Viale Mazzini dalla politica.
Come confermava ieri il segretario della commissione di vigilanza Michele Anzaldi, il quale nell’assicurare che Renzi manterrà le promesse di riforma sottolineava: «Questo è il momento in cui, con l'aiuto di gente competente e disinteressata, si potrebbe finalmente disegnare la Rai del futuro». Si parte dunque ai primi di luglio, con il lancio da parte del governo di una «grande consultazione pubblica», così la chiamano a Palazzo Chigi, che coinvolgerà non solo politica e addetti ai lavori, ma (su decisione di Renzi) anche i cittadini.
La consultazione partirà da alcune linee guida, dagli obiettivi che il governo vuole raggiungere, e conterrà una sorta di questionario su come arrivare al meglio ai traguardi prefissati. I punti cardine saranno la nuova governance che renda la Rai indipendente dal mondo politico, un nuovo modello di servizio pubblico con la trasformazione dell’azienda in una media company in grado di produrre contenuti per tutte le piattaforme, la valorizzazione della produzione culturale Rai e l’esportazione dei contenuti sul mercato internazionale.
Il governo tirerà le somme in autunno ed entro fine anno varerà il decreto per la nuova convenzione Rai che conterrà anche la riforma. Una forte accelerazione, visto che il contratto di servizio scadrebbe nel 2016, voluta da Renzi per uscire dalla palude della lottizzazione di Viale Mazzini.
Contemporaneamente, quindi sempre entro fine anno, il governo varerà anche la riforma del canone che mirerà a risolvere alla radice il problema dell’evasione rendendolo medio odioso e più equo, con la determinazione dell’imposta legata anche alla capacità di spesa dei singoli abbonati.
Il pacchetto sarà completato, negli stessi tempi, mettendo mano alla legge Gasparri, che sarà modificata nella parte relativa alla governance Rai (non è ancora stato deciso lo strumento per la revisione della legge cara a Berlusconi, o un intervento diretto sul testo o un passaggio ad hoc nel decreto sulla convenzione).
L’obiettivo è di permettere già ai nuovi vertici aziendali, che saranno nominati nell’aprile del 2015, di essere del tutto indipendenti dal Palazzo. Già, perché saranno proprio loro a dover declinare in decisioni concrete e puntuali la riforma del governo, che volutamente lascerà a Viale Mazzini ampi margini di manovra nelle specifiche decisioni.
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